Le Marche dei cereali pronte a festeggiare il Pasta Day che si celebra ogni 25 ottobre per onorare il piatto simbolo della Dieta Mediterranea. Ogni italiano ne consuma oltre 23 chili l’anno ma la pasta è molto apprezzata anche all’estero.
Quella prodotta nelle Marche, complice anche l’anno del Covid con tante restrizioni ma un aumento dei consumi casalinghi, a fine 2020 aveva registrato oltre 21 milioni di euro di export. Con il ritorno alla normalità anche il dato si assesta, evidenzia Coldiretti Marche su dati Istat: nei primi sei mesi del 2021 la quota di esportazioni del settore è di circa 7,8 milioni di euro. In lieve flessione rispetto al pre Covid ma, ad ogni modo, per avere un quadro definitivo occorrerà valutare più avanti l’effetto delle riaperture della ristorazione e la ripresa del turismo internazionale.
“In aumento sono gli acquisti di pasta prodotta con grano 100% italiano – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – e questo grazie all’etichettatura obbligatoria che indica l’origine. È stata una grande battaglia vinta da Coldiretti per la trasparenza nei confronti dei consumatori, per sostenere un’agricoltura di qualità, amica dell’ambiente e della salute come quella italiana. La sua introduzione su pasta e su altri prodotti del paniere alimentare come il pomodoro per salsa, il riso, il latte, l’olio extravergine di oliva, il miele ha comportato un aumento del valore riconosciuto dell’agricoltura, anche in termini di redditività delle imprese”.
Le Marche, con 3,7 milioni di quintali nel 2021, sono la quarta regione d’Italia per la produzione di grano duro dietro a Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna. Al fianco della produzione principale la ricerca del Made in Italy ha portato i consumatori alla riscoperta di grani antichi come Saragolla o Jervicella, quest’ultimo riconosciuto anche come Sigillo di Campagna Amica come presidio di biodiversità da recuperare e valorizzare. Pasta che i consumatori possono trovare nei mercati contadini di Campagna Amica sparsi in tutta la regione dove gli agricoltori fanno la vendita diretta dei loro prodotti.