Medici specialisti cercasi ad Amatrice

“Non ci sono medici disposti a trasferirsi nelle zone disagiate”, questa la dichiarazione del direttore generale dell’Asl, Marinella D’Innocenzo, nel corso di un incontro presso la Caritas di Amatrice organizzato dal vescovo Pompili e dall’amministrazione amatriciana.

“Questa situazione – continua la D’Innocenzo – si ripercuote inevitabilmente sulla popolazione in quanto il Pass, pur dotato di apparecchiature di ultima generazione, non riesce a garantire con regolarità le prestazioni sanitarie”.

I residenti di Amatrice devono raggiungere l’Ospedale di Rieti per le visite specialistiche. La popolazione, specialmente quella più anziana, lamenta la situazione soprattutto con l’inverno alle porte e la neve, che nel territorio amatriciano scende copiosa.

La struttura ospedaliera è stata migliorata ma “E’un problema -spiega il direttore sanitario – che riguarda tutti gli ospedali di provincia. I medici preferiscono Roma e noi a differenza delle aziende private non possiamo incentivare economicamente il trasferimento. Avevamo individuato il responsabile del Pass che però ha pensato bene di lasciare dopo pochi giorni l’incarico. Quindi è venuto meno il cardiologo con tutte le conseguenze del caso”.

Per colmare queste lacune, l’Asl e l’amministrazione di Amatrice hanno cercato di attivare una convenzione con l’AciSmom, medici volontari dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, per mettere a disposizione un ginecologo, un dermatologo, un otorino, un ortopedico, un cardiologo e diabetologo affinché questi servizi vengano ripristinati e garantiti con regolarità.

“I numeri delle prestazioni erogate dal Pass di Amatrice – conclude Marinella D’Innocenzo – sono importanti: da gennaio a settembre sono state oltre 21 mila, di cui 5.940 dall’ambulatorio infermieristico, 674 dall’ambulatorio pediatrico, 1.611 i prelievi effettuati, 121 le vaccinazioni pediatriche, 3 le visite ambulatoriali ostetrico, 417 le radiografie, 284 le richieste di assistenza psicologica e 92 le uscite di equipe per garantire l’assistenza domiciliare anche nelle frazioni”.

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