Le vicende di Dante Balestra raccontate dalla serie televisiva Un professore ci ricordano molto da vicino alcuni esempi “progressisti” nel mondo della scuola italiana.
Prende il via la terza stagione di Un professore, la fiction record di share di Rai1 in cui Alessandro Gassman interpreta Dante Balestra: si tratta di una storia di finzione, ma quanto c’è di vero? Qualche giorno fa, l’attore – parlando della serie tv sui suoi canali social – aveva spiegato che quello che gli era accaduto con questo ruolo era davvero qualcosa di unico: “Mai mi era successo come per il professore Dante Balestra, di sentire intorno a me così tanto affetto ed empatia”.
Ma perché questa serie televisiva ha così appeal sul pubblico? Per capirlo, dobbiamo prima presentarvela: “Un Professore” racconta la storia di Dante Balestra, un insegnante di filosofia anticonformista che arriva in un liceo romano e conquista gli studenti con un metodo di insegnamento fuori dagli schemi, capace di collegare la filosofia ai problemi reali della loro vita. In classe ci sono ragazzi con situazioni familiari complesse, che Dante Balestra è chiamato anche a dirimere.
Fin dalla prima stagione, le vicende intrecciano crescita personale, amicizie, amori e conflitti generazionali e le stagioni successive ampliano il racconto affrontando segreti del passato, scelte difficili e il percorso verso la maturità, fino ad arrivare agli esami, alle decisioni sul futuro e ai rapporti affettivi che si trasformano insieme ai protagonisti. Basata su una serie televisiva di importazione catalana, la fiction è scritta da uno dei più grandi sceneggiatori italiani, Sandro Petraglia, con altri.
Pur essendo un personaggio di finzione, Dante Balestra incarna tratti riconoscibili di tanti docenti appassionati che guidano gli studenti verso la maturità, mostrando come dietro la serie ci sia un forte richiamo a esperienze e dinamiche del mondo reale. Certo, all’interno del cinema e della fiction italiana, ci sono sicuramente esperienze molto ben riuscite, da Diario di un maestro di Vittorio De Seta a La mia classe di Daniele Gaglianone, che raccontano il mondo della scuola in maniera “reale”.
Questo nulla toglie all’impegno di Petraglia e gli altri sceneggiatori, così come dei registi che si sono susseguiti nelle tre stagioni, di voler creare un immaginario più “umano” di docenza: l’empatia di Dante Balestra, infatti, fa sì che molti telespettatori riconoscano in lui quel professore che hanno sempre sognato di avere, scontrandosi però poi con degli insegnamenti che credevano fermamente, con le loro buone ragioni, nella distanza dei ruoli.
Chiaramente, tanti sono i Dante Balestra nelle scuole italiane e ci piace ricordare lo scalpore che fece l’assegnazione dei compiti per le vacanze di docente di un liceo di Fermo, una decina di anni fa: piuttosto che imporre quelle che potevano essere viste come noiose letture di grandi classici, si limitò a insistere sull’importanza della lettura in generale, per poi stilare in 15 punti una serie di azioni da portare avanti, dalla passeggiata in riva al mare all’arricchimento del vocabolario, ricordando che “l’estate è una danza”.