Il numero massimo di ore in cui si può lavorare ogni giorno: cosa si rischia se si sfora

Le ore di lavoro influiscono sulla qualità della vita, ma soprattutto hanno ripercussioni sulla salute futura. Ecco cosa è emerso da uno studio.

Conoscete il detto per cui, se si fa il lavoro che si ama, non si lavorerà nemmeno un giorno? Sarà anche vero, ma la maggior parte delle persone, purtroppo, non ha questa fortuna. Trovare un impiego redditizio, in grado di sostenere la vita di oggi e che sia anche piacevole non è cosa semplice.

Quante ore e come bisognerebbe lavorare per essere felici?
Come influiscono gli orari di lavoro sulla qualità della vita (Ascoli.cityrumors.it)

Spesso così ci si ritrova ad andare al lavoro, stare all’interno dell’ufficio o della fabbrica la maggior parte delle ore del giorno e tornare a casa stremati. Al punto da non avere nemmeno la forza di fare nulla con gli amici o con la propria famiglia. E, a tal proposito, è emerso uno studio della New York University che ha analizzato come un monte ore lavorativo eccessivo sia dannoso per la salute con l’avanzare dell’età.

Come le ore di lavoro influiscono sulla qualità della vita

Wen-Jui Han, della New York University, studiando sulle 7000 persone negli Stati Uniti per un periodo di tempo di circa 30 anni, ha analizzato il loro stile di vita, i loro modelli occupazionali e la loro salute con l’avanzare dell’età.

Problemi di salute legati agli orari di lavoro? È tutto vero.
Orari di lavoro logoranti e non standard creano problemi di salute (Ascoli.cityrumors.it)

La prima cosa che è emersa è che il lavoro e il monte ore lavorative hanno influenzato non poco alcuni elementi importanti della vita – come la qualità del sonno, la salute fisica e soprattutto mentale. Come è ovvio, le professioni con orari di lavoro meno standard e più soggette a cambiamenti sono anche quelle che creano maggiori disturbi nel ritmo sonno-veglia e, con il passare del tempo, anche esaurimenti nervosi una volta superati i 50 anni.

Situazione ancora peggiore per chi ha iniziato ad avere orari di lavoro meno stabili intorno ai 30 anni di età. Per queste persone, arrivate a 50 anni, la salute sia fisica che mentale era nettamente più a rischio e più cagionevole di altre. Persino dei disoccupati che, tuttavia, sono soggetti a stress cronico. Secondo lo studio, quindi, la cosa più importante non è solo cercare di trovare un lavoro soddisfacente, ma anche un impiego che abbia degli orari regolari.

Ciò che si fa in giovane età ha, ovviamente, delle ripercussioni sul futuro più o meno importanti e questo non va assolutamente sottovalutato. Altro monito che emerge palesemente da questo studio riguarda il fatto che l’orario di lavoro perfetto è di circa 8 ore, non di più. Ma soprattutto che il mondo della politica del lavoro dovrebbe tenere conto della salute dei lavoratori e cercare di metterli sempre in condizione di operare al meglio e, soprattutto, di godere di una vita il più possibile sana e non logorante.

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