MONTEPRANDONE – Appuntamento a San Martino con la Cucina dello Spirito, un classico degli appuntamenti del novembre monteprandonese.
La “Cucina dello spirito” riparte dopo anni difficili, di allontanamento ed isolamento, e comunque in un’atmosfera generale persistente di spaesamento ed incertezza. Si tratta di un appuntamento molto atteso dagli appassionati del genere.
San Martino, nell’incombere delle difficoltà e del rigore invernale, era un piccolo conforto con gli ultimi doni dell’autunno, nella speranza che le risorse accumulate potessero supportare mesi complessi. “Anche nei monasteri si festeggiava, pertanto, un’auspicata tregua di tepore che, come ci si illudeva, sembrava fosse un ricordo del santo e dei suoi miracoli, a regalare un po’ di quiete prima dell’arrivo del generale Inverno. Si celebrava con il vino, con le castagne, con la zucca, con i funghi, ma anche con provviste messe da parte durante l’anno, che sarebbero bastate anche con la neve alle porte ed i campi in letargo. È questo, il senso di un augurio, con il beneficio della speranza”, affermano Ermetina Mira e lo storico Tommaso Lucchetti, che curano il progetto da molti anni.
“La Cucina dello Spirito” ha l’intento di promuovere il territorio di Monteprandone e il suo patrimonio culturale, paesistico e enogastronomico. Ermetina Mira, fra i titolari dell’Hotel ristorante San Giacomo, ha voluto promuovere l’iniziativa dedicata all’enogastronomia e alla tradizione monastica, ispirata dalla figura di San Giacomo della Marca, originario di Monteprandone.
Il menù realizzato per la speciale occasione, proposto venerdì 11 novembre al Ristorante hotel San Giacomo di Monteprandone, alle ore 20.30, sarà:
Crostini
(ricette ottocentesche di vari monasteri, tra i quali le clarisse di Santa Maria Maddalena a Serra de’ Conti)
Polenta (di castagne) maritata
(ricetta tradizionale novecentesca del monastero domenicano del Corpus Domini a Loro Piceno)
Timballo di zucca
(ricetta ottocentesca del monastero benedettino di Maria Santissima Assunta in Cielo a Monte San Giusto)
Zuppa di funghi
(dal ricettario manoscritto ottocentesco di un’istituzione religiosa fermana)
Ravioli al formaggio
(ricetta tradizionale del Monastero benedettino di San Pietro e Santa Cecilia a Cagli)
Salmì
(ricetta novecentesca delle clarisse del monastero di Santa Chiara a Montegiorgio)
Sformato di patate
(ricetta novecentesca del monastero benedettino di Santa Caterina a Santa Vittoria in Matenano)
Cavallucci
(ricetta novecentesca del monastero benedettino di Santa Sperandia a Cingoli)
Caldarroste
(ricorrenti a San Martino, ad esempio nel regolamento ottocentesco dei padri filippini di Ascoli)
Vino cotto
(memoria del convento di Santa Maria delle Grazie a Monteprandone)