Sapete che ci sono delle situazioni in cui l’assegno unico spetta anche ai gruppi familiari con figli maggiorenni? Andiamo a vedere come funziona.
Anche chi ha superato i 18 anni di età può usufruire di questo aiuto economico, sebbene in pochi ne siano a conoscenza.
L’Inps permette di richiedere un assegno mensile, noto come assegno unico, per le famiglie che hanno dei figli a carico. Questo è rivolto a lavoratori sia dipendenti che autonomi, pensionati, disoccupati o inoccupati. Il sostegno economico viene attribuito per ogni figlio ed è senza limiti di età per quanto riguarda i disabili.
Devono ovviamente essere rispettate delle condizioni. Viene, infatti, erogato per ogni figlio minorenne a carico e per i nuovi nati decorre dal settimo mese di gravidanza. Le cose si fanno diverse quando il figlio diventa maggiorenne, ma questo lo approfondiremo dopo. Le famiglie devono essere, al momento della domanda, in possesso di un ISEE valido e l’assegno è corrisposto in base alla fascia di corrispondenza.
Per tutta la durata del beneficio, il richiedente deve essere in possesso congiuntamente dei requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno. La domanda può essere presentata da uno dei due genitori che esercita la propria responsabilità a prescindere se conviva o meno con il figlio. Oppure, può essere effettuata dal tutore di quest’ultimo o del genitore nell’interesse solo del tutelato. Ma andiamo a scoprire cosa accade con i figli maggiorenni.
Anche i figli maggiorenni, fino al compimento dei 21 anni di età, hanno diritto all’assegno unico, ma come funziona? Per prima cosa, devono essere gli stessi ragazzi a presentare la domanda in sostituzione di quella che eventualmente, quando erano minorenni, era stata eseguita dai genitori. Richiedono così il pagamento diretto della quota dell’assegno.
Non c’è solo, però, il fattore età legato ai 21 anni che imprime dei vincoli. Infatti, il ragazzo deve frequentare un corso di formazione scolastica o professionale, oppure un corso di laurea. Altrimenti può svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa che non vada sopra gli 8mila euro annui. Deve essere registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego e, infine, deve svolgere il servizio civile universale.
Insomma, sono dei vincoli che sicuramente riducono un po’ la forbice della possibile domanda, ma che allo stesso tempo tengono aperte le porte a tutti quelli che hanno veramente bisogno di un aiuto concreto da parte dello Stato.