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Protesta al carcere di Ascoli Piceno: i Sindacati di Polizia Penitenziaria proclamano un sit in. Interverranno Mirko Bilò, del dipartimento antimafia della Lega e l’assessore alle Pari opportunità del Comune di San Benedetto Antonella Baiocchi

ASCOLI – Oggi, giovedì 3 giugno, è in programma un sit in, davanti alla Casa Circondariale di Marino del Tronto, organizzato dai sindacati maggiormente rappresentativi del Corpo di Polizia penitenziaria, stanchi e logori. Al centro delle problematiche i problemi che vive quotidianamente il personale di Polizia penitenziaria in servizio nell’istituto penitenziario, che manifestano per “la sordità e noncuranza dimostrata dal Provveditore Regionale che, pur essendo stato a più riprese invitato a raggiungere di persona l’istituto ascolano per prendere atto di ciò che realmente accade “al di là delle mura”, ha costantemente evitato e rinviato il confronto diretto con i rappresentanti del Corpo.

S.A.P.Pe, Si.N.A.P.Pe, U.S.P.P. e O.S.A.P.P. scendono in piazza, dunque, per manifestare la loro rabbia e la loro insoddisfazione “per un sistema gestionale che dimostra oggi di essere inadeguato a governare un Istituto penitenziario importante come quello ascolano e dall’altro dell’incredibile assenza dell’Amministrazione penitenziaria nella persona del Signor Provveditore che, ad oggi, nonostante le plurime segnalazioni ed i costanti inviti a raggiungere l’Istituto ascolano per avere un confronto diretto con noi rappresentanti dei lavoratori e far vedere di persona lo stato dei fatti, abbia prediletto la strada dell’attendismo e del rinviare ad altro momento la problematica.

Tutto ciò si evince da un “attività istruttoria” in essere ormai da tempo al quale non ci è dato conoscere i tempi e le modalità poiché in assenza di apposita informativa preventiva siamo spettatori dell’alternarsi del comandante in carica con uno in sostituzione quindi restando appesi ad un filo e privi di una scadenza il risultato finale risulta essere, con enorme sacrificio, l’impossibilità di rappresentare i lavoratori nelle opportune sedi di discussione”, affermano dai sindacati.