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Economia

Bonus aziendale per il tragitto casa-lavoro: cos’è e chi può richiederlo

In cosa consiste il bonus aziendale per il tragitto casa-lavoro? Chi ha la possibilità di usufruirne? Scopriamolo nel testo che segue.

Sappiamo bene che il car sharing, insieme alla fornitura di punti di ricarica dedicato ai veicoli elettrici tritatori di lavoro, non forma in nessun modo reddito imponibile per i lavoratori. Infatti, in base a ciò che afferma l’Agenzia delle Entrate, tali iniziative fanno parte delle disposizioni welfare aziendali aggiunte all’interno del testo unico delle imposte sui redditi – proprio come ha dato conferma anche l’interpello 74 del 2024.

Bonus aziendale per il tragitto casa-lavoro: a chi è rivolto? – ascoli.cityrumors.it

Questo fa riferimento, quindi, alle misure di mobilità sostenibile che sono state promosse da una società. Inoltre, si chiarisce anche che tali servizi non devono essere visti in qualità di reddito soggetto a tassazione per i lavoratori dipendenti. Ma vediamo insieme di scoprire altri dettagli sull’argomento.

Bonus aziendale per il tragitto casa-lavoro: in cosa consiste

Non esiste soltanto il bonus trasporti – il quale è stato distribuito con il click day – a rendere più semplice lo spostamento di lavoratori. Infatti, in base a ciò che afferma l’Agenzia delle Entrate, parlando di mobilità sostenibile per gli spostamenti casa-lavoro si aggiunge anche un’applicazione dedicata che può essere considerata nelle disposizioni stabilite dall’articolo 100.

Quali sono le agevolazioni previste per raggiungere il posto di lavoro – ascoli.cityrumors.it

Di conseguenza, è confermata anche l’agevolazione fiscale, sebbene si debbano prendere delle precauzioni. L’azienda sceglierà di adottare delle misure preventive, al fine di fare in modo che non ci si trovi di fronte ad abusi – come definire un limite di spesa, aggiungere delle restrizioni dell’orario e adattare le ricariche alla frequenza effettiva del lavoro.

Nel piano welfare, i dipendenti hanno possibilità di utilizzare i servizi di mobilità condivisa attraverso un’applicazione apposita senza essere costretti a incorrere nei costi, in quanto questi saranno coperti dall’azienda.

Il valore economico dei benefici non è soggetto a tassazioni, andando così a dare altri incentivi all’utilizzo di soluzioni diverse di mobilità sostenibile. Per poter accedere a questa agevolazione, però, bisogna soddisfare alcune condizioni. Infatti, tale tipo di bonus sarà reso disponile soltanto per chi non adopera un’auto in uso promiscuo come potrebbe essere il fringe benefit.

Vengono ammessi anche i servizi di sharing, solo nel caso in cui la sede di lavoro si trovi in zone in cui non è possibile riutilizzare il mezzo da altri utenti. Inoltre, il piano welfare aziendale deve aggiungere dei limiti di spesa, così che sia circoscritto l’utilizzo al tragitto casa-lavoro. Infine, non è previsto nessun tipo di rimborso per le spese che il dipendente ha sostenuto per questi servizi.

Marina Nardone

Redattrice da 4 anni, specializzata in articoli lifestyle, economia e gossip. Quando sono lontana dallo schermo di un pc mi diverto a creare tanti pupazzetti all'uncinetto.