Marche: no al consumo di suolo agricolo, oltre 1000 di firme per dire no al fotovoltaico a terra

Oltre mille le firme già raccolte in pochi giorni e la petizione continua con la riapertura degli uffici di Coldiretti in tutta la regione. Il no al consumo di suolo per impedire l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra e alla sottrazione di terreno agricolo arriva dalla petizione lanciata il mese scorso da Coldiretti Giovani Impresa. Favorevoli all’energia rinnovabile, nelle Marche gli agricoltori si sono mobilitati suggerendo un fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. L’obiettivo è frenare il consumo di suolo che nella nostra regione non si è arrestato nonostante la pandemia. Tra 2019 e 2020 il cemento si è impadronito di altri 145 ettari di suolo libero. Come aver perso 203 campi da calcio. In media ogni marchigiano ha rinunciato a quasi un metro quadro di verde. Nel dettaglio delle province Macerata perde altri 54 ettari di terreno contro i 43 di Ascoli, i 26 di Pesaro Urbino, i 14 di Fermo e gli 8 di Ancona (pressoché tutti concentrati a Falconara). Ascoli e Macerata si scambiano il posto sul podio se guardiamo all’incidenza pro capite: ogni residente ascolano ha perso oltre 2 metri quadrati di verde, quelli maceratesi 1,73. Siamo la seconda regione d’Italia per cementificazione a meno di 300 metri dalla costa dove, nell’ultimo anno, abbiamo avuto la maggior incidenza di nuova occupazione di suolo con 8,43 metri quadrati per ettaro di superficie. Ciò significa anche spopolamento delle aree interne con il conseguente pericolo di tenuta idrogeologica dei territori. Le firme vengono raccolte sul sito www.giovanimpresa.coldiretti.it e negli uffici della Coldiretti in tutta Italia, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica. “Occorre investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra” spiegano i giovani agricoltori.

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