Un massimo di 120 ettari di noccioleti, obiettivo da raggiungere in terreni con le caratteristiche adatte a ospitarli. Al via, da subito, su circa 24 ettari suddivisi in tre appezzamenti a Jesi, Colmurano e Fiastra. Altri 46 ettari sono attesi entro il prossimo anno sempre tra le province di Ancona e Macerata.
Anche le Marche entrano nel progetto Noccioleti Italiani lanciato dallâaltoatesina Loacker, spa che è riuscita ad affermarsi nel mondo ma senza mai rinunciare alla gestione familiare e al legame con il territorio, con lâobiettivo di avere una nocciola di qualitĂ e 100% italiana. Un contratto di filiera che garantisce il giusto reddito per gli agricoltori.
La proposta è stata illustrata ieri pomeriggio nel corso dellâincontro organizzato da Coldiretti Marche allâAula Verde dellâAbbadia di Fiastra. A causa dei protocolli anti covid la sala ha potuto ospitare meno persone di quante se ne sono presentate tanto che alcuni agricoltori arrivati allâAbbadia allâultimo hanno dovuto rinunciare. Saranno richiamati dagli uffici di zona di Coldiretti per approfondimenti.
âLâItalia è il primo paese europeo come produzione di nocciole ma il secondo a livello mondiale dietro la Turchia â ha spiegato la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni â. La crescente domanda soprattutto interna ha fatto sĂŹ che le aziende italiane si ponessero il problema di limitare al massimo lâimportazione dallâestero. Ă nato cosĂŹ questo progetto di filiera ed è il motivo per cui come Coldiretti Marche abbiamo deciso di proporre questa opportunitĂ agli agricoltori. Poi sarĂ una loro libera scelta se avviare questa coltivazione. La nocciola non è adatta a tutti i terreni e per questo abbiamo fatto unâanalisi preliminare per valutare la fattibilitĂ dellâinvestimentoâ. Tra i relatori dellâincontro, al fianco della presidente Gardoni, câerano anche Felix Niedermayer, direttore tecnico Loacker, Gianfranco Olivieri, presidente di Copernocciole che ha portato lâesperienza del progetto nel Lazio, Stefano Leporati (Area economica Coldiretti nazionale) e Giorgio Gaddoni (responsabile Centri assistenza agricola di Coldiretti Marche). Tra nocciole italiane ed estere câè un abisso in termini di qualitĂ e salubritĂ : basti pensare che nel solo 2019 lâUe, attraverso il Sistema di sorveglianza alimentare, ha registrato sulle nocciole straniere ben 57 notifiche per eccesso di aflatossine. Non secondario lâaspetto etico visto che spesso lâimportazione avviene da Paesi che sfruttano la manodopera, anche minorile.
Ad oggi nelle Marche ci sono appena 20 ettari di noccioleti (concentrati nella provincia di Pesaro Urbino) per una produzione di circa 250 quintali. Negli ultimi 5 anni sono aumentati del 17%. âIl territorio marchigiano non è particolarmente vocato e la sua conformazione non consente grandi estensioni â spiegano da Coldiretti Marche â Per questo si andrĂ a operare solo in piccoli appezzamenti e dopo una verifica della loro predisposizione. Per il resto il nocciolo necessitĂ di pochi trattamenti, concimazioni minimali e può essere unâottima alternativa per quelle aree marginali che oggi non offrono grandi performance su altre coltureâ.