Il caso di una infermiera aggredita: la Asl/Ast di Ascoli condannata a risarcirla. Cosa bisogna sapere sulla vicenda.
Le aggressioni al personale sanitario, a medici, infermieri e anche a operatori socio sanitari, sono purtroppo all’ordine del giorno, con alcuni casi i violenza inaudita che hanno lasciato sgomenta l’opinione pubblica, almeno un’ampia parte di essa.
Ovunque si chiedono maggiori tutele per il personale sanitario, con misure di protezione adeguate e pene certe e severe per gli aggressori, che non possono essere lasciati impuniti o perseguiti con pene lievi.
Sul tema, un’importante novità arriva dalla sanità ascolana o meglio dalla giustizia delle Marche, con una storica sentenza della Corte d’Appello di Ancona che ha condannato la sanità ascolana, in sede civile, a risarcire un’infermiera aggredita. Una sentenza destinata a fare scuola.
I fatti risalgono al 2017, quando una infermiera, che lavorava al triage del pronto soccorso dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno, fu aggredita fisicamente da una paziente che era in attesa di essere visitata. La donna assalì l’infermiera con inaudita violenza, prima insultandola e poi prendendola a calci e pugni con furia. Le conseguenze della brutale aggressione furono una contusione allo sterno e a una spalla, e un ematoma facciale per l’infermiera, con una prognosi di dieci giorni. L’aggressione si verificò nel pomeriggio di un giorno di luglio, con il pronto soccorso affollato, un’ora prima dell’inizio del servizio di vigilanza notturna. Dunque, al pronto soccorso in quel momento non erano presenti guardie giurate e per placare la donna fu necessario attendere l’arrivo delle forze dell’ordine, chiamate dai colleghi dell’infermiera.
Proprio su questo punto l’azienda sanitaria territoriale è stata condannata a risarcire l’infermiera, per non aver adottato le misure necessarie contro le aggressioni al personale sanitario. La Corte d’Appello di Ancona ha condannato la Asl/Ast (all’epoca c’erano ancora le Asl poi dal 2023 le Ast) a risarcire l’infermiera con più di 22mila euro per danno morale soggettivo e danno biologico.
Per il sindacato degli infermieri Nursind si tratta di una “sentenza storica che farà scuola“. Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind, ha dichiarato: “È la prima sentenza in Italia e noi speriamo possa fare scuola affinché tutte le aziende sanitarie adottino adeguate misure contro le aggressioni al personale sanitario, un fenomeno purtroppo in costante aumento”.
Secondo la Corte d’Appello c’è una “c’è una responsabilità (seppure indiretta) dell’azienda nella determinazione dell’evento lesivo”, per non aver predisposto le “misure di sicurezza suggerite dalla particolarità del lavoro, dall’esperienza e dalla tecnica, necessarie ad evitare il danno” e “prevenire atti di violenza”.
Motivazioni che il sindacato nazionale degli infermieri condivide, sottolineando che l’azienda sanitaria di Ascoli non aveva messo in atto “le indicazioni previste dalla raccomandazione del Ministero della Salute, risalente al 2007, per prevenire atti di violenza nei confronti del personale”.