La campagna contro l’uso della plastica in spiaggia solleva qualche polemica. Cosa è successo, le ultime notizie.
Si è aperta ufficialmente la stagione estiva e gli stabilimenti balneari hanno allestito le loro strutture, tra cabine, ombrelloni, sdraio, lettini, giochi per bambini e altri servizi. Come ogni anno, uno dei temi cruciali è la pulizia delle spiagge e l’inquinamento.
I titolari degli stabilimenti balneari puliscono le spiagge e le loro concessioni tutti i giorni, più volte al giorno, per tenerle in ordine e pulite, alle volte lottando contro la maleducazione di alcuni avventori che lasciano rifiuti e mozziconi di sigarette in giro. Per tacere degli atti di vandalismo che, purtroppo, possono accadere durante la notte.
Da qualche anni, poi, è aumentata la consapevolezza sulla necessità di non inquinare le spiagge e il mare con la plastica. Sappiamo, infatti, quanto sia pervasivo l’inquinamento da plastica e microplastiche, dovuto sia agli scarichi in mare che ai prodotti che si usano in spiaggia, dalle banali bottiglie d’acqua alle confezioni di creme solari.
Negli ultimi tempi, poi, l’attenzione si è concentrata anche sulle strutture utilizzate in spiaggia, di cui molte sono in plastica, con il rischio di rilascio di frammenti e particelle quando si usurano. Un tema sollevato dalle associazioni ambientaliste, che invitano i titolari di stabilimenti a utilizzare il meno possibile la plastica in spiaggia. Come la campagna di Plastica Free, che ha lanciato una petizione online per la messa al bando delle strutture di plastica in spiaggia, come gli ombrelloni hawaiani in rafia sintetica, che sono molto inquinanti.
Gli ombrelloni di rafia in stile hawaiano sono belli da vedere ma se la rafia è sintetica, ovvero di plastica, possono essere molto inquinanti. I filamenti di rafia, infatti, rischiano di usurarsi facilmente, di staccarsi dagli ombrelloni e disperdersi nell’ambiente, aumentando l’inquinamento dell’aria e dell’acqua con micro frammenti di plastica.
Per questo motivo, l’associazione Plastic Free ha lanciato sul web e sui social una campagna di sensibilizzazione contro l’utilizzo di ombrelloni in rafia sintetica, sollevando le criticità del loro utilizzo. Una campagna diretta comunque all’eliminazione o alla riduzione in genere dell’utilizzo della plastica in spiaggia.
La mobilitazione, tuttavia, ha fatto storcere il naso ad alcuni titolari di stabilimenti balneari di San Benedetto del Tronto, che hanno sottolineato il loro impegno nella pulizia delle spiagge e del mare, anche contro l’inquinamento da plastica.
Alcuni, poi, hanno evidenziato come l’utilizzo di ombrelloni in rafia, in realtà, non sia così diffuso nella spiaggia di San Benedetto e che potrebbe trattarsi anche di rafia naturale e non sintetica. Insomma, alcuni concessionari di stabilimenti balneari hanno visto in questa campagna una forma di strumentalizzazione e da qui è nata qualche polemica.
Nel frattempo, tutti gli stabilimenti balneari di San Benedetto hanno aperto regolarmente, in attesa dei bagnanti.