Al cibo marchigiano fa bene l’etichetta, + 8% le vendite del Made in Marche

Sui pacchi di pasta, sulla passata di pomodoro, su latte e formaggi continuerà a essere indicata l’origine in etichetta.

Il decreto dei ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli incontra un’esigenza sentita dall’82% dei consumatori e che sostiene, soprattutto ora nel corso dell’emergenza coronavirus, il Made in Italy agroalimentare e con esso l’economia e il lavoro degli italiani.

Il dato emerge da una indagine Coldiretti/Ixè ed è in linea con il costante aumento della domanda di prodotti certificati da parte dei consumatori italiani. Oltre al Made in Italy il richiamo è potente anche per le produzioni regionali.

Nelle Marche, ad esempio, si registra un aumentano del valore di oltre l’8% in un anno, secondo l’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 con, ai primi posti nel carrello della spesa degli italiani ci sono i vini e le carni bianche.

Un risultato fortemente sostenuto dalla Coldiretti che ha promosso la campagna #MangiaItaliano che ha dato vita insieme a Filiera Italia ad una alleanza salva spesa Made in Italy, con l’adesione le grandi insegne della distribuzione alimentare marchigiana.

“L’Italia vanta l’agricoltura più green, più biologica e più controllata dell’Unione Europea e ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Alla luce del lavoro svolto con Campagna Amica con cui abbiamo promosso l’iniziativa della raccolta firme per estendere l’indicazione di origine per tutti i prodotti agroalimentari e dell’impegno che l’Europa riverserà nel Green Deal, continuiamo a lavorare affinché la trasparenza a tavola sia il primo principio di giustizia economica e sociale da tutelare”.

Proprio la petizione europea di Coldiretti e Campagna Amica, che in totale ha superato 1,1 milioni di firme in 7 Stati membri, nelle sole Marche ne ha raccolte oltre 46mila.

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