Amatrice, L’ex sindaco Sergio Pirozzi torna ad allenare a Trastevere

Subito dopo la scossa del 24 agosto che devastò la sua Amatrice decise di dimettersi da allenatore del Trastevere per stare vicino alla sua gente.  Oggi a quasi 4 anni di distanza Mister Sergio Pirozzi ha però deciso di ripartire proprio da Trastevere.

Riparte, da dove aveva lasciato. Da dove si era interrotta la sua carriera da tecnico dopo che aveva portato quel Trastevere in Serie D. Una scelta non facile dopo quattro anni terribili, in cui si è trovato a gestire prima da sindaco e poi da consigliere regionale un’emergenza che ha fatto passare in secondo piano anche una grande passione come il calcio, in secondo piano.

“C’è una notizia di calciomercato – ha confessato Sergio Pirozzi a Sky – Il giorno in cui c’è stato il terremoto avevo interrotto la mia grande passione, quella di fare l’allenatore, dopo 21 stagioni tra i dilettanti e quattro tra i professionisti. Ora, dopo quasi quattro anni, sono guarito dalle ferite del «mostro» ed è giusto che torni a fare il mister per riappropriarmi di una parte della mia vita”.

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Una vita che è legata indissolubilmente al Trastevere, terza società della capitale dopo Roma e Lazio:

“Ricomincio da dove avevo lasciato il 24 agosto del 2016. Da una società bella, giusta, fatta da grandi persone – ha proseguito Pirozzi su Sky – Avevo avuto altre offerte, ma il posto giusto dove ricominciare era quello. Quella notte avevo dovuto lasciare la squadra per allenare la mia gente. La ferita è stata grande, io non ho mai visto il Trastevere giocare in questi quattro anni. Non ero pronto, è come quando interrompi una storia d’amore col tuo partner non per colpa tua o del partner, ma per cause di forza maggiore. E quando è per forza maggiore, è una ferita che non si rimargina più. Non ero guarito”.

Adesso è pronto a ripartire con una ‘Panchina d’Oro’ in più, quella che gli è stata consegnata dal presidente dell’AssoAllenatori Renzo Ulivieri nel 2017. In un club che non può che essere legato alla sua Amatrice, il borgo da dove si è collegato per l’intervista:

“Il presidente Pier Luigi Betturri e il suo vice Bruno D’Alessio sono di qui – ha proseguito Mister Pirozzi – gente tosta, capocciona, proprio gente di montagna. Anche io sono capoccione, questo legame col Trastevere è continuato negli anni. Loro mi hanno sempre invitato a seguire le partite, io non ce la facevo. Ora grazie a mio figlio Federico mi è tornata la voglia di allenare, che è venuto a giocare ad Amatrice, in Promozione.

Pian piano ho ripreso a vedere gli allenamenti e le partite e ho iniziato a ragionare da mister. Pian piano mi è riscattata quella molla. Io devo ringraziare il mondo del calcio e i tifosi, che in questi anni mi sono stati vicino. Ora è giusto che io cerchi di dare qualcosa della mia esperienza al Trastevere e al mondo del calcio, le motivazioni sono giuste”.

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A marzo sono tornato in campo. Quella sera Romeo, l’allenatore dell’Amatrice e mio carissimo amico, era assente e mi ha chiesto di sostituirlo. Negli ultimi anni avevo fatto l’allenatore per la partita del cuore, ma ero più un simbolo. Per la prima volta, quella sera, sono tornato a essere davvero un allenatore.

Lì ho capito che ero pronto: per fare l’allenatore devi essere sereno, trasmettere le giuste motivazioni al gruppo. Dal 2016 avevo avuto tante occasioni anche per tornare tra i professionisti, quella sera ho capito che ero pronto.

Ho iniziato a fare l’allenatore in Seconda Categoria e sono arrivato a fare il vice ad Ascoli in Serie B con Mister Nello Di Costanzo nella stagione 2008-2009.  Quella sera di marzo, anche se faceva freddo e c’erano due gradi sotto zero, non sentivo freddo. Mentre mi cambiavo mi sono tornati in mente tante fotografie: da quando allenavo l’Amatrice e non ero solo l’allenatore, ma facevo anche le righe al campo con la calce, a quando ero appunto in Serie B in un altro mondo, con un’attenzione completamente diversa anche a livello mediatico.

Mi sono tornate in mente tutte queste immagini e anche l’ultima amichevole che avevamo giocato nell’estate 2016, prima del terremoto, quando il mio Trastevere, squadra di Serie D, aveva battuto l’Ascoli, dove ho allenato per tanti anni, per 3 a 2. Era stato un momento di gioia, prima della notte del 24 agosto”.

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“La stagione con la.Primavera dell’Ascoli rimane indimenticabile. Per la prima volta i bianconeri arrivarono ai quarti di finale della Poule Scudetto dopo aver battuto l’Atalanta, che è diventata una delle mie squadre del cuore per quanto fatto dopo il terremoto.

Pareggiammo 0-0 a Zingonia e vincemmo 4-0 ad Ascoli, facendo una partita straordinaria. In quell’Atalanta giocava Jack Bonaventura, era una grande squadra. Ai quarti incontrammo l’Inter di Balotelli e Santon. Balotelli ci fece un gran gol di testa, anche se secondo me dopo 15 minuti doveva essere espulso. Aveva grandissimi mezzi tecnici e fisici, ma capii subito che c’era qualche limite caratteriale.

Sull’1-0 per loro ci fu anche un’occasione per pareggiare, chissà come sarebbe andata se avessimo segnato. In quell’anno arrivammo quarti anche al torneo di Viareggio. Un’annata straordinaria – ha concluso Pirozzi – Ed ora eccomi qua, pronto a ripartire”

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