San Benedetto, L’Armatore Domenico Guidotti conferma l’interesse per una linea marittima con Spalato

Soddisfatto Domenico Guidotti che è arrivato al porto di San Benedetto con il suo nuovo catamarano appena uscito dai cantieri navali di Pesaro e diretto a Termoli per la nuova linea con le Isole Tremiti e tra qualche mese anche con la Croazia. Guidotti sambenedettese di nascita è arrivato con il padre e la sorella e ha permesso a tutti di fare un tuffo nella sua storia, all’interno delle proprie origine sambenedettesi e ha dato modo di immergersi in un mare di ricordi incentrati sulla passione e la competenza.

“Abbiamo trovato una grande accoglienza ma non ne sono sorpreso – ha detto Guidotti – Dopo l’esperienza vissuta a Civitanova credo ci siano tutte le prospettive per una linea San Benedetto-Spalato, capoluogo della regione spalatino-dalmata. Un progetto per portare turisti in Croazia ma che ha ampie possibilità di crescere coinvolgendo i polacchi, i rumeni e i russi che vanno al mare in Croazia a venire nel Piceno per visitare i nostri borghi storici o le nostre aziende calzaturiere. Voglio ringraziare tutti per l’accoglienza, in particolar modo il Sindaco e tutte le autorità marittime e civili. Sono convinto che ci rivedremo presto”.

Domenico Guidotti ha lo stesso nome del nonno che ha veramente fatto la storia della marineria sambenedettese. Un pescatore, che poi divenne termolese di adozione, così come termolesi di adozione adesso lo sono anche i figli e i nipoti. La sua storia è legata alla sua prima motopesca “Il San Francesco”. Ed è stata proprio l’imbarcazione al centro della storia che si è svolta nell’arco della Seconda Guerra Mondiale. Un episodio che è diventato eroico.

Guidotti con la sua imbarcazione ha portato in salvo, da San Benedetto del Tronto, una trentina di persone tra cui partigiani, agenti segreti ed ebrei fino al porto di Termoli dove erano già presenti le truppe inglesi agli ordini L’altra storia della Shoah, quando Domenico
Guidotti salvò gli ebrei del generale Montgomery.

La città di San Benedetto del Tronto in quei giorni veniva bombardata dagli alleati che dalla Sicilia, dove erano sbarcati, avevano risalito la Penisola. Centoquarantaquattro i bombardamenti che in quel periodo si sono contati in città con la gente costretta a vivere nel terrore e a cercare rifugio nell’entroterra Piceno. Ed è stato proprio in questo momento che la famiglia Guidotti ha scelto di trasferirsi a Monsampolo con Mimì che ha comunque continuato a lavorare.

Un giorno, però, il pescatore fu avvicinato da un parente di fede comunista, da sempre in contatto con la Resistenza, che gli propose un trasporto speciale con la sua barca. Il piano prevedeva di mettere a sicuro al di là della linea del fronte, da tempo bloccata dal maltempo e dalla resistenza tedesca sul fiume Sangro, all’altezza della linea Gustav dove l’VIII armata inglese del generale Montgomery era impantanata dopo aver raggiunto e liberato Termoli dall’oppressione tedesca.

Si trattava di militari italiani ed alleati scappati dai campi di prigionia dopo l’8 settembre, agenti dei servizi segreti angloamericani ed ebrei, uno dei quali di Ancona. In tutto una trentina di uomini quelli che Mimì Guidotti avrebbe dovuto nascondere all’interno della sua imbarcazione. Partì da solo ma subito appena al largo di San Benedetto la città fu sottoposta ad un altro Violento bombardamento alleato.

Il viaggio verso la libertà per Mimì e per i fuggiaschi fu lunghissimo perchè il peschereccio San Francesco non superava le 8 miglia all’ora ma quando arrivò al porto di Termoli con i reduci, ci fu il tripudio tanto che poi nel 1952 Guidotti ha ricevuto dal Ministero della Difesa una medaglia e un attestato di benemerenza.

Notizie che sono tramandate oggi dalla dalla Guidotti Ships. Gesta che, però, sono anche descritte all’interno del libro di Alessandro Perini “I diari di Babka 1943-1944. Aristocrazia antifascista e missioni segrete” ispirato da uno studio tratto e pubblicato dall’Agenda Nautica Guidotti a cura dello storico termolese Giovanni De Fanis.

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