Una vicenda che aveva preso le cronache nazionali e creato parecchio scalpore anche perché in ballo c’erano partiti e politici
Spese facili (e pazze) in Regione è finalmente un cerchio che si chiude. E a favore di chi era indicato come colpevole. Si chiude uno dei capitoli più bui e al tempo stesso strani del Consiglio Regionale delle Marche. Tutti assolti e tutti a posto. Diventa così irrevocabile e insindacabile la sentenza emessa a luglio del 2023 che ha fatto terminare in un nulla di fatto il famoso processo sulle cosiddette Spese Facili del Consiglio Regionale.
Era diventato, all’epoca, con la prima udienza a settembre del 2016 con ben 66 indagati, un caso nazionale, anche perché di mezzo c’erano partiti e personaggi politici di spicco della Regione e non solo. Un’odissea giudiziaria che è andata avanti per anni, con accise, ritrattamenti, polemiche di ogni genere, tanto che ogni volte gli indagati si assottigliavano e restavano sempre di meno. Capire cosa è successo realmente, è un mistero, tanto sta che adesso i 38 implicati in questa situazione possono tirare un sospiro di sollievo.
Tutti assolti perché il fatto non sussiste, si leggeva nella sentenza di luglio. E così sarà perché tutto adesso è stato protocollato e deciso. In ballo c’erano ex consiglieri, tra cui personaggi noti all’interno del movimento politico regionale, ma anche capigruppo che hanno fatto parte dell’ottava e della nona legislatura. Una volta deciso il motivo insindacabile, la procura stessa, vista la situazione, ha deciso di non andare impugnare il verdetto di assoluzione assolutorio. Ed è anche per questo che la sentenza è diventata così irrevocabile. Pensare che all’inizio era la stessa procura che contestava i rimborsi che, secondo i magistrati, erano derivati da situazioni non direttamente legate all’attività istituzionale.
Pensare che nella sentenza di oltre 300 pagine, ci sono dei passaggi che fanno ancora adesso discutere, anche perché “nessuna verifica è stata mai condotta sulle ragioni delle spese richieste a rimborso e ancor più incerto rimane, in alcuni casi, anche quali spese siano state effettivamente rimborsate“. Pensare che siano stati gli stessi giudici a mettere in dubbi i mettere in dubbio i riscontri “riscontri investigativi sull’effettiva destinazione” su alcune voci legate alle spese che venivano effettuate. Una carenza che ha fatto in modo che si arrivasse ad una situazione del genere.