L’ex ct Mancini rispunta a una mostra: “Jesi è il mio inestimabile fortino”

L’ex tecnico della Nazionale italiana e attuale allenatore dell’Arabia è stato ospite della mostra“Jesi e il ‘900 verso il 2050–le farfalle arriveranno”

Un fortino vero e proprio. Un rifugio che pochi, dalle sue possibilità, possono vantare. E’ quello che pensa Roberto Mancini, l’ex allenatore dell’Italia campione d’Europa e ora attuale ct dell’Arabia che da qualche giorno, come spesso gli capita ultimamente, è venuto nella sua Jesi a stare con gli amici, con la sua famiglia e anche per partecipare ad un evento a cui tiene in modo particolare. E’ stato ospite di Andrea Cardinaletti, presidente della Fondazione Gabriele Cardinaletti, per Jesi e il ‘900 verso il 2050 – le farfalle arriveranno”, un evento a cui tiene in maniera speciale anche perché non è la prima volta che ci partecipa. E la gente è venuta numerosa, anche perché il Mancio a Jesi è una celebrità (non solo a Jesi) ed era a disposizione di tutti.

L'evento
L’ex tecnico della Nazionale italiana Roberto Mancini all’evento della Fondazione Cardinaletti (Facebook ascolicityrumors.it)

la sua presenza ha catturato l’attenzione di tutti, tanto che alla fine, visto come era l’atmosfera, molto famigliare quasi, ne è venuta fuori una vera chiacchierata, quasi intima da parte di Roberto Mancini. E si riparte addirittura da quando è andato via dalla sua città: “Jesi è una città in cui tutti si conoscono anche oggi ed andare in una grande città come Bologna non era un’idea semplice. Ho sentito molto la mancanza dei miei amici, dei miei ambienti e soprattutto dei miei. Se erano contenti? Mio padre certo, mia madre ha minacciato di brutto babbo se mi fosse successo qualcosa. Invece, dopo il dovuto adattamento, debbo riconoscere che aveva avuto ragione lui. Primo anno durissimo, il secondo un po’ meno poi, poi la serie A, il traguardo per cui tutti i bambini giocano a pallone. E noi andavamo per giocare, non per guadagnare.

“Amo Jesi, è il mio fortino inestimabile”

Il tecnico
Il tecnico dell’Arabia Saudita Roberto Mancini (Ansa ascolicityrumors.it)

 

Roberto Mancini si mette a disposizione e sorprende per alcune cose che dice, da un lato sembra quasi sia rimasto quel bambino di Jesi, ma poi la realtà dice ben altro, e non è certo da biasimare: “La mia prima diaria? 40.000 lire. Bologna è una città straordinaria, che mi ha subito voluto bene. Cosa consiglio ai giovani? Di poter scegliere liberamente, fare quello che si sentono dentro, sbagliando e anche fallendo, qualche volta, ma è l’unico modo per crescere“.

E poi qualcosa sulla sua città, visto che davanti aveva tanti ragazzi di Jesi che, a sentir loro, non ci sarebbero tanti sbocchi, ma lui esalta la città così piccola ma allo stesso tempo molto ben organizzata e bella. “Jesi, per me, è un fortino che ha un valore inestimabile, ci sono i miei ricordi, le mie cose, i miei amici, i miei genitori, soprattutto. Ed ho quella zona di conforto che, accompagnata alla qualità della vita, vale più di tanti altri posti. Posso dire che ho vissuto come volevo, ed è stato un privilegio, gli anni ’80 e ’90, un calcio meraviglioso, amici straordinari, come Luca Vialli, che resteranno sempre al mio fianco e nel mio cuore“.

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