Erba e rovi ricoprono vie e cartello di benvenuto, tornano i ragazzi di Arquata Potest a dare “dignità” al capoluogo

Il cartello di Arquata del Tronto ricoperto dalla vegetazione, un abbandono fisico, morale, emotivo del capoluogo del comune. Una zona rossa perenne, dal 24 agosto 2016, un luogo pieno di silenzio, di ricordi e di quesiti mai risolti.

Sono arrivati di nuovo loro, i volontari dell’Associazione Arquata Potest a donare di nuovo un briciolo di dignità ad un paese carico di storia e tradizioni.

Con i loro strumenti di lavoro, decespugliatori, trinciatrici e marracce sono partiti per ripulire la strada che porta al paese e piazza Umberto I dall’erba incolta e dai rovi che ricoprivano i luoghi dove Arquata sorgeva.

“Arquata Potest compie dieci anni, e abbiamo deciso di festeggiarli alla nostra maniera, nel luogo per noi più sacro” – spiegano i volontari. “Mentre percorri il viale fino alla Rocca, involontariamente affiorano sorrisi: vale davvero la pena continuare a battersi per questo angolo di paradiso”.
Un entusiasmo contagioso quello dei ragazzi arquatani, che vivono ad Arquata o ci tornano spesso, che portano avanti il progetto del Gada, ormai in diretta d’arrivo, con la riscoperta degli antichi sentieri che uniscono tutte le frazioni. Un simbolo della forza di giovani uomini e donne che non si rassegnano a una fine decisa da altri, che in quelle vie e strade sono cresciuti e non possono far altro che abbandonarsi a quelle “radici, passione e determinazione: parole che purtroppo le Istituzioni non conoscono”.

Nello sguardo di Francesca Olini,


è racchiusa tutta la nostalgia, che non rappresenta solo la mancanza ma è sincera presenza di persone che parlano in piazza, di angoli che raccontano storie, di vie che sono state percorse milioni di volte. Il paese dell’infanzia, del cuore, è quello che tutti i volontari di Arquata Potest non vogliono dimenticare, è quello che ritorna sempre a dispetto di tutto.

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