Ascoli, Monica Acciarri: “La confusione regna sovrana nel PD quando si parla della sanità del Piceno”

La sanità delle Marche dopo il Covid-19 è tutta da rifare, perché comunque gli schemi pre Covid sono tutti saltati. Posto che arriveranno anche molti finanziamenti per la gestione della sanità, ma tutto ciò che era prima vero non sarà più vero dopo.

Per cui sta alla capacità della nuova Regione del presidente Francesco Acquaroli, dei nuovi amministratori, insieme al tavolo nazionale, modificare le regole del post Covid. Ci meravigliamo, ma anzi non ci meravigliamo del fatto che questo Pd è molto in contraddizione con se stesso, anzi senza eufemismi: è in confusione.

Il candidato presidente di Senigallia, non del Piceno, giustamente promette ai Piceni cose neppure pensabili: cioè la gestione dei tre ospedali quando non sono riusciti neanche a finanziarne bene due per le loro attività. E ora ce ne promettono tre. La vice presidente Casini, che ad un certo punto esordisce e viene sulle mie posizioni, da un ospedale unico a due ospedali, perché si è accorta con il Covid che servivano due ospedali viene smentita dal suo candidato presidente: ha voce in capitolo?

Noi non ce ne accorgiamo solo con il Covid-19, ma ce ne accorgiamo molto prima che le due città sono importanti. Una è la città capoluogo e l’altra, San Benedetto del Tronto, è la città commerciale nonché turistica. Noi abbiamo bisogno di due punti di riferimento sanitari forti. E possibilmente, se rientrerà nella programmazione regionale che sceglieremo insieme e che sarà equanime da nord a sud, semmai l’azienda ospedaliera che continua a permanere nel Pesarese.

Non sappiamo di cosa parlano nel Pd. Probabilmente la confusione dell’essere nove punti in percentuale nei sondaggi sotto Francesco Acquaroli li fa sbarellare. Ma sappiamo che i nuovi amministratori non saranno loro quindi rassicuriamo il sistema sanitario e chi si occupa di costruzione degli ospedali e i nostri imprenditori che noi metteremo a norma, potenziandolo, l’ospedale di Ascoli e costruiremo un nuovo ospedale di San Benedetto, logisticamente all’uscita dell’autostrada.

Facendo queste due operazioni, perché siamo persone oculate, spenderemo meno di quanto loro non avrebbero speso sull’ospedale unico. E parlando di tecnologie e innovazione deve essere chiaro che puntiamo anche sull’innovazione e sulle nuove tecnologie, ma occorre dire che le nuove tecnologie non dipendono dal contenitore. Il contenuto di un ospedale non è il contenitore. Abbiamo Ascoli come contenitore e l’ospedale Mazzoni è uno dei migliori ospedali delle Marche. Con cinquanta milioni al massimo sarà perfettamente a norma. L’ospedale di San Benedetto invece va ricostruito in zona diciamo più consona rispetto a quella dell’attuale sede, perché non ha una logistica stradale favorevole dal punto di vista della viabilità quindi nelle risposte alle emergenze o al flusso di pazienti e cittadini, per cui poi riempiremo di contenuti tecnologici il nuovo ospedale. Però dobbiamo sempre dividere il contenitore dal contenuto. Io faccio sempre l’esempio di Pesaro che è il contenitore più obsoleto delle Marche ma possiede le strutture tecnologiche al suo interno che sono le migliori delle Marche o al pari del Torrette.

Perché? Perché sono due aziende ospedaliere. Per quanto riguarda l’ospedale Madonna del Soccorso, decideremo insieme ai cittadini di San Benedetto quale vocazione dargli perché noi non vogliamo decidere da soli perché i cittadini di San Benedetto meglio di noi sapranno come valorizzare quella zona.

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