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Non dire mai queste parole se vuoi che i tuoi figli abbiano un’intelligenza emotiva sviluppata al massimo

Crescere i figli non è un compito facile, soprattutto quando si parla di educazione emotiva: alcune frasi potrebbero fare molti danni.

L’educazione emotiva è importante tanto quanto l’educazione scolastica, anche se troppo spesso finiamo per trascurarla, non dando ad essa la giusta importanza. I bambini devono essere accompagnati nella scoperta e nella gestione dei sentimenti, in maniera che sappiano riconoscerli e, soprattutto, sappiano controllarli per non finire con l’esserne vittima.

Come si costruisce l’intelligenza emotiva? – ascoli.cityrumors.it

In questo percorso la figura dei genitori è importantissima perché prima ancora che attraverso delle nozioni o delle regole, i bambini imparano attraverso l’esempio. Tenderanno quindi ad approcciare in maniera equilibrata le proprie emozioni solo e soltanto se i loro genitori faranno lo stesso, mentre tenderanno a sopprimerle o a sentirle come sbagliate se i genitori li indurranno a farlo.

Le tre frasi da non dire mai a un bambino

Purtroppo, anche quando cerchiamo di dare il meglio di noi, è facile sbagliare con i bambini. Basta semplicemente una frase o una parola detta al momento sbagliato, o anche con il tono sbagliato, per costituire un piccolo trauma che potrebbe compromettere o rendere più difficile un corretto sviluppo emotivo. Per questo motivo bisogna stare molto attenti a non pronunciare, nemmeno con leggerezza, 3 tipi di frase.

Aggredire un figlio senza capire le sue motivazioni è sbagliato – ascoli.cityrumors.it

“Perché non sei più motivato?” – L’impegno e la motivazione sono concetti appartenenti strettamente alla vita adulta. Certo, anche i bambini devono essere educati alla costanza e all’impegno, ma non bisogna imporre una disciplina eccessiva. Se, per esempio, il bambino non si impegna abbastanza nel nuoto o nel karate, forse semplicemente non è quello che gli piace. Se invece non si impegna a scuola, l’approccio dovrà essere più serio e dovrà passare dalla collaborazione e dal confronto con gli insegnanti.

“Perché non mi ascolti?” – Per loro natura i bambini, e più ancora gli adolescenti, disobbediscono ai genitori. Lo fanno per molte motivazioni differenti: per pigrizia, per dispetto o anche per un puro e salutare senso di ribellione. In ognuno di questi casi capire le motivazioni dell’atteggiamento del bambino, invece di colpevolizzarlo e punirlo immediatamente, senza passare per un confronto, può aiutare genitori e figli a crescere insieme, sviluppando un rapporto più sano e più solido.

“Non mi rispetti!” – Ogni genitore ha il diritto di pretendere rispetto dai propri figli, ma non può trattarsi di un’imposizione. Se un figlio si comporta in maniera irrispettosa nei confronti del padre e della madre bisognerà capire perché. Soltanto dopo aver compreso quali sono le ragioni di un certo comportamento, infatti se ne potrà parlare per trovare assieme una soluzione. Solo dopo aver tentato questa strada senza risultati tangibili si potrà passare a un approccio educativo più severo.

Olga L

Classe 1982, napoletana di nascita e genovese per scelta (di Genova). Nomade (anche) digitale e smart worker prima che diventasse mainstream. SEO nerd dal 2015, web content creator professionista dal 2019, caporedattore dal 2020. Problem solver per mancanza di pazienza, portatrice sana di pensiero critico, nemica giurata del “si è sempre fatto così”. Scrive di attualità, spettacolo e lifestyle, è appassionata di grafica e trova soluzioni semplici a problemi complessi.