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Ascoli, Il sociale nel segno della tradizione: Porta Solestà raccoglie l’invito del Comune per nuovi eventi e iniziative

“Spero che questo evento sia solo un punto di partenza. Raramente capita che i temi della Quintana vengano associati al sociale e mai era accaduto in un colpo solo di incrociare le esperienze dei sestieri ascolani e dei rioni folignati, ascoltare un’importante contradaiola senese e spiegare l’immenso lavoro della Lilt, volontari in prima linea nella lotta ai tumori. Tutto in un pomeriggio. Ripeto, mi auguro che sia solo l’inizio di un percorso.

Insieme tanto si può fare. Grazie a Porta Solestà per lo splendido evento”. Sono le parole con cui l’assessore Massimiliano Brugni, ha chiuso il convengo “Il sociale nel segno della tradizione”, organizzato a Palazzo dei Capitani dal sestiere di Porta Solestà e patrocinato dall’amministrazione comunale. 

A dare il benvenuto ai relatori erano stati Alessandro Bono, presidente del consiglio comunale (“Un’ottima iniziativa, è bello che il sociale sia al centro dei pensieri quintanari”), Massimo Massetti, presidente del Consiglio degli anziani (“E’ motivo d’orgoglio che i gonfaloni di tutti i sestieri siano presenti in sala”) e lo stesso Brugni (“Un nuovo capitolo sui cui iniziare a ragionare e programmare”). 

I lavori sono stati aperti da Alfredo Doni, priore del rione Giotti di Foligno. Dopo una breve introduzione sulla rievocazione folignate, ha raccontato l’anno di rinascita del suo rione, quando nel duemila fu proprio un’azione corale e sociale a ricostruire e rilanciare il rione Giotti, duramente segnato dal terremoto del 1997. Gli interventi per ristrutturare la taverna, la realizzazione della scuderia, la ricomposizione dei gruppi e la riorganizzazione complessiva, passarono attraverso un intenso lavoro di squadra che fu premiato dalla vittoria della giostra. Il Giotti così è tornato a essere un rione d’esempio, sempre impegnato nei progetti sociali, come la raccolta fondi per le associazioni di volontariato o l’acquisto di materiale sanitario. Da allora dieci giostre vinte, una splendida taverna, il primo museo rionale a Foligno e il coinvolgimento totale del suo popolo.

Un rione gioiello, così come lo è il Cassero, rappresentato a Palazzo dei Capitani dal priore Fabio Serafini, che ha concentrato il suo intervento sull’intensa attività svolta per coinvolgere i più giovani, su come il rione è riuscito a rapire l’attenzione dei bambini, a riportarli a giocare negli spazi quintanari, all’insegna della tradizione, mettendo ogni tanto da parte l’attività attuale, sempre più virtuale e condizionata dai social. Serafini ha sottolineato l’importanza di tramandare le tradizioni, di lavorare ancora più intensamente sul fronte sociale, per far diventare i rioni veri e propri punti di riferimento della collettività.

Tra gli interventi di Doni e Serafini, Gaia Tancredi, senese, contradaiola dell’Oca, figlia di uno storico governatore vincitore, giornalista e presidente della Lilt di Siena (eccellenza nazionale nella lotta ai tumori) è stata protagonista di una splendida intervista pubblica. Ha risposto alle domande di Giuseppe Silvestri (moderatore dell’evento) spiegando l’importanza del Palio per Siena, le tappe della vita dei veri contradaioli, le gioie legate alla vittoria di una Carriera e i dolori quando a trionfare è la contrada nemica, la sua esperienza diretta, il rapporto con Aceto e tanti altri aspetti della Festa. Ma Tancredi ha poi illustrato il lavoro che porta avanti la Lilt sul fronte della lotta ai tumori, dalla prevenzione alle visite specialistiche, dal sostegno psicologico all’assistenza. La Lilt di Siena può contare su oltre cinquanta medici, una ventina di paramedici, una struttura poliambulatoriale di due piani dove vengono effettuati migliaia e migliaia esami ogni anno e scoperti e combattuti centinaia di casi di tumore. Un’eccellenza nazionale, disposta ad ampliare i propri orizzonti, a collaborare fattivamente e senza esitazioni con la Lilt di Ascoli.

Una disponibilità che Raffaele Trivisonne, presidente della sezione picena, ha accolto con grande soddisfazione, spiegando l’enorme lavoro che attualmente sta portando avanti sul fronte dell’educazione alla prevenzione, con ripetuti incontri nelle scuole e nel mondo degli adulti. Ma ha raccontato anche l’esperienza dei laboratori sociali, dedicati a chi deve superare una delicata fase oncologica. Ha inoltre ribadito i concetti del buon vivere che aiutano a prevenire patologie tumorali o a scoprirle subito, per avere maggiori possibilità di vincere battaglie complesse.

Annunciati da rulli di tamburo e squilli di chiarina dei musici solestanti, gli interventi si sono susseguiti a ritmo intenso. Dopo un’ora circa di lavori, è stato Attilio Lattanzi, caposestiere di Porta Solestà, a tirare le somme. A ribadire una volta di più che ormai sestieri, rioni e contrade rappresentano il terzo settore delle proprie città. Strutture a cui sempre più ci si rivolge nei momenti di difficoltà o quando c’è la voglia di condividere eventi e vicende positive. 

Lattanzi ha spiegato che mai come ora, dopo due anni di pandemia, i sestieri devono diventare veri e propri punti di riferimento sociali. Ha sottolineato la necessita di massima collaborazione tra i sestieri ascolani: superare campanilismi e rivalità, ovviamente giostre a parte, può consentire di dar vita a progetti e iniziative di ampio respiro, capaci di andare oltre i confini cittadini, come è avvenuto in occasione del convegno. Ha aggiunto che Porta Solestà intende continuare a lavorare nel campo del sociale con una lunga serie di eventi e appuntamenti in campo culturale e di sostegno alle fasce più bisognose, incrociando esperienze e iniziative con Foligno, Siena e qualsiasi altra realtà sia disponibile a lavorare in tale direzione.

A chiudere i lavori è stato un omaggio a sorpresa dedicato a Gaia Tancredi, un breve video con alcune storiche immagini dell’attività dirigenziale di suo padre nella contrada dell’Oca (Luciano è scomparso da diversi anni) e dell’impegno che lei sta portando avanti con la Lilt, correndo quotidianamente quello che è stato definito il Palio della vita, ovvero la lotta ai tumori. 

La giornata si è conclusa con una partecipata ed elegante cena nella taverna di Porta Solestà, scandita dal menù messo a punto dal mAngiologo Mauro Mario Mariani. E tra una portata e l’altra chi ha dato vita all’evento, ha iniziato a raccogliere l’invito dell’amministrazione comunale, anticipato dall’assessore Brugni e ribadito a chiare lettere durante la cena dal sindaco Marco Fioravanti: dare seguito al convegno con iniziative concrete, toccando i vari aspetti del sociale. Sono state ipotizzate nuove idee ed è stata fissata una prima riunione per cominciare a progettare e calendarizzare i primi appuntamenti.