San Benedetto, Ecco il progetto ‘Blu Economy’: Da rifiuti dell’attività di pesca alle materie prime per l’industria della cosmesi, degli integratori alimentari e dei mangimi per l’allevamento ittico

Da rifiuti dell’attività di pesca alle materie prime per l’industria della cosmesi, degli integratori alimentari e dei mangimi per l’allevamento ittico.

È questo il progetto ‘San Benedetto Blu Economy’ presentato al Ministero dello Sviluppo Economico coordinato dal Caap Centro Agroalimentare Piceno con il coinvolgimento di oltre venti armatori sambenedettesi e i centri di ricerca dell’Università Politecnica delle Marche.

Un progetto che si basa su elementi di economia circolare individuati nel Green Deal Europeo con l’obiettivo di definire un range di prezzo su differenti tipologie di pescato massivo che non vengono apprezzate dai consumatori e vengono vendute a prezzi stracciati.

Il progetto permetterà di dare un diverso utilizzo agli scarti della pesca transiterà nel mercato ittico locale che ne certificherà la garanzia e potrà essere quindi oggetto di trasformazione e successiva commercializzazione.

La garanzia dei due processi, la trasformazione e la commercializzazione, viene avvalorata da un bollino identificativo di tracciabilità sulla provenienza del pescato della marineria sambenedettese con lo scopo di dare risalto alla materia prima.

Grazie all’attività svolta dall’Università Politecnica delle Marche, che utilizzerà i laboratori messi a disposizione del Comune di San Benedetto, attraverso un protocollo d’intesa, viene garantita una nuova vita allo scarto/recupero del pesce per prodotti in ambito di cosmesi, integratori, mangime per acquacoltura, creando e soddisfacendo un interesse collettivo che accoglie le esigenze implicite della collettività e della società, con elementi innovativi anche a livello locale.

“Il Caap Centro Agroalimentare Piceno – ha detto l’amministratore delegato Francesca Perotti – costituisce il nucleo centrale di tutto l’ecosistema composto dalla nostra struttura, dai centri di ricerca universitari che operano sul territorio e ovviamente il settore ittico che da sempre caratterizza il sistema economico del nostro territorio. Per la realizzazione di questo progetto è stato richiesto un contributo totale di un milione e 282mila euro”.

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