Ascoli, L’importanza di avere una seconda possibilità: “Made in Carcere” realizza una linea di shopper riutilizzando bandiere pubblicitarie

Il Gruppo Gabrielli sostiene il progetto “Made in Carcere” e farà confezionare alla cooperativa degli shopper realizzati attraverso il recupero della stoffa delle bandiere che sventolano nei parcheggi dei punti vendita del Gruppo.

“Quel materiale – ha dichiarato il vicepresidente del Gruppo Gabrielli, Barbara Gabrielli – grazie alla collaborazione con “Made in Carcere” avrà un nuovo utilizzo, una seconda vita, in linea con gli obiettivi della cooperativa che lavora per dare una seconda chance a molte donne. I nostri shopper, dunque, saranno un accessorio bello da vedere, perché sono stampati con colori vivaci, ma soprattutto resilienti: il messaggio che vogliamo trasmettere è che  ognuno di noi deve avere la forza e la voglia di ricominciare”.

“Made in Carcere” è una cooperativa sociale, nata nel 2007, che realizza manufatti “diversa(mente) utili” come borse ed accessori confezionati da detenute, alle quali viene proposto un percorso formativo, con lo scopo di un futuro reinserimento nella società.  Lo scopo principale di “Made in Carcere” è di diffondere la filosofia della “Seconda Opportunità” per le Donne Detenute e della “Doppia vita” per i tessuti. Un messaggio di speranza, di concretezza e solidarietà, ma anche di liberà e rispetto per l’ambiente.

“Siamo veramente felici di aver potuto dimostrare, attraverso il recupero delle bandiere del gruppo Gabrielli, igienizzate e  ricucite nelle carceri femminili pugliesi, che la bellezza e l’eleganza possono esprimersi anche in luoghi di emarginazione e degrado – afferma Luciana Delle Donne, fondatrice della cooperativa sociale non a scopo di lucro “Officina Creativa”  –  Doppio goal quindi: impatto ambientale e inclusione sociale. Solo attraverso la costruzione di consapevolezza e dignità possiamo ricostruire la vita di persone. Il lavoro regolarmente remunerato in carcere, infatti, pochi lo sanno, abbatte la recidiva di oltre l’80% e questo significa un abbattimento dei costi che la comunità tutta sostiene. Far bene quindi fa bene a tutti. Il nostro è un modello di economia rigenerativa e grazie alla sostenibilità del Gruppo Gabrielli, questo messaggio può essere veicolato tra tutti coloro i quali avranno la fortuna di leggere questa bella storia”.

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