Coniuge a carico, cosa succede se apre la Partita Iva? La legge parla chiaro

È boom di Partite Iva negli ultimi anni e in molti si chiedono cosa bisogna sapere per quanto riguarda le detrazioni dei familiari a carico. La legge è molto chiara.

Sono diverse le situazioni lavorative cui può andare incontro un nucleo familiare e può capitare che, pur di mantenere un’occupazione, si apra una Partita Iva, perché molte aziende preferiscono avere dei collaboratori esterni e risparmiare sui contributi.

cosa succede con le detrazioni familiari a carico con partita iva
Con l’apertura di una Partita Iva cambia tutto sulle detrazioni per familiari a carico – Ascoli.cityrumors.it

In linea generale, una Partita Iva può avere redditi alti o fatturare cifre minime e la legge in questo senso non pone limiti, se non ovviamente l’obbligo di produrre la documentazione necessaria e la dichiarazione redditi quando opportuno.

Potremmo chiederci se un coniuge può continuare ad avere le detrazioni per il familiare a carico anche se questi dovesse aprire la Partita Iva e comincia a lavorare. Ebbene, bisogna prestare molta attenzione a ciò perché la normativa vigente è chiara.

Se apri la Partita Iva attenzione a quanto guadagni: a fine anno potrebbe arrivare la “batosta” per il coniuge

Mettiamo il caso che in una coppia di coniugi uno sia pensionato e l’altro apra una Partita Iva. Avere un familiare a carico che non lavora a volte porta diversi vantaggi fiscali, ma tutto cambia quando la persona porta a casa un reddito.

Cosa succede se il coniuge a carico apre una Partita Iva
Non sempre conviene aprire una Partita Iva, soprattutto per guadagni irrisori – Ascoli.cityrumors.it

Esiste una soglia, però, oltre la quale la detrazione non viene più calcolata. Questa è pari a 2.840,51 euro annui. Nel momento in cui il coniuge apre la Partita Iva non è detto che inizi a fatturare, anzi potrebbe guadagnare cifre irrisorie, magari per i primi mesi di attività.

Il problema sorge, tuttavia, quando non si può stabilire con certezza quanto si sia guadagnato e quindi se sia stato sfiorato il tetto previsto. Infatti, le detrazioni si calcolano su base annua e quindi è necessario fare un’attenta analisi del potenziale reddito derivante dall’attività in proprio.

Se a fine anno il contribuente avrà superato la soglia di 2.840,51 euro, il coniuge cui spettavano le detrazioni potrebbe anche dover restituire delle somme all’INPS, l’Istituto di Previdenza. L’importante è ricordare che, al momento del superamento del tetto, il carico di famiglia viene meno per l’intero anno e non soltanto da quel momento in poi.

Quindi, se lo sforamento avviene, ad esempio, già dalla seconda metà dell’anno, il coniuge non ha diritto di applicare le detrazioni per familiare a carico nemmeno per i mesi precedenti in cui tecnicamente il reddito non era ancora al di sopra dei “limiti consentiti”.

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