Ascoli Piceno: fatta rimuovere un’opera “massonica” da piazza del Popolo ma secondo un esperto è stato un errore. Ecco perché.
Un’opera allestita in piazza del Popolo ad Ascoli, sul sagrato della Basilica di San Francesco e davanti alla Loggia dei Mercanti, è stata fatta rimuovere perché considerata “massonica”, tra lo sconcerto dell’autore e qualche polemica.
L’opera incriminata è una porta in travertino, realizzata dall’artista Lavinio Velenosi per la rassegna “Travertino DiVino”, in programma in città dal 23 al 25 luglio. La mattina del 23 luglio, tuttavia, è stata fatta rimuovere.
Non è piaciuta ai frati dell’adiacente convento di San Francesco, che comprende la monumentale Basilica in fondo a piazza del Popolo. I frati hanno chiamato la polizia locale di Ascoli per far rimuovere il monumento, ritenuto sconveniente.
L’artista Lavinio Velenosi è rimasto sorpreso e amareggiato per il fraintendimento che si è creato sulla sua opera, realizzata per la manifestazione dedicata al travertino ad Ascoli Piceno. Stando al suo racconto, un frate lo avrebbe avvicinato e invitato a rimuovere la porta. Velenosi, tuttavia, ha spiegato che la sua opera ha degli elementi simbolici, come tante opere d’arte, ma non c’è alcun riferimento diretto o intenzionale alla massoneria.
Nonostante queste rassicurazioni, la porta è stata rimossa lo stesso, con grande delusione per l’artista. In soccorso dell’artista si è espresso il professor Fabio Di Nicola, semiologo e docente all’Università degli studi internazionali di Roma.
Di Nicola ha spiegato che l’opera non è massonica e alcuni suoi simboli che possono creare fraintendimenti non sono massonici. “Quest’opera è una porta o ‘ostium’. L’intenzione dell’artista è quella di invitare a varcarla”, ha detto l’esperto, precisando che averla posta vicino a un luogo di culto cristiano “potrebbe aver generato equivoci“, ha spigato a Il Resto del Carlino.
La porta non può definirsi massonica, secondo Di Nicola, perché le colonne non sono le tipiche colonne massoniche e in più sono sormontate da un timpano. I simboli che hanno creato la controversia sono quelli del compasso e della squadra, tipici della Massoneria ma che non sono solo massonici per dei motivi ben precisi.
In primo luogo, sul compasso e la squadra non c’è la lettera G, che di solito sta al centro del simbolo per rappresentare il Grande architetto dell’universo (Gadu) o Dio (God). Ma soprattutto, compasso e squadra sono posti per terra, quindi calpestabili da chiunque passi sotto la porta. “Per un massone calpestare il simbolo sarebbe blasfemo”, ho sottolineato Di Nicola.
Secondo il professore, l’intenzione dell’artista era quella di indicare la retta via attraversando la porta che conduce al vero Dio. Per farlo si calpestano i simboli che più hanno rappresentato l’idolatria, il satanismo e l’opposizione al cristianesimo.