San Benedetto, l’ex assessore alla Pesca non ci sta: “Per il porto di Ancona tanti soldi, da noi invece…”

L’ex assessore alla Pesca di San Benedetto del Tronto, Nazzareno Torquati, ha criticato la ripartizione dei fondi regionali in merito alle città portuali

Ben 106 milioni su 170 sono stati destinati al porto di Ancona, mentre le altre città portuali marchigiane hanno ricevuto tantissimi fondi in meno.

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San Benedetto, l’ex assessore alla Pesca non ci sta: “Per il porto di Ancona tanti soldi, da noi invece…” – Ascoli.Cityrumors.it

L’ex assessora la pesca di San Benedetto del Tronto, Nazzareno Torquati, non ci sta e tuona contro la decisione della Regione: “In questo modo è impossibile organizzare una politica per la pesca. Abbiamo un molo nord che cade a pezzi, un’area urbanistica degradata e ci regalano una nuova cassa di Colmata. Il tutto mentre paghiamo 700 mila euro di canoni all’anno”.

Torquati ha sottolineato come la maggior parte dei fondi sono stati consegnati ad Ancona per il porto, rimarcando tutte le difficoltà che hanno gli altri comuni portuali per migliorare i servizi: “Assistiamo a un finanziamento continuo del porto di Ancona pur in una situazione non semplice. Spesso si tratta di finanziamenti finalizzati non tanto per le attività portuali ma per la viabilità per raggiungere il porto che vanno avanti da 40 anni”. 

San Benedetto, l’ex assessore Torquati: “Basta dare i fondi solo ad Ancona”

L’ex assessore alla Pesca di San Benedetto del Tronto ha poi rimarcato il fatto come il Porto di Ancona da diversi anni stia assorbendo delle spese immense per delle attività promiscue che non aiutano il settore della pesca, come per esempio la fieristica, la ristorazione, la diportistica i vari eventi culturali.

San Benedetto, l’ex assessore Torquati: “Basta dare i fondi solo ad Ancona” – Ascoli.Cityrumors.it

Per quanto concerne San Benedetto, Torquati ha spiegato ancora: “Siamo i maggiori contribuenti regionali in canoni demaniali relativi al porto, con circa 700 mila euro annui pagati. Una cifra che da sola ci consentirebbe con un mutuo di realizzare il terzo e i quarto braccio del Porto”. 

Poi ha concluso: “Serve un piano serio per il nostro porto. Abbiamo invece un braccio a nord che cade a pezzi col muro pericolante che da 30 anni si parla di rimetterlo a posto. Per regalo invece le autorità regionali vogliono realizzare una nuova cassa di Colmata più grande della precedente che non avrà nessun’altra funzione se non essere un deposito di rifiuti”.

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