Gabriel Garko ha ricevuto ancora una volta critiche molto severe ma, per fortuna, c’è chi difende la carriera e le scelte dell’attore.
Conosciuto per essere uno dei principali sex symbol degli anni Novanta, per un lungo periodo Gabriel Garko è stato tra i volti più noti della fiction italiana, partecipando anche a un vasto numero di progetti pubblicitari e facendo da testimonial per molte campagne pubblicitarie.
Si scoprì solo in seguito che il suo successo venne pagato a un prezzo carissimo: l’agenzia Aries, per la quale Garko lavorava, costringeva il giovane modello a tenere nascosta la sua omosessualità e ad avere relazioni fittizie con varie colleghe, tra cui fu famosissima quella con Eva Grimaldi.
L’attenzione sulla storia di Garko si riaccese anni dopo, quando l’attore decise finalmente di uscire allo scoperto entrando nella Casa del Grande Fratello e leggendo una lunga e bellissima lettera ad Adua del Vesco, altra attrice della scuderia Aries che era stata costretta a fingere di essere la sua compagna per diverso tempo.
Da allora, Gabriel vive liberamente la sua sessualità, anche se rimane molto discreto in merito alla sua vita privata, ma nonostante questo continua a ricevere critiche.
Gabriel Garko: “Tanto bello quanto inespressivo”, le accuse all’attore
Nonostante il fatto che oggi sia ancora un personaggio molto amato, il nome di Garko viene spesso accompagnato da moltissime critiche per le sue performance e soprattutto per le sue scarse capacità attoriali. Nuovo Tv ha pubblicato la lettera di un telespettatore che afferma di aver visto una delle ultime fiction a cui l’attore ha preso parte e che è stata trasmessa da Canale 5, Se Potessi Dirti Addio.
“Lui è tanto bello quanto inespressivo. Forse bisognerebbe fare largo a interpreti meno piacenti e più comunicativi, – ha scritto Giancarlo da Verona – credo che il pubblico sia più attratto dalla qualità dei prodotti televisivi che dalla bellezza dei loro protagonisti”.
A prendere le difese dell’attore ci ha pensato Alessandro Cecchi Paone, il quale ha puntato il dito non tanto contro le scarse capacità interpretative di Garko, quanto contro le scelte di un certo tipo di televisione che per anni ha preferito inserire nei set delle fiction prodotte nel nostro Paese attori più belli che dotati di una buona tecnica.
“Garko è in tempo per recuperare. Del resto, bisogna dire che per anni la selezione dei nuovi volti delle fiction è passata attraverso i concorsi di bellezza. – ha affermato – Insomma per troppo tempo in Italia sono state realizzate opere audiovisive più simili a fotoromanzi che a vere fiction”.
