La Regione Marche parla di pacchetti per le liste di attesa, con medici anche nel week end. Ma quanti devono recuperare le prestazioni non svolte a causa della pandemia non potranno farlo

La Regione Marche annuncia di aver messo in campo un pacchetti di misure per riprogrammare le liste di attesa e recupere le prestazioni non svolte a causa della pandemia da Covid-19.
Allungamento degli orari di visita e diagnostici, app semplificata per prenotare le prestazioni, accordo con il personale sanitario per orari di lavoro anche al sabato e, in alcuni casi, pure la domenica; ampliamento del numero delle farmacie dove sarà possibile prenotare.
L’obiettivo è accelerare il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile.
È stato discusso e concordato oggi in una riunione operativa convocata dal presidente Luca Ceriscioli. Al tavolo i direttori generali delle Aziende ospedaliere Marche Nord (Maria Capalbo), Ospedali Riuniti di Ancona (Michele Caporossi), Inrca (Gianni Genga), Asur Marche (Nadia Storti) e del servizio Salute (Lucia di Furia). Concordate le modalità operative e organizzative della “ripartenza”.
La Regione, ha detto Ceriscioli, investira oltre 5 milioni di euro per supportare questa riorganizzazione.

I lanci di notizie sono queste, (fonte Ansa), peccato che la parte inerente il recupero delle prestazioni non svolte a causa della pandemia da Covid -19 non proceda come annunciato.

A quanti telefonano, ai Cup (non sanno cosa rispondere al quesito), o agli Urp dei vari ospedali viene riferito, infatti, che le prestazioni non possono essere recuperate, ma che è necessario fornirsi di nuove ricetta dal proprio medico di famiglia. Viene riprogrammata la visita solo se trattasi di prima visita, non di un controllo: un atteggiamento molto strano, perchè si suppone che chi ha bisogno di un controllo sia afflitto da una patologia specifica, e pertanto necessita di un controllo programmato.

Sono numerose le testimonianze in tal senso, di persone che da tempo provano invano a recuperare le visite, non effettuate ad Ascoli Piceno e a San Benedetto del Tronto non per propria scelta, ma ovviamente a causa della pandemia, che non si capisce perchè non debbano essere riprogrammate da chi le ha annullate, temporaneamente, con la promessa di un recupero che a quanto pare non ci sarà.
Il risultato? Sarà quello di doversi fornire di nuova richiesta dal medico, e di trovarsi di fronte a mesi e mesi di attesa.

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