Il Comune di San Benedetto del Tronto, Assessorato Pari Opportunità, Politiche di Integrazione, Inclusione e Pace, presenta il primo corso di Autodifesa che non discrimina il sesso delle persone che vi si rivolgono.
L’iniziativa è effettuata in collaborazione con KMA (Krav Maga Academy®), un’eccellenza italiana per i corsi di difesa, che opera in Italia e all’estero (Israele, Russia, Somalia).
“KMA opera con applicazioni sia Civili che Professionali (Police, Military e Security), – commenta Matteo Paolini responsabile KMA per la Provincia di Ascoli Piceno e la Regione Abruzzo – a stretto contatto con l’Arma dei Carabinieri, Forze dell’Ordine e Comandi Militari per la formazione di particolari reparti Antiterrorismo. Si occupa inoltre della formazione del personale impiegato nella protezione di diplomatici dell’ONU, Agenzie di Sicurezza private, Compagnie Aeree ed ovviamente forma anche civili. Siamo particolarmente orgogliosi di accogliere questa originale angolazione che ci ha proposto l’Assessore”.
“E’ un corso cui tengo particolarmente – commenta l’Assessore Antonella Baiocchi – L’apertura sia alle femmine che ai maschi non è per nulla scontata ed ha un valore simbolico che mi aiuta a contrastare un concetto deleterio che, fino a che persiste, intralcia l’individuazione della vera matrice alla base della violenza: mi riferisco al radicato pregiudizio che tende a vedere la violenza prerogativa del maschio e ladolcezza e la comprensione prerogativa della femmina. Al di là delle rilevanze statische e della risonanza mediatica, è sotto gli occhi di
tutti invece che nel ruolo di Vittima possano venire a trovarsi le femmine, certo, ma anche i maschie e che nel ruolo di Carnefice si possano trovare certo i maschi, ma anche le femmine: senza necessariamente ricorrere agli ultimi fatti di cronaca, che hanno visto operatori sia maschi che femmine attuare violenze e vessazioni verso gli anziani e i minori, questo aspetto è particolarmente evidente nel Bullismo. Soffermarsi su certe caratteristiche del carnefice come il sesso, ma anche il colore della pelle, l’etnia, l’età, il grado di cultura etc., rischia di portare fuori strada nell’individuazione della vera matrice della violenza: sono caratteristiche significative dal punto di vista dell’analisi criminologica di determinate categorie di vittime (nei femminicidi, ad esempio, il carnefice è prevalentemente maschio) ma rischiano di portare fuori strada dal punto di vista dell’individuazione
della matrice alla base della violenza.”