SUPPORTO A DISTANZA PER I PAZIENTI CON DEMENZA. Con il progetto “Centri diurni e struttura residenziale sempre con te” gli operatori delle varie strutture si sono organizzati per non lasciare sole le famiglie

SAN BENEDETTO – Il comune di San Benedetto del Tronto organizza un supporto a distanza per i pazienti con
demenza. Tra le tante problematiche derivanti da questo lungo periodo di chiusura forzata di attività e servizi, c’è quella, invisibile, ma molto avvertita da chi si trova a dovervi far fronte, della gestione delle persone con
demenza.
“La loro quotidianità è stata stravolta – dice l’assessore alle politiche sociali Emanuela Carboni – sono chiusi i centri di sollievo, chiusi i centri diurni, sospese da più di un mese le visite dei congiunti nelle strutture residenziali. I servizi territoriali, che per le famiglie rappresentavano un porto sicuro a cui affidare i propri cari e per i malati spazi fondamentali di socializzazione, svago e impegno, non si sa quando riapriranno e con quali modalità. Era importantissimo dare delle risposte alternative che potessero, per quanto possibile, alleviare il peso che grava sulle famiglie”-
Per dare un sostegno a queste persone e a coloro che se ne prendono cura (i cosiddetti “caregivers”), il personale delle strutture che a San Benedetto del Tronto si occupano di queste persone, ovvero il Centro diurno
“Giardino dei Tigli” gestito dalla Cooperativa Sociale Nomeni in collaborazione con Comune e Asur, la RSA “San Giuseppe Anni Azzurri” e il Centro diurno “San Giuseppe” gestiti dal gruppo KOSS Anni Azzurri, si è dunque mobilitato per cercare, anche in questa situazione, di dare una risposta alla domanda di supporto che arriva dalle famiglie.
E’ stato, dunque, varato un progetto dal titolo “Centri diurni e struttura residenziale sempre con te”, coordinato da Francesca Rossi, direttore della RSA San Giuseppe, Isabella Egidi, direttore sanitario della struttura e Lucia Epifani, psicologa della RSA e coordinatrice dei Centri Diurni, con la partecipazione degli educatori Simona Bottega, Irene Giobbi e dell’animatrice sociale Emiliana Travaglini.

COSA PREVEDE IL PROGETTO:
Il progetto prevede una serie di attività. Innanzitutto i familiari vengono contattati per illustrare loro il progetto e ottenere la loro adesione: per loro sono previsti, due volte alla settimana, dei colloqui via WhatsApp di psicoeducazione e sostegno psicologico. I pazienti, una volta a settimana, vengono poi videochiamati dagli
educatori, per offrire indicazioni su come svolgere a casa alcune delle attività che venivano fatte nei Centri. Inoltre, è stato attivato un canale YouTube, grazie al quale il paziente può seguire video su piccole attività
da svolgere e il caregiver potrà avere indicazioni sulle strategie quotidiane per aumentare la resilienza.
E’ prevista anche la creazione di gruppi WhatsApp, dove condividere materiali per le attività, e per confrontarsi, e la possibilità per le famiglie di inviare quesiti per posta elettronica, ai professionisti che fanno parte
del progetto.

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