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Economia

Pesante taglio sulle pensioni: il 2025 si prospetta drammatico per molti

Cosa potrebbe accadere nel 2025 sul fronte delle pensioni? Si prospettano nuovi tagli: ecco qual è lo scenario previsto.

Dopo anni complessi a causa delle conseguenze economiche indotte dalla pandemia di Covid e dai conflitti bellici, i lavoratori speravano in buone notizie sul fronte delle loro future pensioni. Del resto, questo rimane uno dei temi caldi che ogni governo si trova ad affrontare e, anche se ad oggi sono state introdotte solo specifiche misure rivolte ad alcune categorie o legate al pensionamento anticipato, il sogno di una riforma delle pensioni strutturata e migliorativa rimane.

Sono previsti nuovi tagli sulle pensioni: cosa accadrà nel 2025 – ascoli.cityrumors.it

Purtroppo però sarà molto difficile, se non improbabile, che lo si concretizzi nel 2025, anno nel quale la situazione potrebbe al contrario andare a peggiorare. Il principale motivo è legato alla decisione di Bruxelles di avviare una procedura di infrazione sul bilancio, che inevitabilmente dovrà comportare una serie di corposi aggiustamenti per poter restare entro i parametri finanziari previsti dall’UE. Ecco, dunque, che cosa potrebbe accadere tra pochi mesi.

Pensioni, brutte notizie per il 2025: lo scenario previsto non è roseo

Come dicevamo, pur spingendo da tempo per superare la legge Fornero con una nuova riforma delle pensioni, il peso della spesa previdenziale sui bilanci dello Stato rende improbabile potersi sedere ad un tavolo per discuterne. Puntando, invece, su un altro tipo di percorso tutt’altro che piacevole per i contribuenti: ovvero valutare la possibilità di effettuare nuove limature, in aggiunta a quelle già stabilite per il 2024, sia sui requisiti di accesso a determinate misure che sugli importi degli assegni mensili.

Lo scenario per i pensionati, nel 2025, non è affatto roseo – ascoli.cityrumors.it

Per il 2025, si ipotizza dunque la probabilità di ulteriori tagli alle pensioni, ed in particolare a quelle anticipate, strumenti messi in campo allo scopo di aggirare le regole della legge Fornero ma che hanno comportato costi importanti. Il bilancio Inps 2023 pari a -9,23 miliardi di euro e le previsioni di crescita, pari al 17,2% del Pil della spesa previdenziale, rappresentano i segnali concreti del fatto che occorre intervenire con alcune sforbiciate.

Qualora la Lega dovesse spingere per Quota 41, trattandosi di una misura molto costosa (10 miliardi per i primi 3 anni) la si potrebbe proporre con il calcolo puramente contributivo anche per gli anni di lavoro che ricadono nel retributivo, portando ad un sostanziale taglio (20%) degli importi erogati. Andando, inoltre, a prevedere un tetto massimo di 1500 euro mensili fino al raggiungimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia. Resta poi da capire che cosa succederà con le altre misure in scadenza nel 2024, ossia Quota 103, Ape Sociale ed Opzione Donna.