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Economia

Omessa dichiarazione TARI: multe salatissime e non solo, ecco cosa rischi

Cosa succede in caso di omessa dichiarazione Tari? Ecco quando si rischia di andare incontro a multe e a quanto ammontano.

Quando si parla di Tari si fa riferimento ad un’imposta che sostanzialmente tutti coloro che detengono la proprietà di un immobile o che vi abitano in affitto sono tenuti a pagare. Questo perché tale tassa va a finanziare un servizio del quale ogni cittadino, e l’intero territorio nel quale vive, ha necessità: la gestione dei rifiuti domestici prodotti, dalla raccolta porta a porta fino alla differenziazione e allo smaltimento. Ma anche la pulizia delle strade e dei luoghi pubblici.

Quali sono le conseguenze della mancata presentazione della documentazione Tari entro i tempi previsti (ascoli.cityrumors.it)

Sono i comuni stessi a determinare anno dopo anno gli importi da applicare, differenziati sulla base di metratura, numero di componenti, tipologia di immobile/fabbricato. A tal proposito è importante anche conoscere alcuni aspetti burocratici legati a questa imposta e, nello specifico, l’importanza in alcuni contesti della dichiarazione Tari. Cosa può succedere qualora essa non sia stata presentata? Quando si rischiano sanzioni e quando, invece, interviene la prescrizione? Facciamo chiarezza su tale aspetto da non sottovalutare.

Dichiarazione Tari: cos’è e quando cade in prescrizione

La dichiarazione Tari è un documento che, nel caso ad esempio degli affitti, deve essere presentato dall’affittuario entro 90 giorni dalla data di effettivo avvio della locazione dell’immobile. Allegando a questo una fotocopia del documento di identità valido e il contratto di affitto. Ma la dichiarazione Tari deve essere prodotta anche per le utenze non domestiche, ovvero da chi possiede o detiene aree scoperte o locali suscettibili di produrre rifiuti urbani.

Come funziona la prescrizione per omessa dichiarazione Tari (ascoli.cityrumors.it)

Dal canto loro gli enti locali, sulla base della legge 296 del 2006, ed in particolare dell’articolo 1 comma 161, possono procedere, per quanto riguarda i tributi di competenza, “alla rettifica delle dichiarazioni incomplete o infedeli”, oppure dei versamenti parziali o ritardati. Ma anche all’accertamento d’ufficio “delle omesse dichiarazioni o degli omessi versamenti”. Questo andando a notificare al contribuente un avviso mediante raccomandata.

Il quale è correlato dalla relativa sanzione da pagare e che deve essere notificato, lo specifica la legge, “entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati”. Tutto ciò perché, altrimenti, entra in gioco la prescrizione rendendo l’atto impugnabile da parte della persona che lo riceve. Nel caso di omessa dichiarazione, il riferimento per quest’ultima è il termine entro il quale tale documento avrebbe dovuto essere presentato.