Venerdì 29 e sabato 30 marzo volge al termine la stagione del Teatro Ventidio Basso promossa dal Comune di Ascoli Piceno con l’AMAT, il contributo di Regione Marche, MiBAC e il sostegno di Bim Tronto.
Glauco Mauri e Roberto Sturno portano in scena I Fratelli Karamazov, dall’ultimo grandioso romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij, uno straordinario viaggio nei massimi problemi etici, prodotto dalla Compagnia Glauco Mauri Roberto Sturno e Fondazione Teatro della Toscana.
La regia di questo allestimento, versione teatrale di Glauco Mauri e Matteo Tarasco, frutto di un grande lavoro di smontaggio e rimontaggio dei capitoli fondamentali del romanzo, è di Matteo Tarasco. Glauco Mauri, che da giovanissimo (22 anni) ottenne un grande successo personale nel ruolo del fratellastro-servo Smerdjakov diretto da Andrè Barsacq, è oggi il dissoluto e senza scrupoli Fëdor Pavlovič Karamazov. Roberto Sturno dà voce e corpo a Ivàn Karamazov, il più intellettuale e tormentato dei fratelli. Accanto a loro: Paolo Lorimer, Laurence Mazzoni, Pavel Zelinskiy, Luca Terracciano, Giulia Galiani, Alice Giroldini. Le scene sono di Francesco Ghisu, i costumi di Chiara Aversano, le musiche di Giovanni Zappalorto, le luci di Alberto Biondi.
“Per ben due volte la nostra compagnia ha raccontato Dostoevskij. Due assoluti capolavori: L’idiota e Delitto e castigo. Dostoevskij, Shakespeare e Beckett – afferma Glauco Mauri – sono stati i tre grandi autori che mi hanno aiutato a tentare di capire la vita: la immensa tavolozza dei colori dell’animo umano di Shakespeare, la tragedia del vivere che diventa farsa e la farsa del vivere che diventa tragedia di Beckett e Dostoevskij che mi ha fatto capire la magnifica responsabilità che ha l’uomo di comprendere l’uomo. Dostoevskij non giudica mai: racconta la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso e a volte orrendo che è l’essere umano. La famiglia Karamazov devastata da litigi, violenze, incomprensioni, da un odio che può giungere al delitto, oggi come oggi appare, purtroppo, un esempio di questa nostra società così incline all’incapacità di comprendersi e di aiutarsi. Anche il sentimento dell’amore spesso viene distorto in un desiderio insensato di violenza. Così sono i Karamazov – Così siamo noi? Ma Dostoevskij è un grande poeta dell’animo umano e anche da una terribile storia riesce a donarci bellezza e poesia.”
Dostoevskij per i suoi romanzi traeva spunto dalle cronache e dai casi giudiziari del suo tempo, ma anche dalle traumatiche esperienze personali, la morte violenta del padre, la propria condanna a morte, poi commutata ai lavori forzati in Siberia, il suo stesso tormento religioso: “Il tema principale de I Fratelli Karamazov è lo stesso di cui ho sofferto consciamente o inconsciamente per tutta la vita: l’esistenza di Dio”. La storia deI Fratelli Karamazov ruota attorno ai complessi rapporti della famiglia Karamazov, sotto l’apparenza da canovaccio di un romanzo giallo cela il dramma spirituale che scaturisce dal conflitto tra la fede e un mondo senza Dio. “L’ultimo romanzo di Fëdor Dostoevskij – scrive Matteo Tarasco nelle sue note – ha la grandezza e la forza di un inferno dantesco, è una comédie humaine alla russa, dove bestie umane si agitano sulla scena del mondo, dove il denaro, il fango e il sangue scorrono insieme. Una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto”.
Per informazioni: biglietteria del teatro 0736 298770. Inizio spettacolo ore 20.30.