C’è un limite da non superare per quanto riguarda i soldi che è possibile depositare sul proprio conto corrente prima che parta un controllo del Fisco. Ecco tutto quello che devi sapere in merito.
Quanti soldi si possono avere sul conto corrente prima che passi il Fisco a effettuare controlli? Quello italiano è un popolo da sempre incline al risparmio e, proprio per questo, sono moltissimi i cittadini che scelgono di conservare pochi soldi sul conto corrente e preferire, invece, conti deposito o libretti di risparmio per custodire e tenere al sicuro propri soldi.
Ma, dunque, di quanto dovrebbe essere l’importo da depositare per evitare che il Fisco venga a bussarci alla porta? Ecco che ti spieghiamo tutto noi. Per non dover incorrere in problematiche e pesanti sanzioni, presta molta attenzione alle successive righe.
Conto corrente: quanti soldi tenere per evitare visite dal Fisco
Anche per chi risparmia non c’è pace e serenità. Se si hanno soldi da parte, depositati o investiti, su di essi sono dovute le tasse. La prima che viene applicata è l’imposta di bollo che grava sui conti correnti e sui libretti di risparmio. Se si superano i 5.000 euro, questa è pari a 34,20 euro per ogni anno. Per i conti correnti e i libretti di risparmio di società e associazioni, l’importo della tassa è invece di 100 euro, ma senza minimo di giacenza.
Per calcolare la giacenza media per l’applicazione dell’imposta di bollo, si devono sommare tutti i saldi giornalieri e poi dividere il risultato per il numero di giorni di rendicontazione. Se la media supera i 5.000 euro, viene applicata la tassa (2,85 euro per ogni mese in cui la giacenza media supera l’importo limite).
L’imposta di bollo sul conto deposito prevista è pari allo 0,2% dell’importo vincolato ed è dovuta solo quando la giacenza media supera i 5.000 euro. In tal caso, si applica una tassa dello 0,20%: 7.000 x 0,20% = 14 euro di imposta di bollo. Essa va corrisposta in base ai giorni di deposito.
Anche se da qualche anno a questa parte gli interessi che si maturano su conti correnti e libretti di risparmio sono irrisori, sono gravati da una ritenuta fiscale del 26%. Invece, per gli investimenti in titoli di Stato, la tassazione è agevolata e prevede un’aliquota del 12,5%. Tale imposta si applica sulle plusvalenze di Bot, Btp, Cct e Ctz. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito, ma per ulteriori dettagli puoi consultare i rispettivi uffici.