Canone RAI: se non sei in regola finisci nei guai, stangata sulla prescrizione

Chi considera il canone RAI una tassa ingiusta, non speri nella prescrizione: se non si è in regola con i pagamenti, si rischiano guai seri.

Il dibattito sul canone RAI è un tema ricorrente nella sfera pubblica italiana, suscitando opinioni contrastanti tra i cittadini e alimentando discussioni politiche sul suo ruolo e sulla sua giustificazione. Per chi lo considera, da sempre, un ingiusto balzello arrivano brutte notizie: una vera e propria stangata sulla prescrizione.

Canone RAI, cambiano le regole della prescrizione
Canone RAI, una nuova stangata per i cittadini – (ascoli.cityrumors.it)

Il canone RAI è una tassa che i cittadini italiani devono pagare per il finanziamento del servizio pubblico nazionale gestito dall’azienda (Radiotelevisione italiana). Questa è prevista per legge e viene applicata a tutte le famiglie e le imprese che posseggono un televisore o un dispositivo idoneo alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive, indipendentemente dal fatto che effettivamente usufruiscano dei servizi offerti dalla RAI.

La principale giustificazione del canone risiede nella necessità di garantire un servizio pubblico di qualità, indipendente e pluralista, che possa informare, educare e intrattenere i cittadini italiani. La RAI svolge un ruolo fondamentale nel panorama mediatico nazionale, fornendo servizi di informazione, cultura e intrattenimento che, secondo i suoi sostenitori, non sarebbero garantiti unicamente da operatori privati.

Nonostante le sue giustificazioni, il canone RAI è spesso oggetto di contestazioni e critiche da parte dei contribuenti. Alcuni cittadini ritengono che la tassa sia ingiusta e obsoleta, soprattutto nell’era digitale in cui sempre più persone fruiscono di servizi televisivi e audiovisivi tramite internet e piattaforme di streaming, evitando i canali tradizionali. Chi ha scelto di non pagarlo oggi, però, non speri nella prescrizione: ecco la nuova pronuncia.

Canone RAI, stangata sulla prescrizione: cosa stabilisce la sentenza

Con l’Ordinanza n. 33213 del novembre 2023, la Cassazione ha emesso un importante pronunciamento riguardante la prescrizione del canone RAI, stabilendo che il termine sia di dieci anni anziché cinque. Questa decisione è stata presa in virtù dell’applicazione dell’art. 2946 del codice civile, che prevede un limite decennale per le imposte sui redditi e l’IVA in mancanza di una disciplina derogatoria.

Il limite stabilito dalla Cassazione per il pagamento del canone RAI
L’Ordinanza della Cassazione stabilisce un vincolo da non trascurare – (ascoli.cityrumors.it)

Il principio sancito dalla Cassazione è chiaro: l’obbligazione tributaria, anche se si tratta di una prestazione annuale come il pagamento del canone RAI, è autonoma e unitaria. Ciò significa che il pagamento non dipende da precedenti transazioni, ma è soggetto a valutazioni autonome in base alla presenza dei presupposti fiscali.

In pratica, la Cassazione ha stabilito che, in assenza di una specifica disposizione che deroghi al termine decennale previsto dall’art. 2946 del codice civile, questo termine si applica anche al canone RAI. La questione è emersa nel contesto di un caso giudiziario in cui il ricorrente aveva impugnato delle cartelle di pagamento relative a crediti erariali e tributi locali, contestando la prescrizione delle pretese tributarie. La sentenza di primo grado aveva accolto il ricorso, confermato successivamente in appello.

Quest’ultimo aveva respinto l’appello del Concessionario della riscossione. La Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso, denunciando violazioni normative che avevano portato all’applicazione del termine di prescrizione quinquennale anche per i crediti erariali, quando invece sarebbe dovuto essere applicato quello decennale previsto per le imposte sui redditi e l’IVA.

Inoltre, la Cassazione ha precisato che la scadenza del termine per proporre opposizione o impugnare un atto di riscossione non determina automaticamente la conversione del limite di prescrizione breve in quello ordinario decennale, a meno che non sia presente un titolo giudiziale definitivo. In conclusione, è stato accolto il ricorso riguardante la prescrizione del canone Rai, confermando l’applicazione del termine decennale previsto dall’art. 2946 del codice civile. La sentenza impugnata è stata pertanto cassata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado.

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