Un uomo di origine indiana, ma da molti anni residente nelle Marche, dopo essersi risposato in Italia non sapeva di non essere ancora divorziato nel suo paese d’origine
Per due anni l’uomo, un 54enne che ha vissuto stabilmente a Camerano, un piccolo centro sotto il Monte Conero in provincia di Ancona nelle Marche, ma di origine tunisina, è rimasto per almeno due anni in un limbo penale prima di scoprire la sua bigamia a causa della mancata registrazione del divorzio dal primo matrimonio nel suo paese d’origine.
Secondo la legge italiana, il presupposto fondamentale per poter contrarre matrimonio è il possesso della libertà di stato, quindi per sposarsi bisogna essere liberi, cioè non si deve essere legati da un altro vincolo di coniugio. Chi ha contratto matrimonio può risposarsi solamente se ottiene il divorzio. Inoltre, la persona che violasse tale condizione non solo incorrerebbe nella nullità del secondo matrimonio, ma perfino in un illecito penale.
“Il fatto non costituisce reato”. Una frase che per chi è assolto da qualsiasi grado di giudizio suona sempre come musica per orecchie. Ed è la frase che ha ascoltato direttamente dal giudice del tribunale di Ancona un uomo di origine tunisina che ha rischiato di essere ritenuto colpevole del reato di bigamia, dopo essersi risposato nel 2018 non sapendo che il primo matrimonio, celebrato nel lontano 1992 in Tunisia, non era ancora stato sciolto del tutto per la mancanza dell’atto di registrazione del divorzio.
Le prime nozze erano state celebrate a inizio anni novanta a Camerano in provincia di Ancona, Comune di residenza della prima moglie, italiana, dove poi la coppia ha vissuto avendo anche due figli. Quando però i bambini sono diventati grandi la coppia si è separata e il 54enne nel 2018 si è risposato, in Tunisia, con una connazionale, mantenendo però la residenza a Camerano dove ha registrato anche il secondo matrimonio. Ed è a questo punto che è emerso l’intoppo.
Alla presentazione dell’atto del secondo matrimonio, gli impiegati comunali della località marchigiana si sono resi conto che il precedente matrimonio non si era mai sciolto ufficialmente con un divorzio, tanto da farlo risultare ancora coniugato con la prima moglie, costringendo così il Comune a segnalare la situazione alle autorità competenti e ad aprire un procedimento per bigamia. Secondo la ricostruzione dell’uomo, avrebbe divorziato in Tunisia dalla prima moglie, che tra l’altro fu messa al corrente della pratica burocratica avviata, trasmettendo la sentenza di divorzio alla propria ambasciata che avrebbe dovuto inoltrarla al Comune di Camerano.
L’atto però non è mai arrivato, ecco spiegata l’origine del problema e la conseguente citazione in giudizio da parte del tribunale, con evidente sorpresa da parte di tutte le parti in causa tanto da costringere l’ex moglie a costituirsi parte civile. La sentenza penale emessa ieri ha fatto chiarezza e il fatto non costituisce reato evidenziando così l’assenza di dolo nella condotta dell’imputato. Resta ancora in piedi però la causa civile.