Il Pd di Monteprandone replica alle dichiarazioni del sindaco Sergio Loggi e lo accusa di non aver versato 4mila euro

MONTEPRANDONE, A distanza di qualche giorno dalla dichiarazione di uscita dal PD rilasciata dal sindaco di Monteprandone, Sergio Loggi, arriva una comunicazione dalla segreteria del Pd di Monteprandone.

“Che Sergio Loggi abbia un rapporto conflittuale con la verità ci era già noto, quindi non rispondiamo a lui che sappiamo essere in mala fede ma ci limitiamo in questa di sede a raccontare i fatti a beneficio degli elettori del Partito Democratico e dei cittadini di Monteprandone – si legge nella nota – Loggi ha dichiarato di aver scelto con “grande rammarico” di chiudere il suo percorso politico nel PD.

Purtroppo però non dice di essere già da mesi decaduto dall’iscrizione al Partito Democratico per gravi violazioni dello suo Statuto.

I militanti ricordano il suo rifiuto a partecipare alle Primarie, strumento individuato e previsto dallo Statuto Nazionale e dal Regolamento Regionale per fare sintesi fra le candidature che erano state avanzate, con una strategia che si è rivelata come premeditata da lungo tempo.

Da lungo tempo infatti intavolava personali trattative al di fuori della coalizione con la quale amministrava e nella quale rivestiva il ruolo di vicesindaco ma, cosa ancora più grave nei confronti dei militanti, da lungo tempo si rifiutava di versare la quota che gli amministratori “stipendiati” devono versare per finanziare le attività politiche.

Il regolamento finanziario impone agli iscritti al PD che ricoprano incarichi retribuiti di devolvere una quota del 5% dell’indennità lorda, – prosegue la segreteria Pd nel documento – l’allora Vicesindaco Loggi ha accumulato un arretrato, MAI PAGATO, di circa 4.000 euro.

Anche a causa di questa mancato introito la segreteria del PD di Monteprandone ha dovuto dismettere la sede locale sita in Viale de Gasperi a Centobuchi.

Il suo ritiro dalle Primarie inoltre ne ha di fatto impedito lo svolgimento causando la deflagrazione della coalizione allora al governo del Comune e del PD, partito del quale è stato dirigente e attraverso il quale è già stato amministratore del Comune di Monteprandone per 3 mandati consecutivi (15 anni, nonostante la previsione del limite dei due mandati).

Si è rifiutato di partecipare ad un momento di decisione democratica per poi evocare scenari complottistici che lo avrebbero escluso. E’nel suo stile, lo sappiamo, speriamo solo che il delirio non gli faccia credere veramente a ciò che dice e scrive. Sarebbe la prova di una lucidità ormai compromessa.

Ora che ha raggiunto il suo personalistico obiettivo di potere, può anche giustificare i mezzi con il fine, ma ci risparmi almeno le sue prediche moralizzatrici e pensi a fare il bene della città, se ci riesce”.

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