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Perché gli adulti non cadono dal letto come i bambini, ma cadono da altre parti

A letto, la persona adulta non torna bambina: le differenti abitudini del sonno fanno trascorrere a ciascuno la sua notte. Ecco come si comporta il nostro corpo

La scienza ha ripetutamente dimostrato come il corpo agisca di notte, nel sonno, in maniera del tutto autonoma, almeno rispetto alla consapevolezza della persona. Spesso si dice che il tempo notturno costituisce le ore privilegiate per consentire al cervello di rielaborare le immagini, i fotogrammi di una giornata o della dimensione interiore. Questa rielaborazione ha un suo aspetto non secondario, quello qualitativo, che ha un significativo peso sulla salute.

Cadere dal letto – ascoli.cityrumors.it

Non è un caso che si richiami continuamente a curare la qualità del sonno, in quanto essa apporta notevoli benefici sotto il profilo cardiaco, senza dimenticare l’impatto positivo sul benessere psichico. È evidente, al contrario, quanto una “cattivo” sonno sia portatore di disturbi psicosomatici che si rivelano nelle successive ore diurne di un’intensa giornata. Come ogni cosa occorre trovare la giusta misura.

La caduta dal letto, differenze tra i bambini e gli adulti

Il riscontro del sonno sulla salute si rivela in chiave negativa non soltanto nelle insufficienti ore di riposo; ma anche in caso di eccessivi dormiveglia. Di certo, la rutilante condotta della  vita quotidiana espressa nell’odierno schema non giova all’ottenimento di un sonno concretamente ristoratore. Il sonno, invece, è oggi messo in pericolo dall’onnipresente disturbo elettromagnetico dei dispositivi elettronici prolungatamente in funzione e sin troppo vicini al corpo.

Peluche sul letto – ascoli.cityrumors.it

Le fonti di onde elettromagnetiche, di conseguenza, influiscono il sopracitato processo della materia grigia, intento in una forma di “lavaggio” della memoria. Questa attività sfocia nel sogno. Proverbialmente, un sonno “agitato” deriva fattori fisici disturbanti, quanto da un sogno niente affatto piacevole. In ogni caso, il corpo, in automatico, si muove, cambia la sua posizione sul letto; il tutto per garantire una sana respirazione.

Perché gli adulti cadono come i bambini, ma non dal proprio letto

Sia i bambini che gli adulti sono accomunati da questa “ricerca” di una buona attività notturna di riposo; un’attività che non certo scevra da “travagli”, differenti per i due principali stadi della vita (infanzia ed età adulta). Intanto, ad essere attivamente coinvolta è proprio l’area del letto. Una memoria, acquisita dalla persona adulta, impedisce ad essa di cadere dal letto.

A salvare dalle consuete cadute dell’infanzia sono infatti l’esperienza e l’abitudine. Inoltre, quando dorme, la persona adulta svolge movimenti notturni dal raggio di azione piuttosto limitato. La stessa esperienza è quella che ripropone il problema quando si dorme in posti fuori dalla consuetudine (la cuccetta di un treno, ad esempio): in questa circostanza, ci si muove come quando si era bambini: circa 50 movimenti in una sola notte. Il sogno limita, in effetti, i movimenti, dato che generalmente i neuroni impegnati nel sogno disattivano quelli periferici del sonno. Il punto di intensità si manifesta nelle fasi d’inizio o nelle fasi finali del sogno.