Coldiretti Marche a Tipicità, 780mila ore di cassa integrazione nel settore agroalimentare

Oltre 780mila ore di cassa integrazione nel settore agroalimentare marchigiano.

Sono i numeri dell’emergenza Covid imparagonabili a quelli del 2019 quando la cig del settore contava circa 34mila ore.
I dati sono del report di Bankitalia sulle Marche nei primi nove mesi del 2020 e sono emersi ieri mattina nel corso dell’evento “Come l’azienda agricola affronta la crisi”, organizzato da Coldiretti Marche nell’ambito di Tipicità Special Edition. Incontro molto seguito sui social, con la presidente Maria Letizia Gardoni in presenza al Fermo Forum.

Le aziende agricole – ha spiegato la presidente Gardoni – hanno avuto la capacità di saper affrontare questo periodo, complesso da vivere e da interpretare. Come Coldiretti abbiamo lavorato a stretto contatto con la giunta regionale per ottenere misure a sostegno delle aziende che avevano subito un arresto drammatico dell’attività economica. Solo qui nelle Marche abbiamo portato 6 milioni di euro nelle tasche delle aziende agricole. Il 2021? Dovremo essere in grado, dopo aver imparato molto da questa crisi, di rivedere modelli di produzione e stili di vita. In questo l’agricoltura può giocare un ruolo fondamentale”.

Con la presidente Gardoni, collegati da remoto, anche il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, la presidente regionale di Coldiretti Maria Letizia Gardoni, l’Assessore all’agricoltura della Regione Marche Mirco Carloni, il direttore generale di Fondazione Campagna Amica Carmelo Troccoli, il presidente nazionale Terranostra Diego Scaramuzza. Un incontro virtuale organizzato proprio alla vigilia di una data storica per Coldiretti e l’Italia: sono infatti passati 20 da quel 3 dicembre 2000 quando Coldiretti lanciò per la prima volta il patto di fiducia con i consumatori, per l’autenticità delle produzioni agricole e la difesa del Made in Italy a tavola. “Coldiretti – ha aggiunto il presidente nazionale Prandini – in questi mesi si è impegnata tanto andando oltre la rappresentanza agricola. Lavorando con Fipe, si è impegnata per sostenere tutto quello che riguarda l’offerta del cibo. Compresa la ristorazione che non deve essere abbandonata ma essere sostenuta, compresi i nostri agriturismi che riteniamo essere in assoluto gli ambasciatori dell’offerta e della conoscenza culturale del cibo in ogni regione e per ogni prodotto che ha caratteristiche diverse e una storia da raccontare”.

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