San Benedetto del Tronto, Caso Galazzo: “Non ho colpe sulla morte della giovane al luna park”

«Non ho alcuna colpa se la ragazza è caduta ed è morta». Così si difende, Gianni Fortuna, uno dei tre ingegneri al centro dell’inchiesta della Procura di Ascoli sulla morte di Francesca Galazzo, la giovane che nel 2017 precipitò da una giostra presente al Luna park di San Benedetto. Il 63enne ha, inoltre, chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, diversamente dai colleghi, Gaetano Orlandi e Luigi Carini, per i quali è stato richiesto il processo.

Ieri era attesa la decisione del giudice Rita De Angelis che però, stando alle dichiarazioni dell’ingegnere Fortuna e a quelle dell’avvocato di parte civile Sciarroni, ha rinviato al 30 gennaio 2020 avendo ravvisato importanti approfondimenti da svolgere e che potrebbero aprire a ulteriori scenari.

«Nella sua deposizione l’ing. Fortuna ha portato alla luce aspetti tecnici sui quali si era già focalizzata la nostra attenzione – questo il commento dell’avv. Sciarroni in difesa della madre di Francesca – Non vogliamo fare nessuna caccia alle streghe, questo ci tengo che sia chiaro. Ma un fatto così grave come quello della morte di una giovane madre e che i periti hanno descritto come accidentale, merita di essere chiarito in tutti i suoi aspetti per attribuire ad ognuno le giuste responsabilità» ha aggiunto il penalista sambenedettese.

Il giudice ritiene, dunque, opportuno prendersi del tempo prima di fare la sentenza e decidere sul rinvio a giudizio dei colleghi Orlandi e Carini mentre, nei prossimi giorni, l’avvocato Sciarroni depositerà una memoria ponendo in evidenza aspetti tecnici che potrebbero coinvolgere altri soggetti.

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