A breve partiranno le domande per poter richiedere il bonus acqua potabile: ecco a chi spetta il rimborso statale
L’acqua potabile è un bene prezioso senza la quale non si potrebbe vivere. In un periodo difficile dal punto di vista sia sociale che economico, il governo è intervenuto, lo scorso anno, inserendo anche un bonus che prevede proprio l’utilizzo dell’acqua potabile. Si tratta di un vero e proprio rimborso che può essere richiesto da alcuni cittadini.
Anche se per il 2024 tale bonus non è stato rinnovato, a partire dal prossimo mese sarà possibile presentare apposita domanda per poter avere il rimborso. Il bonus acqua potabile è stato infatti previsto anche per le spese sostenute nel 2023. Vediamo allora chi può ottenere il rimborso e come presentare la domanda.
Bonus acqua potabile: ecco come presentare la domanda
Le domande per poter richiedere il bonus acqua potabile possono essere presentate a partire dal 1° febbraio 2024. Per lo scorso anno le risorse stanziate dal governo ammontano a 1,5 milioni, 3 milioni e mezzo rispetto il 2022: questo, ovviamente, comporta il rischio di un taglio sugli importi che spettano ai beneficiari.
Nel dettaglio il bonus consiste nel rimborso delle spese sostenute per interventi di sostituzione di vasi sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto e di apparecchi di rubinetteria, soffioni doccia e colonne doccia esistenti con nuovi apparecchi a limitazione di flusso d’acqua.
Le domande per ottenere il bonus possono essere presentate, come detto, dal 1° al 28 febbraio 2024. La domanda può essere trasmessa tramite il servizio web disponibile nell’area riservata del sito delle Entrate o tramite i canali telematici dell’Agenzia. Una volta inviata la comunicazione bisogna attendere il via libera alla fruizione dell’agevolazione.
I beneficiari potranno spendere il bonus in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e agli anni successivi fino al completo utilizzo dell’incentivo.
ll bonus idrico può essere richiesto dalle persone fisiche, dagli esercenti di attività d’impresa, arti e professioni; enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e dagli enti religiosi civilmente riconosciuti. Le spese che danno diritto al bonus riguardano l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare E290, finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti.
Ricordiamo che per usufruire del bonus bisogna avere pagamenti tracciabili. Le spese, quindi, devono essere documentate con fattura elettronica o documento commerciale (in cui deve esserci il codice fiscale di chi ha effettuato il pagamento). Il bonus idrico consiste in un credito d’imposta per il miglioramento dell’acqua potabile, pari al 50% dei costi sostenuti fino a un massimo di mille euro per le persone fisiche e 5mila per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.