Assegno Unico maggiorenni: occhio alle regole per non perdere anni di sussidio

Spuntano novità per quanto riguarda l’assegno unico per figli maggiorenni. Bisogna fare attenzione alle regole per non perdere il sussidio. 

Tra gli argomenti più discussi del dibattito pubblico troviamo sicuramente l’assegno Unico e quando questo può essere erogato quando si hanno dei figli maggiorenni. Se presti attenzione alle regole potresti evitare di perdere anni ed anni di sussidio: tutte le domande dei cittadini.

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Attenzione alle regole per non perdere anni di sussidio – Ascoli.cityrumors.it

L’assegno unico è quel sostegno economico fondamentale per le famiglie, destinato a ciascun figlio a carico e distribuito mensilmente dall’INPS. Nell’erogazione va considerato l’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), se applicabile. Questo beneficio è valido per i figli a carico durante l’intero periodo della minore età, a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del ventunesimo anno. Ovviamente bisognerà rispettare delle determinate condizioni.

Infatti questo assegno si applica ad ogni figlio minore e maggiorenne fino a 21 anni, a carico. Per “a carico”, si intende che il figlio fa parte del nucleo familiare ai fini dell’ISEE, secondo le regole stabilite dalle disposizioni normative vigenti. In mancanza della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), si applica un ragionamento analogo. Ma ci sono diverse considerazioni da fare per quanto riguarda il figlio maggiorenne e conoscendo le regole eviterai di perdere anni di sussidio.

Assegno Unico maggiorenni, così non perderai il sussidio: cosa bisogna sapere

Per quanto riguarda i figli maggiorenni è importante considerare il carico fiscale, specialmente quando iniziano un’attività lavorativa. Un figlio maggiorenne che convive con i genitori è considerato parte del nucleo, indipendentemente dal carico fiscale, se il reddito complessivo Irpef nell’anno di riferimento della domanda di assegno unico non supera gli 8.000 euro.

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Grazie a queste regole potrai ottenere il massimo dal beneficio – Credits: Ansa Foto – ascoli.cityrumors.it

Se il figlio maggiorenne non convive con i genitori, la definizione del nucleo segue le regole dell’ISEE. In questo caso il figlio non convivente con i genitori, di età inferiore ai 26 anni, sarà incluso nel nucleo genitoriale se è a carico degli stessi, non è coniugato e/o non ha figli.

Sarà possibile quindi beneficiare dell’assegno unico solamente seguendo queste due condizioni:

  • Nel secondo anno solare antecedente, il reddito complessivo non deve superare i 4.000 euro.
  • Nell’anno di riferimento dell’assegno unico, il reddito lordo presunto non deve superare la soglia di 8.000 euro.

Mentre invece per i figli maggiorenni disabili non ci sono limiti di reddito. Quando invece un figlio compie 18 anni, l’INPS ha stabilito le seguenti condizioni per continuare a ricevere il sussidio:

  • Frequenza di un corso di formazione scolastica o professionale, o un corso di laurea.
  • Svolgimento di tirocinio o attività lavorativa con un reddito inferiore a 8.000 euro nel 2022.
  • Registrazione come disoccupato attivo nella ricerca di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego.
  • Svolgimento del servizio civile.

Infine la domanda dovrà essere integrata entro la fine dell’anno di riferimento dell’assegno unico, ossia entro il 28 febbraio dell’anno successivo. Durante questo periodo l’erogazione dell’assegno unico sarà sospesa, ma riprenderà dopo l’integrazione o la presentazione di una nuova domanda, con eventuali arretrati per aggiornamenti tardivi dei requisiti.

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