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Marche in zona gialla, boccata d’ossigeno per aziende ristorative: “Ora apertura serale in sicurezza”

Il primo weekend in zona gialla è stata una boccata di ossigeno per circa 13mila attività tra agriturismi, ristoranti, bar e pizzerie presenti nelle Marche che sono potute tornare ad accogliere clienti per pranzo.

Soprattutto in campagna, dove il distanziamento sociale non si misura in metri ma in ettari, è stato boom di prenotazioni per gli agriturismi. Pranzo in sicurezza anche per quel che concerne la qualità del cibo, visto la legge regionale che prevede almeno l’80% di prodotti aziendali o comunque dal territorio e carne, olio extravergine di oliva e miele obbligatoriamente Made in Marche. Attività che, essendo principalmente impegnate in agricoltura, lavorano in prevalenza nel fine settimana e che, a causa delle aperture a singhiozzo e le limitazioni imposte anche sotto data, hanno subito danni e affrontato diverse problematiche legate anche alla normale programmazione del lavoro.

Complessivamente nel 2020 la ristorazione ha quasi dimezzato il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di circa 41 miliardi di euro, secondo le stime Coldiretti su dati Ismea.

“Le chiusure serali – fanno notare da Coldiretti – valgono fino all’80% dei ricavi senza dimenticare che tutto questo incide sull’intera filiera agroalimentare con cali di ordini per le forniture di, ad esempio, vino olio, carne, frutta e verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Per questo il prossimo passo deve essere la possibilità in zona gialla di apertura serale, anche alla luce del progredire delle vaccinazioni e delle importanti misure di sicurezza adottata, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso”.