Il candidato sindaco del centrosinistra Pietro Frenquellucci, ha illustrato il suo programma elettorale.
QUESTO IL PROGRAMMA
La città con al centro le persone
Abbiamo concepito questo programma non tanto come una serie di blocchi tematici scollegati fra
loro ma come una visione complessiva della nostra città, basata su alcuni principi fondanti che
attraversano trasversalmente tutti gli ambiti di interesse per una amministrazione che abbia un
progetto organico per Ascoli. Abbiamo adottato questa modalità di elaborazione delle idee perché
riteniamo impossibile parlare di un singolo tema decontestualizzandolo da tutte le sue implicazioni
ambientali, sociali, culturali ed economiche. Per questa ragione alcuni degli argomenti di più ampio
respiro verranno trattati più volte e da diversi punti di vista, cercando sempre di dare un orizzonte
complessivo delle questioni da affrontare e di come risolverle. Esiste senza dubbio una chiave di
lettura generale che è il nostro punto di partenza per individuare problemi e prospettare soluzioni:
vogliamo rimettere la persona al centro della città e, conseguentemente, al centro dell’attività
amministrativa.
La città è un tessuto vivo dove le persone ogni giorno inseguono sogni, affrontano problemi,
costruiscono il futuro per sé stesse e gli altri. La città deve allora dare spazio ai progetti e alle
aspirazioni di chi la abita, alleviare le sofferenze di chi la vive, offrire la possibilità a tutti di guardare
a un domani migliore.
Le persone sono l’elemento vitale di una comunità e per questo devono essere tutelate e valorizzate.
Difendere i più deboli non è solo aiutare chi è in difficoltà, ma significa dare serenità all’intera
collettività.
Offrire più opportunità non significa solo colmare le diseguaglianze, ma anche rinvigorire lo spirito
di una città, consegnandole finalmente una prospettiva futura.
Ad Ascoli troppo spesso si è pensato di risolvere i problemi senza mettere al centro la persona e le
sue necessità, dimenticando che l’azione amministrativa non può essere solo allineamento di
numeri e rispetto di parametri ma, in primis, impegno per migliorare la vita delle persone. In questo
contesto è fondamentale il ruolo svolto dai corpi intermedi della società che sono in grado di
rappresentare complessivamente interessi, necessità ed esigenze della popolazione. Per queste
ragioni va rafforzato il dialogo con le organizzazioni di categoria, i sindacati, il mondo del
volontariato e l’associazionismo nelle sue varie articolazioni.
È assolutamente necessario partire dalle categorie più deboli, da chi vive momenti di difficoltà,
evidente o nascosta, di disagio economico, sociale o culturale. Difficoltà che spesso si nascondono
sotto la superficie e che è necessario scoprire attraverso un’attenta analisi del tessuto sociale
cittadino, per riuscire a prendersene cura e per trovare le soluzioni adeguate ad assicurare a chi ne
soffre una vita di qualità. Troppo spesso, infatti, la città nasconde il disagio di persone che
appartengono a categorie apparentemente non in difficoltà e che, invece, non sono in condizione
di vivere la complessità della vita di oggi.
Una madre che non possiede i mezzi per garantire un’educazione al proprio figlio, un anziano solo
che non può raccontare la storia della propria vita ai nipoti, i drammi degli ultimi e degli indifesi non
sono soltanto drammi personali o problemi familiari, ma punti deboli di un’intera società che
mettono a rischio l’avvenire di tutti.
Lottare contro la solitudine di queste persone è il nostro primo obiettivo. Permettere a tutti di vivere
pienamente la comunità non è solo il generoso sforzo di aiutare una vita a rimettersi in gioco, ma
significa riconsegnare alla città energie perdute che contribuiscano a rendere la qualità della vita
cittadina migliore per tutti. Questo deve fare un’amministrazione: non lasciare indietro nessuno,
affinché tutti possano essere parte attiva della costruzione di un presente attivo e di un futuro
migliore.
La città che riscopre i diritti
Nell’ultimo decennio il mondo è divenuto un luogo complesso e spesso difficile da interpretare. A
causa di questo, molti hanno cercato rifugio e aiuto nell’identità cittadina, fatta di tradizioni, di vita
quotidiana e di contatti di prossimità. Per sostenere questo ruolo sociale, la città deve diventare il
luogo della riscoperta dei diritti. In questi anni, infatti, i processi di adattamento ai grandi
cambiamenti globali hanno compresso o del tutto eliminato alcuni diritti che è giunto il momento
di riscoprire partendo dal basso, quindi dalle comunità cittadine, traendo ispirazione da quel
documento illuminante e sempre più attuale che è la nostra Carta Costituzionale.
Tali diritti sono realmente tutelati solo se si recupera un rapporto quotidiano del cittadino con la
democrazia e se ne garantisce l’esercizio costante. Un’amministrazione che vuole operare
pienamente in questa direzione deve innanzitutto assicurare un confronto continuo e diretto con la
cittadinanza, trovando nuovi strumenti di dialogo, garantendo la sua presenza sul territorio durante
i processi decisionali e assicurando la trasparenza di ogni fase del suo operato. È necessario
recuperare anche quei luoghi che producono democrazia nella sua pratica effettiva e che forniscono
gli elementi fondanti di una cultura di cittadinanza attiva e partecipata. Una città che ambisca a dare
nuovo impulso a questi diritti di base dovrebbe aprire biblioteche e luoghi di dibattito in tutto il
territorio comunale, consentendo al cittadino di essere consapevole e attivo a prescindere dalle
barriere sociali e culturali che impediscono a molti di far ascoltare la propria voce.
L’esercizio democratico come diritto di base è il preludio ad un successivo passaggio fondamentale,
la riscoperta dei diritti sociali.
Un’amministrazione comunale attenta deve in primis comprendere dove può intervenire
direttamente con le sue competenze e con gli strumenti legislativi e finanziari. Supportare le coppie
con asili nido, essere al fianco delle famiglie con anziani che necessitano di cure, garantire ai giovani
e giovanissimi strutture e personale in grado di occuparsi della loro crescita umana e professionale,
superare gli ostacoli fisici e culturali della diversità, sono elementi fondanti di una buona
amministrazione.
Non meno importante deve essere il costante supporto alla costruzione di reti sociali provenienti
da energie della città stessa, che possano contribuire al superamento delle situazioni critiche che si
manifestano anche nei luoghi dimenticati o trascurati. Attenzione particolare deve essere dedicata
ad alleviare la condizione dei precari e il reinserimento di coloro che hanno perso il lavoro.
Un’amministrazione comunale deve favorire le condizioni migliori possibili per la nascita di occasioni
di lavoro, offrendo spazi e servizi adeguati, “abituando” la società alla cultura dell’innovazione e
dell’imprenditorialità, vigilando sulla dignità e la sicurezza della prestazione lavorativa. Obiettivo
strategico di questa azione è quello di offrire la scelta di restare nella città dove si è cresciuti, dando
l’opportunità di costruire la propria vita lavorativa e familiare all’interno della comunità. Allo stesso
tempo è cruciale fare di tutto per favorire il ritorno delle tante eccellenze professionali che questa
città ha perso nel corso degli anni, andate via perché frustrate dallo scarso riconoscimento
economico e sociale, andando ad arricchire le arti, le scienze e i tessuti produttivi in tutto il mondo.
Nostro compito fondamentale è quello di valorizzare tutte le eccellenze cittadine guardando oltre il
loro valore economico e lavorativo: pensiamo, ad esempio, ai commercianti del centro la cui
presenza arricchisce la parte antica della città, contribuisce alla custodia e alla trasmissione della
storia comune e rappresenta una parte essenziale del sistema dell’accoglienza turistica.
Una comunità che non lascia nessuno indietro tutela in primis l’ambiente come patrimonio di tutti.
La città deve offrire spazi adeguati e diffusi dove l’incontro di tutte le generazioni di ascolani sia
strumento per nuove occasioni di ricostruzione della comunità e favorisca la trasmissione di valori,
tradizioni e culture. Un ambiente protetto e valorizzato con attenzione e passione è decisivo per la
tutela del decoro urbano: il “diritto al verde urbano” è quindi strumento di socialità, mezzo di
contrasto al degrado e occasione di recupero delle aree abbandonate e dimenticate.
Un’amministrazione interessata al bene comune deve essere in grado di portare avanti battaglie che
guardino oltre i propri confini. Firmare Il manifesto Rifiuti Zero, ormai sottoscritto da tanti comuni
italiani, sarà solo uno degli impegni che assumeremo da cittadini ascolani e del mondo.
La città capoluogo
Ascoli deve guidare come capoluogo il processo di rinascita di un territorio colpito duramente dal
sisma del 2016. Siamo convinti che dopo questo evento drammatico la città debba procedere a
ripensare il valore e la funzionalità di gran parte del suo assetto urbano, iniziando col restituire una
vocazione vera al centro storico, su cui si innesti il ruolo sempre più essenziale di quartieri e frazioni.
Con la ricostruzione il centro deve tornare ad essere spazio di bellezza e di tradizione da offrire a
turisti e cittadini e diventare, finalmente, luogo pulsante di vita comune, spazio della quotidianità
ascolana e laboratorio della prospettiva di sviluppo futuro. Allo stesso modo le altre zone della città
devono essere ripensate a partire dai servizi alla persona, dalla possibilità di socializzare e di non
rimanere isolati dal resto della comunità cittadina.
Solamente avendo chiara la prospettiva della città di domani Ascoli può riconoscersi come esempio
e forza motrice del progresso dell’intero territorio piceno.
Noi siamo convinti che il futuro di Ascoli sia quello di assumersi le responsabilità della città
capoluogo che esercita il proprio ruolo di guida oltre i confini comunali, che non devono
rappresentare più un perimetro chiuso dentro il quale arroccarsi. La città deve, quindi, aprirsi alla
collaborazione concreta con gli altri comuni del territorio, condividendo strategie, progetti, visioni
e servizi, in una prospettiva di comunità allargata che unisca il territorio piceno per affrontare in
modo più compiuto le sfide dei prossimi decenni e per svolgere un ruolo sempre più importante in
ambito regionale e nazionale.
La città e il suo ambiente
Il problema ambientale è spesso percepito come lontano dalla nostra quotidianità, perché è sempre
descritto in modo macroscopico, scomodando immagini di grande impatto come lo scioglimento dei
ghiacciai, il buco dell’ozono o i grandi disastri industriali.
Non è possibile distinguere veramente fra i problemi ambientali del mondo e quelli di una piccola
città, perché non è spostando i “confini” dello spazio di cui ci occupiamo che l’alterazione
dell’ambiente diventa meno grave o più controllabile.
Deve essere chiaro che il vero discriminante per la conservazione della nostra terra è il nostro
comportamento! In questo contesto, consapevoli del fatto che tutte le nostre azioni possono
direttamente e largamente influenzare il territorio circostante, il nostro obiettivo è attuare ad
Ascoli e nelle zone limitrofe una politica responsabile e mirata, che sappia fornire tutti gli strumenti
adatti per perseguire la tutela dell’ambiente e il risparmio energetico, nel pieno rispetto dei requisiti
legislativi, dialogando con le parti interessate e assicurando per tutti i cittadini la salubrità e la
sicurezza dello spazio in cui vivono.
LA GESTIONE DEI RIFIUTI
Il comune di Ascoli è sempre stato il fanalino di coda rispetto ai comuni di tutta la provincia riguardo
l’efficienza della propria raccolta differenziata. Ereditiamo infatti una situazione frutto dell’assenza
di una vera e propria programmazione ambientale. Di fatto, solo l’emergenza rifiuti degli ultimi mesi
ha spinto l’amministrazione comunale a mettere in campo una raccolta differenziata vera e propria;
questa sostanziale fretta ha determinato soluzioni tecniche raffazzonate, generando confusione e
molto malcontento.
Noi vogliamo superare tutto questo e promuovere una raccolta differenziata efficiente che persegua
alcuni obiettivi concreti:
1. Spingere più possibile la differenziazione dei rifiuti, promuovendo la separazione della
frazione umida dagli altri tipi di rifiuti
2. Adattare il servizio porta a porta alle specificità della zona urbana interessata (commerciale,
residenziale, maggiore o minore densità urbana, etc.)
3. Ottimizzare lo spostamento dei rifiuti differenziati e aiutare la gestione della pulizia delle
strade e del decoro urbano
4. Promuovere campagne mirate a diffondere una cultura positiva del rifiuto come risorsa del
futuro e del riciclo
5. Incentivi per alzare in maniera drastica la quota di porta a porta raccolto basato sulla
premialità e non sulle sanzioni
L’amministrazione comunale che vogliamo è quella capace di guidare la cittadinanza in
un’armoniosa e sostenibile gestione del proprio territorio, diffondendo nuove consapevolezze e
nuovi stili di vita all’insegna della sostenibilità, sperimentando buone pratiche attraverso
l’attuazione di progetti concreti ed economicamente vantaggiosi, legati alla gestione dei rifiuti,
all’efficienza e al risparmio energetico.
Anche su questo tema Ascoli deve certamente apprendere dalle buone pratiche di alcuni comuni
limitrofi, molto virtuosi su questo fronte, ma anche essere capofila di iniziative importanti senza
restare isolata nel territorio.
Vogliamo lanciare un segnale forte in questa direzione, prendendoci l’impegno di firmare il
manifesto rifiuti zero che ci impegna a strutturare l’intero ciclo di gestione dei rifiuti secondo principi
ben definiti stabiliti nella carta di Napoli, un documento firmato da 277 comuni italiani fra cui realtà
importanti delle Marche come Senigallia e Civitanova
EDUCHIAMO ALL’AMBIENTE
Siamo fermamente convinti che, per completare un vero e proprio programma ambientale, è
necessaria la diffusione di una coscienza ambientale del cittadino, dal quale parte il cambiamento e
per il quale il cambiamento è promosso, per contribuire al suo benessere e preservare la sua salute.
Vogliamo dedicare grande attenzione ai servizi e ai luoghi da recuperare ma continuiamo a credere
che solo partendo dalle persone si riusciranno ad ottenere i risultati migliori per il bene comune.
In sostanza, per far funzionare le cose il cittadino non deve essere lasciato solo lungo la strada della
sostenibilità. Nella nostra città virtuosa, l’amministrazione deve mettere in campo delle attività
trasversali che non passano semplicemente attraverso l’installazione di tecnologie ad alta efficienza!
Vogliamo coinvolgere le scuole e le istituzioni in questo programma con varie attività formative su
diversi livelli.
1. Educazione ambientale nelle scuole primarie
Il primo approccio passa attraverso la scoperta della scienza e del funzionamento del
pianeta terra. In modo consono all’età dei discenti, è possibile promuovere dei giochi e dei
concorsi scientifici a tema ambientale, in collaborazione con le scuole primarie e i dirigenti
scolastici.
2. Corsi pomeridiani alle superiori
Nelle scuole secondarie il tema ambientale può essere sviscerato in ognuna delle sue
forme a seconda dell’indirizzo scolastico. Basti pensare alla scuola agraria o ai licei, dove
possono essere promossi corsi pomeridiani dove approfondire tecnologie all’avanguardia
per la sostenibilità e concetti di economia circolare. Possono essere anche sviluppati
progetti volti alla realizzazione di video/prodotti multimediali a tema ambientale, con
l’aiuto degli insegnanti di settore, per diffondere la cultura della sostenibilità.
3. Collaborazione con facoltà di architettura
Nell’ambito di una più ampia collaborazione con la facoltà di architettura, che abbraccerà
diversi ambiti, si dovranno realizzare seminari su temi di green economy ed economia
circolare, con la possibilità di far intervenire esperti del settore nell’ambito
dell’architettura, della tecnologia e della biotecnologia. Lo scopo è anche quello di creare
una vera e propria rete comunicativa e una serie di contatti validi per lo sviluppo dei
progetti di sostenibilità.
TURISMO SOSTENIBILE
Non solo la vita di tutti i giorni ma anche la fruizione turistica della città deve iniziare a rispettare
alcune norme di comportamento che siano rispettose dell’ambiente e, allo stesso tempo siano di
promozione per le attività economiche della città.
1. Promozione delle giornate pedonali
Per migliorare la qualità dell’aria anche in zone circoscritte possiamo di certo diminuire
l’utilizzo dei veicoli alimentati a combustibile fossile. Nella nostra città, con la collaborazione
da parte delle associazioni di categoria (ad esempio i commercianti del centro storico)
vogliamo promuovere delle giornate pedonali in modo mirato e organizzato, abbinando ad
esempio visite guidate ai monumenti, ai musei, alle chiese della nostra città.
2. Promozione di itinerari in bici
Con la collaborazione delle associazioni di promozione sociale, vogliamo sviluppare una
serie di itinerari che dalla città siano in grado di portare alle periferie e alle frazioni
utilizzando come mezzo la bicicletta.
Questo progetto sarà pensato e realizzato in modo tale da coinvolgere l’amministrazione
della città anche per avere degli spunti a livello di sviluppo urbanistico, in grado cioè di
pensare alla viabilità in modo del tutto innovativo e integrato.
GLI SPAZI VERDI
La nostra città si distende su un territorio comunale molto vasto che vanta aree verdi molto diverse
fra loro che vanno valorizzate però nel loro insieme. L’amministrazione dovrà valorizzarle come
fossero elementi di un unico parco urbano, ciascuno con le sue peculiarità. Centrale sarà rendere
ancora più fruibili gli ambienti fluviali del Tronto e del Castellano, per lo svago, lo sport e per
aggiungere spazi verdi alla ricca offerta turistica cittadina. Allo stesso modo va strappato al degrado
il colle dell’Annunziata, luogo storico della fondazione della città, allo stesso tempo polmone verde
e spazio di memoria collettiva.
Un’attenzione particolare deve essere dedicata al Pianoro di San Marco, per renderlo finalmente
uno spazio verde fuori porta accessibile agli ascolani per tutto l’anno, con strutture ricettive
adeguate e una pianificazione degli eventi che non riguardi soltanto brevi periodi stagionali o date
particolari. Dal pianoro vanno valorizzati i percorsi, sia pedonali sia ciclabili, che collegano la città a
questo nostro polmone verde e a diversi luoghi di interesse come l’eremo di San Marco. Solo in
questo modo il pianoro diverrà un elemento fondamentale di quel sistema di verde urbano che è
allo stesso tempo patrimonio naturalistico della città e spazio attrattivo per i turisti.
Prima di ogni altra cosa, comunque, dobbiamo ricordare il valore storico del pianoro di San Marco:
vanno fatti tutti i passi necessari per tutelare dal degrado i luoghi della memoria partigiana, parte
fondante della storia cittadina.
La città per tutti
Non si ricostruisce una città se non si riporta al centro di ogni discorso la persona, con i suoi sogni e
le sue necessità, tra cui anche la salute. C’è bisogno di idee nuove che non lascino indietro nessuno,
che costruiscano la città di tutti. Idee per le giovani coppie che vogliono abitare Ascoli, idee per gli
anziani che devono far parte attivamente delle dinamiche sociali, idee per i disabili che devono
potersi riappropriare di tutti gli spazi della città. Per Ascoli servono politiche diverse per quelle aree
di fragilità sociale che possono ancora essere una risorsa per la città. Il nostro compito sarà quello
di non lasciare indietro nessuno, poiché tutti possono essere elemento fondante di una rinascita
necessaria.
LA SALUTE DEI CITTADINI
Centrale nel dibattito cittadino è il tema della salute, a cominciare dal nuovo ospedale. La nostra proposta
prevede un sistema organizzato e sviluppato nel tempo che veda al centro la migliore assistenza possibile per
i cittadini di Ascoli e del suo territorio nell’ottica concreta di una città capoluogo che guarda al futuro. Noi
garantiamo il mantenimento e potenziamento del Mazzoni, affiancato al Madonna del soccorso di San
Benedetto, come ospedali di base. Nell’ospedale cittadino si potranno continuare a svolgere esami e
accertamenti diagnostici, come pure verrà mantenuta la sua attività di pronto soccorso con tutti i servizi
collegati. In questa riorganizzazione del sistema sanitario piceno, all’ospedale d’eccellenza da costruire in
vallata sarà affidato il compito di occuparsi delle patologie più complesse che richiedono alti livelli di
specializzazione sia tecnica che professionale.
Dobbiamo quindi ribadire che non ci sarà alcun allentamento dei servizi sanitari di prossimità per i cittadini
ascolani ma contemporaneamente all’organizzazione dei tre presidi ospedalieri dovrà essere potenziata la
rete assistenziale sul territorio, sfruttando al massimo le opportunità offerte dalla scienza moderna,
trasformando in servizi a domicilio una parte rilevante del supporto sanitario a chi ne ha bisogno.
LE GIOVANI FAMIGLIE, LA SPERANZA DEL FUTURO
Pensiamo che un serio sostegno alla genitorialità sia un investimento sulla comunità cittadina del
futuro, uno strumento forte di contrasto alla disuguaglianza sociale e di prevenzione delle devianze
e del degrado sociale. Questo sostegno deve riguardare tutto il percorso della maternità, troppo
spesso vissuto in solitudine, collaborando con i servizi già esistenti per il supporto psicologico,
momenti formativi per la futura famiglia su come affrontare questa delicata fase, sullo sviluppo del
bambino in particolare nella primissima infanzia. Esistono nella nostra città molte realtà positive che
si occupano di questi delicati momenti della vita familiare, il comune deve impegnarsi a facilitare il
loro ruolo a vantaggio della comunità, fungendo anche da canale informativo per servizi e
opportunità.
In continuità con l’idea di pensare la città del futuro mettendo al centro la persona, allora dobbiamo
ridisegnare gli spazi pubblici pensando ai cittadini di domani: i nostri bambini.
Una città accogliente dovrebbe avere spazi e verde pubblico adatti ai più piccoli, luoghi interattivi
dedicati alla cultura per l’infanzia messi a disposizione di realtà esistenti che già operano con
successo per stimolare e far crescere nel modo migliore una generazione nuova di ascolani. Un
esempio già sperimentato in altre realtà è il museo sensoriale che aiuta lo sviluppo del senso innato
dell’esplorazione degli spazi attraverso i sensi, destinato anche a bambini con disabilità.
L’amministrazione si impegnerà per la diffusione del modello degli asili familiari, ambienti domestici
accoglienti dove i genitori possono affidare i loro figli, dai tre mesi ai tre anni, a personale qualificato
sotto la supervisione di soggetti istituzionali. In questo modo il comune garantirà lo snellimento
delle liste d’attesa per l’accesso agli asili, una flessibilità di orario mirata ai bisogni delle famiglie e
un impegno economico più sostenibile. Questo sistema può essere riproposto e ampliato anche per
la fascia d’età compresa fra i quattro e gli undici anni, offrendo ad esempio anche attività di
doposcuola.
Tale politica sociale mira a far crescere i bimbi sereni in uno spazio domestico, creando una
comunità solidale fra genitori anche in un’ottica di reciproco aiuto. Tutto questo è possibile grazie
al ridotto numero di bambini presenti in ciascuno di questi spazi, che garantisce la massima
attenzione a ciascuno di essi.
LA SCUOLA E I CITTADINI DI DOMANI
Per una amministrazione che vuole costruire una comunità solidale e prospera è inevitabile partire
da un rapporto stretto con la scuola. Dovremo prenderci cura intanto di chi, scolari e insegnanti, la
scuola la vive assicurandoci il loro benessere e la loro sicurezza nelle infrastrutture di competenza
comunale.
Vogliamo attraverso le scuole promuovere una serie di campagne educative su temi specifici che
abbracciano trasversalmente tutta la nostra idea di città. Deve passare dalla scuola un’idea di utilizzo
delle risorse e di riciclo dei rifiuti diversa così come una educazione alla salute alimentare e sessuale
per i più giovani.
È tramite la scuola che intendiamo lanciare un programma di educazione alla cittadinanza e alla
democrazia che aiuti i più giovani a comprendere quanto è importante il loro ruolo di cittadini attivi,
anche attraverso lo studio dei meccanismi istituzionali del loro comune e della storia recente della
loro città. Ci sta a cuore insomma riportare la costituzione nelle scuole, perché i bambini di oggi
divengano cittadini consapevoli di domani.
Siamo particolarmente interessati ad approfondire il fenomeno della dispersione scolastica sul
territorio comunale, sensibilizzando famiglie e operatori su questo tema. A questo proposito il
comune si farà promotore di un tavolo di studio e di confronto con i dirigenti scolastici e i servizi
sociali, per intercettare i ragazzi che hanno abbandonato il cammino scolastico e individuare le
modalità per reimmetterli in un percorso formativo che sia in linea con le loro inclinazioni.
LE POLITICHE SULLA DISABILITÀ: UN CAMBIAMENTO CULTURALE
Siamo convinti che per ideare e attuare pienamente politiche efficaci per i disabili il comune deve
prima impegnarsi a favorire un cambiamento culturale dell’approccio alla disabilità. Si tratta quindi
di superare stereotipi di assistenzialismo per giungere ad un concetto di inclusione che punti sul
riconoscimento dell’accoglienza e dell’autonomia.
Il disabile deve essere parte del tessuto sociale e lavorativo della città in modo naturale e diremmo
quasi ordinario usufruendo però di percorsi e servizi specifici per le varie condizioni, garantiti da un
comune che coordina e supporta i servizi socio-assistenziali sul territorio e informa le famiglie di
tutte le opportunità a disposizione.
L’amministrazione deve inoltre garantire alle famiglie di vivere con serenità il tempo del “dopo di
noi” previsto dall’omonima legge nazionale che stanzia fondi per assicurare cure al figlio disabile
anche dopo la scomparsa dei genitori.
GLI ANZIANI RISORSA DELLA COMUNITÀ ASCOLANA
Inevitabilmente la popolazione ascolana tenderà a veder aumentare la sua età media, così come la
percentuale di popolazione con più di sessant’anni sarà sempre più componente rilevante della
demografia cittadina. Ai nostri anziani dobbiamo assicurare due cose: che ci prenderemo cura di
loro e che non li relegheremo ai margini della vita sociale della comunità.
Ci impegniamo per questo, in collaborazione con l’ASL, a potenziare il sistema delle cure domiciliari
per gli anziani autosufficienti, anche con un sistema di incentivi economici per chi decide di assistere
autonomamente i propri cari.
Vanno resi più accessibili servizi come l’assistenza infermieristica in casa e l’assistenza domiciliare,
in particolare ripristinando centri di ospitalità per gli anziani con patologie di più difficile gestione
come malati di Alzheimer.
Ma i nostri anziani sono custodi di tradizioni e saperi che vanno via via sparendo e sono spesso
capaci di trasformare memoria e competenze in cultura per la città.
Per questo vanno valorizzati tutti quei progetti che consentono la fruizione e la produzione di cultura
anche agli over sessanta, favorendo con orari e modalità di trasporto adeguate la presenza anche di
chi ha maggiori difficoltà a spostarsi verso cinema, teatri e centri ricreativi. Realtà consolidate come
l’università della terza età vanno coinvolte per riportarle al centro dell’attività culturale cittadina,
così come vanno sostenute tutte le iniziative che consentono di ridare un ruolo sociale di rilievo a
pensionati e anziani soli. Consentire, con progetti appositi, agli ascolani con qualche anno in più di
lavorare con i bambini delle scuole o di compartecipare a piccoli interventi contro il degrado
cittadino.
Intendiamo utilizzare al meglio la bellissima esperienza degli orti urbani sia come laboratorio per
l’infanzia sia per valorizzare le esperienze e il ruolo sociale dei più anziani. L’iniziativa può avere per
loro un ruolo di sostegno ad alcune necessità di base della vita quotidiana ed essere un contributo
alla cura degli spazi verdi urbani senza particolari spese per l’amministrazione comunale.
LA COMUNITÀ SOLIDALE – LE COOPERATIVE DI COMUNITÀ
Nel nostro Paese la realtà dei piccoli comuni, soprattutto nelle aree interne, rappresenta una
porzione di territorio, società, cultura ed economia molto rilevante. Molto di questo capitale
riguarda territori montani, territori rurali oppure piccole città dell’entroterra penalizzate da una
bassa accessibilità. In un comune come il nostro ritroviamo queste realtà nelle nostre frazioni,
soprattutto nelle aree interne più rurali, oltretutto colpite duramente dal sisma del 2016, e proprio
in queste realtà dobbiamo proporre programmi di attrattività e sviluppo socio-economico che
facciano della rinascita di questi luoghi un elemento fondante della crescita della città tutta.
Per contrastare l’abbandono e attrarre nuovi investimenti vogliamo introdurre uno strumento che
sta funzionando già in moltissime realtà: le cooperative di comunità.
Una cooperativa di comunità nasce quando gli abitanti di un luogo decentrato rispetto ai servizi più
comuni organizzano una azione collettiva che risponde ai bisogni della comunità, facendosi carico
di rispondere ad una domanda o sviluppare un’opportunità per tutti. Per prosperare la cooperativa
ha bisogno dell’intraprendenza dei cittadini ma anche dell’appoggio dell’amministrazione, che deve
credere nel progetto e sostenerlo nelle fasi di avvio.
Nel contesto della nostra città, la cooperativa di comunità può essere utilizzata per affrontare le
questioni più quotidiane ma fondamentali che affliggono le nostre frazioni e alcuni quartieri
periferici. Attraverso le cooperative di comunità possono essere assegnate ai cittadini del luogo la
gestione di strutture abbandonate (pro loco, circoli ricreativi, piccoli impianti sportivi, spazi verdi) o
la supervisioni di alcuni servizi alla comunità (es. raccolta differenziata).
In questo modo la comunità si sente meno isolata e più sicura, poiché il territorio è più controllato
e vissuto dai cittadini-operatori che svolgono il loro servizio. Allo stesso tempo si potrà dare nuova
vita a luoghi di socializzazione abbandonati e si interverrà con più rapidità per contrastare il degrado
urbano e le situazioni di disagio sociale, che saranno più rapidamente individuate dalla rete di
solidarietà locale.
NON SOLO LE PERSONE – ASCOLI E I SUOI ANIMALI
Siamo consapevoli che spesso la solitudine di molti cittadini è alleviata dalla presenza in famiglia di
un animale domestico. Anche gli animali vivono la città e hanno bisogno di strutture e servizi che
mettano insieme l’esigenza di sicurezza e decoro cittadini e il loro ruolo di compagnia per gli esseri
umani. Le aree dedicate agli animali che già esistono hanno bisogno di maggiore manutenzione e va
favorita l’apertura di spazi adeguati anche con la collaborazione dei privati. In questo ambito va
valorizzato il ruolo dell’associazionismo e del mondo delle cooperative.
È necessario rafforzare il coordinamento fra chi salva gli animali abbandonati, chi li cura e chi
vorrebbe adottarli. Questo permetterebbe al comune di contrastare il fenomeno del randagismo
senza spese dirette ma valorizzando l’impegno dei tanti volontari amanti degli animali. Anche in
questo caso, una politica accorta nei confronti dei nostri amici animali può essere utile per
valorizzare il ruolo sociale di anziani e bambini. I primi possono essere impiegati come volontari
mentre i secondi possono essere educati ad un corretto rapporto con gli animali e la natura.
La città visibile – Turismi per Ascoli
Il turismo non può che essere uno, pur non il solo, dei pilastri dello sviluppo economico della città,
attraverso la definizione di una politica di offerta turistica programmata, valida per tutto l’arco
dell’anno, volta a valorizzare il patrimonio artistico, storico e culturale già presente, e a proporre
una serie completa di opportunità in grado di intercettare nuovi flussi turistici, diversi da quelli
tradizionalmente presenti ad Ascoli.
L’incremento dei flussi tradizionali, con l’aggiunta di flussi di altri turismi fino ad oggi non considerati
o trascurati, garantirebbe una maggiore e più continua fonte di entrate per esercenti e
commercianti, tanto nel centro storico quanto sul territorio.
È dunque necessario un cambio di passo per l’industria turistica ascolana, a cominciare dalla
valorizzazione dei punti d’accesso alla città (le sue porte storiche, l’ingresso orientale di Monticelli,
la Stazione e Viale de Gasperi), da una necessaria diversificazione dell’offerta e da una maggiore
formazione degli operatori coinvolti che il comune deve favorire sia per i suoi diretti dipendenti (es.
vigili urbani) sia per i privati (negozianti, guide turistiche)
Riteniamo innanzitutto che non si debba improvvisare quando si tratta di fare promozione turistica
ma ci si debba affidare ad una figura professionale che sia in grado di dare al brand della nostra città
una prospettiva di lungo periodo e che sia capace allo stesso tempo di comprendere come rendere
visibile una piccola ma bellissima cittadina del centro Italia in un mercato mondiale dove la
concorrenza è molto serrata. Un professionista di questo taglio dovrebbe essere in grado di trovare
posto sul mercato a pacchetti turistici tematici (enogastronomico, architettonico, folcloristico,
storico) e territoriali (Ascoli come fulcro storico fra le bellezze della montagna e il mare Adriatico)
per aggredire segmenti di mercato turistico sempre più specifici e numerosi.
Negli scorsi anni è stata, a nostro avviso, sprecata una grande opportunità di dare visibilità mondiale
alla nostra città quando si è chiusa la pratica del riconoscimento come patrimonio dell’umanità
UNESCO. Intendiamo riaprirla, per capire quali possibilità e con che tempistiche si possa ottenere
questo riconoscimento che sarebbe fondamentale per riportare Ascoli in primo piano nel mercato
turistico delle città storiche italiane.
Pensiamo infatti che si debba avere più coraggio nel provare ad attrarre specifiche categorie di
visitatori, ad esempio attrezzando una nuova area camper, adeguatamente collegata alla città, per
consentire ai camperisti di godere al massimo delle bellezze della città e di aprire nuove prospettive
per l’economia cittadina. A dispetto di pregiudizi e credenze, quello del camper è un turismo in
crescita, poco valorizzato nella nostra zona, ma che può consentire di accedere a una comunità di
viaggiatori potenzialmente molto fidelizzabile, anche grazie al passaparola di singoli, di gruppi e di
riviste specializzate.
Siamo inoltre convinti che Ascoli sia la meta perfetta per il turismo scolastico, un circuito nel quale
è necessario entrare per poter destagionalizzare i flussi turistici e per avere il giusto stimolo di
ripensare l’intera offerta turistica, adattandola anche a questa particolare tipologia di utenza.
Lo sforzo per destagionalizzare l’offerta turistica ascolana non può fermarsi qui: dobbiamo dotare
la città di strutture ricettive adeguate anche ai bisogni dei professionisti di tutto il mondo che
potranno decidere di scegliere Ascoli come sede di importanti convegni, come già accade in molte
altre realtà del centro Italia simili alla nostra.
Bisogna inoltre continuare l’intenso confronto con le associazioni sportive e i vari enti istituzionali
coinvolti nel COTUGE, che è stato portato avanti soprattutto dalla provincia, per delineare il futuro
degli impianti sciistici di Monte Piselli, la cui valorizzazione costituisce un’opportunità importante
per la diversificazione dell’industria turistica
Ormai da anni la nostra città è caratterizzata da un turismo giornaliero, che vede la maggior parte
dei turisti muoversi verso Ascoli solamente in giornata e pernottare altrove, spesso sulla costa.
Creare dei percorsi a carattere paesaggistico, naturalistico e culturale, per un flusso tra la città e il
territorio circostante, consentirebbe di consolidare un turismo di maggiore durata, in cui Ascoli sia
la meta principale, e non solo un ripiego rispetto a San Benedetto nelle giornate di pioggia.
Per gli eventi già consolidati come Carnevale, Fritto misto e Quintana, troppo spesso intrappolati
nella bolla delle dinamiche di fazione e del provincialismo, va studiata una formula di potenziamento
in grado di richiamare visitatori, turisti ed esperti del settore sul piano nazionale, fuori dai circuiti
tradizionali e locali, allargandone gli orizzonti.
Per quanto riguarda la Quintana crediamo necessario una revisione del formato della gara di luglio,
mantenendo immutata la tradizionale giostra di agosto che resterebbe la tradizionale festa cittadina
in onore di Sant’Emidio. Una competizione più snella o con varianti alle classiche tornate sarebbe
più facilmente trasformabile in un prodotto turistico vero e proprio, più adatto al palinsesto
televisivo estivo. In questa logica non sarebbe neanche da escludere l’ipotesi di una terza Quintana
pensata in maniera specifica per un pubblico esterno alla città.
Gli eventi che riguardano tutto il sistema Quintana dovrebbero trasformare il centro storico in una
piccola cittadella medievale per l’intero spazio di tempo che intercorre fra le due giostre, tenendo
alta l’attenzione su Ascoli città del Medioevo per un periodo di tempo più lungo, proponendo
dunque un’offerta turistica più lunga come accade già in città dove si svolgono eventi simili come
Camerino o Foligno.
Allo stesso modo, un evento caratteristico come il nostro carnevale è ancora relegato nei giorni più
tipici di questa ricorrenza. Negli altri giorni si svolgono eventi perlopiù dedicati agli appassionati
mentre bisogna pensare, anche in questo caso, a riempire l’offerta turistica lungo tutto il periodo
dei festeggiamenti, magari aprendo luoghi pubblici a iniziative delle associazioni di appassionati del
carnevale o utilizzando i teatri comunali per rappresentazioni dedicate al tema. Solo in questo modo
renderemo anche questa ricorrenza cara alla tradizione ascolana un momento di opportunità per il
turismo e dunque di sviluppo della città.
Un ulteriore momento di svolta potrebbe essere rappresentato dall’individuazione di un evento di
portata nazionale, con prospettiva di un’ulteriore espansione a livello internazionale, in grado di
caratterizzare (all’esterno) in modo forte la città e coinvolgere, all’interno, la cittadinanza prima,
durante e dopo l’evento, come accade ad esempio a Perugia con Umbria Jazz. È necessario
individuare per ogni anno un tema centrale che caratterizzi il cartellone degli eventi, rendendolo
riconoscibile all’interno dell’affollato panorama dell’offerta turistica delle città d’arte e cultura
italiane.
La città da reinventare
SOSTENIBILITÀ È UTILITÀ SOCIALE
Di fronte ai cambiamenti sociali, economici e culturali in corso, le città sono chiamate a modificarsi
e riorganizzare lo spazio abitato in base a nuovi principi e a nuove logiche di sviluppo: da questo
punto di vista i “vuoti urbani” e gli spazi non più utilizzati si offrono come opportunità per ripensare
le funzioni del territorio sviluppando nuove sinergie tra pubblico, privato e sociale.
Nella competizione crescente tra aree e attori della trasformazione urbana e per migliorare la
qualità della vita nella città, l’innovazione nel disegno dei servizi, la qualificazione dei modelli di
sviluppo e la cura del rapporto con il territorio sono obiettivi strategici verso cui diviene prioritario
orientare ogni intervento.
In condizioni di scarsità di risorse una città che vuole essere sostenibile deve scommettere sulla
relazione virtuosa tra iniziative che perseguono interessi particolari (e che possono riguardare
un’area, un gruppo sociale, un business) e obiettivi più generali (che riguardano la collettività e il
bene comune).
Una tragedia come il terremoto del 2016 ci apre, per paradosso, la grande possibilità di ridisegnare
la città con nuovi spazi, per nuove funzioni tutte e sempre centrate sulle persone, sui loro sogni,
sulle loro solitudini.
E allora rigenerare la città deve essere fatto sempre partendo dalle persone: rigenerare gli spazi
inutilizzati e degradati per riconsegnarli alla comunità, restituire aree prima inaccessibili a chi fa più
difficoltà a muoversi attraverso spazi ordinari, riconsegnare la bellezza dovuta a chi la città la visita
per la prima volta ripristinando i luoghi di ingresso ad Ascoli.
RIAPRIRE L’INACCESSIBILE: AZZERAMENTO DELLE BARRIERE
ARCHITETTONICHE
La città deve essere di tutti, in tutto il suo spazio e con tutti i suoi servizi. Ai concittadini con disabilità
e alle loro famiglie assicuriamo una mappatura completa delle barriere architettoniche che rendono
la loro vita più complessa. Sulla base di questo studio preliminare si procederà ad un piano
quinquennale di interventi per restituire a tutti la possibilità di vivere pienamente ogni spazio della
città. Fondamentale per lo sviluppo turistico della città è mandare un segnale ai potenziali visitatori
che le bellezze della nostra città sono pienamente accessibili a tutti.
Ci faremo promotori di uno stretto rapporto con le associazioni del settore per raccogliere esigenze
e sensibilità per trasformarle in azioni concrete che diano risposte ai bisogni di chiunque venga nella
nostra città per viverci o semplicemente per visitarla.
PRENDERSI CURA DELLA NOSTRA RICCHEZZA – DECORO URBANO E LOTTA
AL DEGRADO
Una città come la nostra deve avere una disciplina severissima di contrasto al degrado per
mantenere un livello di decoro urbano, sia nel Centro Storico come nelle periferie e nelle frazioni,
elevatissimo.
Ci vuole maggiore attenzione all’arredo urbano sia pubblico, sia quello concesso ai privati per utilizzi
commerciali. La fruibilità estetica e logistica di monumenti, piazze e strade deve essere sempre il
primo parametro di valutazione per evitare brutture che danneggiano l’immagine della città. È
necessario a nostro giudizio rivedere quasi completamente la segnaletica turistica, troppo spesso
danneggiata o incompleta, per raccontare al meglio le bellezze della città e facilitare gli spostamenti
dei turisti.
Nomineremo un consigliere delegato in maniera specifica al decoro urbano che avrà il compito di
monitorare il livello di degrado della città e ricevere segnalazioni da associazioni e cittadini riguardo
piccoli danneggiamenti a monumenti od oggetti di arredo urbano, scritte sui muri, abbandono di
rifiuti e qualunque comportamento che leda l’immagine della città. Il consigliere delegato dovrà
avere un piccolo budget assegnatogli dalla giunta per poter intervenire tempestivamente su queste
situazioni di dettaglio che però sono fondamentali per prendersi cura di una città come la nostra.
Una città pulita e accogliente è uno dei requisiti principali per un livello di alta qualità della vita.
RIGENERARE PER RESTITUIRE ALLA COMUNITÀ I LUOGHI COMUNI
Edifici dismessi, aree sottoutilizzate, quartieri degradati: lo sviluppo della città oggi dipende dalla
capacità di reinventare l’uso degli spazi mettendo a sistema interessi e opportunità di diversa
natura, rinunciando a ulteriore consumo di suolo. In questo contesto l’amministrazione di
centrosinistra lancerà il piano Luoghi Comuni, volto a restituire alla città alcuni luoghi assegnando
una vocazione sociale, aggregativa per la comunità.
Nello specifico, il piano prevede alcuni interventi chiave in ciascuna area della città
• Porta Romana: Ridefinizione completa area via Treviri / area ex Tirassegno
L’intera area va ripensata nel suo insieme, come un sistema di luoghi composto da S. Maria delle
Donne, Viale Treviri, Sponda fiume Tronto, l’area ex tirassegno con il suo ingresso in stile
neoclassico, Porta Gemina, Piazza Cecco d’Ascoli come un Ingresso alla città dalla Salaria, biglietto
da visita per chi proviene da ovest.
Va riaperto il discorso sulla possibilità di aprire un parcheggio nelle aree non utilizzate dell’ex
tirassegno., cercando soluzioni alternative rispetto all’ipotesi di una struttura interrata. Vanno
riqualificate, inoltre, le pavimentazioni delle zone antistanti le mura e la chiesa di Santa Maria delle
donne, facilitandone il collegamento con viale Treviri.
È necessario tenere in considerazione anche la presenza del fiume come elemento centrale di
quell’area. La sistemazione delle sponde del Tronto che attraversano quella zona potrebbe essere il
primo passo della creazione di un più ampio parco fluviale parte del quale, una volta realizzati
adeguati terrazzamenti, potrebbe ospitare colture tipiche della zona come i nostri ulivi.
• Centro Storico: Area storica Annunziata/ Fortezza Pia/ ex scuola San Domenico)
Progettare e ricostituire un asse visivo, che abbraccia un patrimonio della città di diverse epoche
storiche costituito da Fortezza Pia, Torre del Cucco, Chiesa e monastero dell’Annunziata, Chiesa e
monastero Sant’Angelo Magno, Chiesa e convento di S. Domenico, che sia legato alle funzioni delle
facoltà universitarie presenti o da inserire in futuro all’interno di una vera e propria Cittadella degli
studi.
• Borgo Solestà: Ridefinizione e riqualificazione dell’area giardini presso Sede sestiere
Semplice intervento di riqualificazione delle aree verdi che potrebbe essere lo spunto per un
concorso da organizzare in collaborazione con la Facoltà di Architettura.
• Campo Parignano : Accelerazione riqualificazione Sede sestiere Porta Tufilla-ex SAUC
Tutti gli spazi adiacenti al sestiere (zone verdi ed edifici) devono essere riqualificati pensando a scopi
sociali del quartiere, accompagnando alla presenza della sede di Porta Tufilla spazi per giovani,
anziani ed aree verdi per gli animali.
• Porta Maggiore : Riqualificazione dell’ex mercato coperto via Recanati
Siamo contrari alla decisione della passata amministrazione di vendere per demolirlo e aggiungere
ulteriore cubatura residenziale nell’area. L’edificio si presta a essere riqualificato con adeguamento
sismico come spazio multifunzionale per l’utilizzo a mercato coperto per la vendita e scambio di
prodotti locali a KM zero e filiera corta. Inoltre sarà possibile restituire alla comunità spazi di ritrovo
e socializzazione. Eventualmente, dopo verifica statica di tale possibilità, si potrebbe pensare di
aggiungere un ulteriore piano da adibire a spazi collettivi di quartiere multifunzionali anche
nell’ottica di decentralizzare la disponibilità di spazi di creatività e coworking.
• Monticelli: Piazza/parco verde per riunire un quartiere diviso in due
Il vero dramma del quartiere resta la divisione creata dall’asse centrale che lo attraversa. Dobbiamo
pensare ad una soluzione che, sfruttando il dislivello già esistente all’altezza dell’ospedale, metta in
comunicazione le due parti del quartiere. I terreni in mano ai privati adiacenti alla chiesa dei SS
Simone e Giuda dovranno essere sviluppati in modo tale da consentire anche la realizzazione di uno
spazio di incontro per i residenti. A questo scopo il comune si dovrà impegnare insieme ai proprietari
per uno sviluppo urbano che consenta la creazione di una piazza o spazio verde con caratteristiche
e finalità simili.
RIGENERARE I PUNTI DI ACCESSO – LA BELLEZZA DI ENTRARE IN CITTÀ
Crediamo inoltre che la città debba presentarsi a chi la visita, ma anche a chi la vive, nella maniera
migliore possibile. Le città hanno dei biglietti da visita inamovibili, sono i luoghi che attraversiamo
quando entriamo ad Ascoli e, abbiano essi origini antiche o moderne, hanno spesso bisogno di
essere ripuliti o resi semplicemente più piacevoli e funzionali.
• L’ingresso di Monticelli
• Porta Cartara/ zona Castellano
• Porta Gemina
• Viale de Gasperi
• Stazione
Per gli ingressi della città è necessario un intervento che utilizzi elementi di verde pubblico attrezzato
da ripristinare o realizzare ex novo abbinati ad un uso dell’illuminazione pubblica che valorizzi in
senso estetico il momento di ingresso alla città. Di conseguenza ci dobbiamo impegnare a dedicare
una attenzione particolare alla pulizia e al decoro urbano di queste zone che sono il biglietto da
visita della nostra Ascoli.
IL CENTRO VITALE – IL CUORE DELLA CITTÀ COME PUNTO DI PARTENZA
Per uscire dalla paralisi che è seguita al sisma dobbiamo assicurare al nostro centro storico un
processo di ricostruzione e valorizzazione che abbia in mente una prospettiva chiara, lontana da
interessi di pochi ma legata ad obiettivi chiari del ruolo che il cuore della città deve svolgere nel
prossimo futuro di Ascoli.
Siamo convinti che il centro storico non debba diventare uno sterile museo a cielo aperto o un
enorme spazio di ristorazione per il solo beneficio dei turisti. Vogliamo un centro vivo, che sia
davvero vanto degli ascolani che lo abitano, consapevoli che c’è molto da fare dopo le gravi difficoltà
causate dal terremoto.
Innanzitutto Intendiamo mettere in campo un piano di edilizia convenzionata che consenta anche
alle giovani coppie con redditi bassi di costruire un progetto di vita nel cuore della città. Questo
permetterà di invertire la tendenza negativa che vede la città perdere residenti di anno in anno che
in particolare sta penalizzando il centro storico e le sue attività economiche. Strumento
fondamentale sarà l’utilizzo di immobili riconducibili alla proprietà pubblica allo scopo di fornire
residenze a costi accessibili e contemporaneamente valorizzare il patrimonio comunale esistente,
che è attualmente sottoutilizzato. In quest’ottica non va trascurata la possibilità di utilizzare questo
patrimonio in funzione di una riorganizzazione complessiva che coinvolga anche i volumi residenziali
previsti nel progetto di riqualificazione dell’area Carbon.
In uno spirito di conservazione e valorizzazione dei volumi esistenti, l’amministrazione si impegna a
facilitare il recupero di edifici di pregio nella convinzione che si tratta di elementi importanti
dell’intero assetto urbanistico e culturale del centro storico. Pensiamo infatti che è nel centro della
città che dovrebbero convivere la sua tradizione storica e la vita quotidiana dei suoi abitanti. Per
assicurare ulteriore sviluppo, fondamentale sarà individuare strutture da destinare all’accoglienza
per potenziare la capacità ricettiva del sistema turistico ascolano.
Crediamo che incentivando con una fiscalità agevolata chi acquista, restaura o recupera un
immobile del centro potremo aiutare concretamente a far ritornare sia potenziali residenti ed
attività commerciali ma anche permettere l’apertura di strutture ricettive o sedi di attività culturali
e associative. È questo insieme di realtà sociali ed economiche che faranno del centro di Ascoli una
realtà viva e non semplicemente un bel posto da visitare.
Vogliamo inoltre riportare gli studenti al centro della vita della città fornendo strutture e servizi
adeguati alla loro esperienza universitaria. Strutture residenziali, luoghi di incontro, di studio, di
valorizzazione dell’attività di progettazione di studenti, ricercatori e corpo docente e una mensa.
L’azione amministrativa dovrà svolgersi in stretta collaborazione con l’Università per avere una
consapevolezza dei bisogni e dunque degli interventi necessari. Questo permetterebbe anche
all’amministrazione di rinsaldare un rapporto fondamentale troppo trascurato negli anni.
Lo sviluppo che intendiamo incentivare con questa programmazione dovrà essere accompagnato
da un adeguato ampliamento dei servizi offerti a questa nuova generazione di cittadini, dal punto
di vista commerciale, della mobilità e dei servizi di supporto sociale. Consentiremo in questo modo
una vita di qualità anche a quegli ascolani che renderanno nel prossimo futuro il nostro centro
storico un luogo vivo e accogliente tutti i giorni dell’anno.
Vogliamo impegnarci a trasformare il centro storico ascolano in un centro commerciale immateriale
dove tutte le opportunità siano messe in rete e valorizzate con l’uso delle più recenti tecnologie.
Significa mettere insieme i migliori prodotti del nostro territorio con i luoghi storici da visitare e gli
eventi a cui partecipare. Solo in questo modo riusciremo a valorizzare un’offerta turistica
complessiva formata dai prodotti dei nostri negozianti, dai luoghi storici e di pregio e da un’offerta
culturale di eventi e manifestazioni che necessita però di una programmazione puntuale, ben
organizzata e di respiro internazionale.
Il valore culturale e architettonico del centro deve essere al centro dell’attenzione
dell’amministrazione, che si impegnerà a superare le situazioni di degrado e trascuratezza che
possano danneggiare l’immagine complessiva del nostro patrimonio cittadino, provocando così un
danno grave all’immagine della città che richiede un intervento non più rinviabile da parte di chi
governa.
LA CITTÀ POLICENTRICA – IL RUOLO DI FRAZIONI E QUARTIERI
È abitudine consolidata considerare Ascoli come il suo centro storico, affezionati come siamo alle
bellezze architettoniche e alla tradizione che quei luoghi conservano della vita cittadina.
Anche per questo intere frazioni e quartieri sono stati privati negli anni di spazi sociali, culturali e di
opportunità economiche.
Vogliamo il potenziamento delle frazioni come aree di sviluppo della città attraverso piani strategici
di sviluppo che provvedano a sanare le carenze di servizi e di collegamenti, stabilendo interventi di
riqualificazione e di nuova espansione, privilegiando la qualità per contrastare lo spopolamento.
È necessario secondo noi un piano che preveda l’apertura di centri di aggregazione in quei luoghi
dove sono stati chiusi, come Monticelli ad esempio, o dove sono ancora oggi necessari spazi per la
socialità come molte delle nostre frazioni. In questa pianificazione si dovranno prevedere aree verdi
attrezzate e strutture per l’attività sportiva che possano essere usate anche per altri eventi ricreativi
o culturali. Anche le Frazioni meritano un’attenzione molto elevata sul decoro urbano e ci
impegneremo ad una costante manutenzione degli spazi pubblici anche nelle zone che sono state
troppo spesso dimenticate in questi anni. In questo contesto anche la previsione di una nuova
pianificazione complessiva del sistema di illuminazione, esigenza chiaramente manifestata dai
residenti, sarà punto di riferimento della nostra azione amministrative in queste aree.
Vogliamo inoltre lanciare un segnale alle persone che abitano le zone periferiche della nostra città,
siano esse piccole frazioni o grandi aree residenziali. Vogliamo assicurare la presenza frequente di
un vigile di zona, un volto amico del quartiere e dei suoi abitanti che possa essere punto di
riferimento, sia nelle emergenze sia nelle difficoltà quotidiane, oltre che servire da deterrente
rispetto a comportamenti che danneggiano il bene pubblico e la serenità dei cittadini.
Ciò che è veramente necessario è, in fin dei conti, ristabilire la normalità dell’azione amministrativa
riguardo le frazioni, non considerarle aree che inevitabilmente andranno perse ma ridare solamente
ai suoi abitanti trasporti efficienti, strutture ben mantenute, spazi attrezzati per la vita di tutti i
giorni.
La città degli sport e degli sportivi
Siamo convinti che lo sport può essere per la nostra città sia un modo per vivere una vita migliore
sia uno strumento educativo efficace. Ci impegneremo a sviluppare una cultura sportiva per tutti,
eliminando tutte le barriere fisiche e culturali, per contrastare il disagio sociale soprattutto tra le
fasce sociali più in difficoltà.
Quello che ci sta a cuore è infatti la funzione sociale che lo sport può ricoprire nella nostra città. Ci
impegniamo a sostenere tutti quei progetti che attraverso lo sport vogliono contrastare le
dipendenze, il razzismo e tutte le forme di esclusione sociale. Dobbiamo valorizzare tante realtà
esistenti che già usano lo sport per favorire l’inclusione delle persone diversamente abili o per
promuovere stili di vita salutari.
Le società sportive ascolane hanno bisogno di avere una parola chiara da parte del comune sulla
manutenzione degli impianti per tutte le discipline sportive. Bisogna puntare su interventi anche di
minima manutenzione senza trascurare le discipline meno praticate con l’obiettivo di garantire la
pratica sportiva a ogni livello. È necessario un piano che stabilisca tempi certi per tutti, senza fare
promesse impossibili garantendo la disponibilità di luoghi adeguati e in piena sicurezza.
Le condizioni strutturali e funzionali degli impianti Comunali a disposizione delle società sportive
cittadine sono, nella maggior parte dei casi, tutt’altro che buone. Diversi necessitano di interventi
manutentivi importanti, sia nelle strutture, sia nei servizi, nella messa a norma, nell’efficientamento
energetico. In alcuni casi già sono in atto lavori che probabilmente comporteranno l’interruzione delle
attività per molti mesi, in molti altri o si è nella fase progettuale o non si è ancora programmato il
necessario intervento.
Non è possibile fare qui l’elenco dettagliato di tutti gli interventi necessari, che pure ci sono stati
segnalati da tanti contributi dei cittadini e di cui terremo opportunamente conto. Possiamo però
stilare già ora una lista degli interventi più urgenti sui quali la nostra amministrazione si metterà al
lavoro da subito:
• La palestra di Polivalente di Via Spalvieri.
• Il Campo di Atletica Leggera “M.Bracciolani”
• Il Campo di Calcio di Monterocco.
• Il Campo di calcio e Velodromo di Monticelli.
• La palestra di Atletica Pesante.
• La palestra di Pallavolo dello Squarcia.
• Campo di Rugby di Marino del Tronto.
• Lo Stadio “Cino e Lillo Del Duca.
Di grande importanza è anche il completamento della cittadella dello sport di Pennile di sopra.
Si tratta di una struttura dove è possibile praticare molte discipline (Atletica, Pugilato, Lotta, Pesi,
judo, Karate, Arrampicata sportiva, Pallavolo, Basket, Nuoto, Trekking, Orienteering, Bocce) dove
già operano le Sedi della FIGC della FIPAV e dell’AIA) È inoltre spazio polifunzionale, adatto per corsi
estivi, attività scolastiche multidisciplinari e di promozione sociale.
Il nostro interesse, dunque, è quello di intervenire soprattutto sugli impianti di base per assicurare
che Ascoli diventi la città degli sport, di tutti gli sportivi e dei valori che trasmettono.
Anche le politiche di affidamento in gestione a società sportive o enti di promozione, una modalità
iniziata negli anni Novanta e riproposta nel tempo, deve essere rivista per una maggiore efficienza
e attenzione alle scadenze temporali. Deve essere ripensato il sistema delle concessioni per uso e
gestione degli impianti a partire dalle procedure e dalle condizioni poste, inconcepibili per una
Società Sportiva dilettantistica che opera nel terzo settore. Basti pensare che nessun Sodalizio ha
risposto ai bandi per la gestione dei campi comunali di quartiere e che per questo ora sono in stato
di abbandono.
Garantire la qualità degli impianti darà inoltre la possibilità ad Ascoli di ospitare grandi eventi
sportivi nazionali e internazionali, ottime vetrine per una città come la nostra.
Per le attività promozionali sportive, c’è urgente necessità sia di appoggiare le iniziative promosse
dalle ASD, sia quelle promosse dalla scuola, sia quelle del CONI. Tutti i cittadini, giovani e meno
giovani, devono avere la possibilità di praticare attività sportiva, quindi vanno escogitati incentivi ed
interventi per incrementare l’offerta in città. Riproponiamo il modello già sperimentato in altre città
ben governate dal centrosinistra: lo sport come diritto di tutti. Il Comune può contribuire
economicamente alla quota di iscrizione dei più piccoli che vogliono fare sport ma che vengono da
famiglie con difficoltà economiche.
La città smart per i lavori del futuro
Ricostituire il tessuto produttivo della città, riportare i giovani ad abitare il centro e le frazioni.
Obiettivi ambiziosi e possibili soltanto se si dà una prospettiva lavorativa a chi ad Ascoli vuole vivere
la sua vita, comprare casa, costruire una famiglia.
È illusorio promettere il ritorno dei posti di lavoro fondati sulla cassa del mezzogiorno e non basta
dire che è necessario sfruttare maggiormente l’industria turistica per risollevare la città. Una
percentuale sempre crescente di lavoratori non avrà più bisogno di lavorare in un ufficio o in un
laboratorio per svolgere la propria professione. L’economia globale, sempre più basata sui servizi
digitali sta vedendo la nascita e la crescita esponenziale di decine di professionalità in grado di
lavorare da remoto, da una qualsiasi scrivania di qualunque parte del mondo.
Per i tanti giovani ascolani che oggi lavorano in giro per il mondo, noi vogliamo costruire una città
dove poter tornare e svolgere la loro professione continuando a vivere la città dei loro nonni e dei
loro genitori. Per quelli che entreranno nel mondo del lavoro del prossimo decennio, noi vogliamo
disegnare una città che possa essere pronta a supportare le idee che avranno e che li accompagni
nelle loro carriere, così da consentirgli di viaggiare, esplorare il mondo ma, alla fine, di non dover
abbandonare la propria città perché costretti dalla mancanza di opportunità.
Ecco allora che dobbiamo aumentare la disponibilità degli spazi di coworking pubblici, una realtà
ancora appena abbozzata nella nostra città. Spazi di contaminazione di idee o semplicemente luoghi
dove professionisti, startup e creativi possano lavorare e incontrarsi esistono per ora con spazi esigui
solo al centro della città. Apriamo questi spazi anche nelle periferie popolose della città e nella zona
industriale che deve in tutti i modi riconvertire la sua vocazione economica.
Diamo alla città un’infrastruttura digitale di livello professionale, innanzitutto per quanto riguarda
la connettività. È necessario non solo avere, almeno per il centro, un sistema di connettività a
banda larga disponibile per tutti ma anche una pubblica amministrazione digitalizzata e
sburocratizzata soprattutto per quanto riguarda le pratiche legate alla creazione di impresa sul
territorio comunale. Possiamo farlo utilizzando fondi europei ad hoc, invertendo una tendenza delle
passate amministrazioni a mancare occasioni ghiotte, come il bando WIFI4EU che finanziava a fondo
perduto l’installazione di Wi-Fi gratuito per i centri storici delle città.
Pensare Ascoli come la città fatta a misura per i lavoratori del futuro può diventare un elemento
distintivo per dare visibilità alla nostra città in tutto il mondo. Pensiamo che Ascoli, una tranquilla
cittadina italiana a misura d’uomo dove la storia e il buon cibo sono colonne portanti della nostra
cultura, sarebbe un luogo da sogno per i professionisti di tutto il mondo che volessero trasferirsi qui,
se solo gli assicuriamo le infrastrutture sociali, materiali e immateriali necessarie.
Abbiamo tanti esempi di città virtuose amministrate dal centrosinistra su questo tema, Milano in
primis, che ci insegnano come andare nella direzione di una smart city pensata per i lavori di domani
dia impulso ad investimenti in zone che si stanno spopolando ed è un efficace stimolante per
comunità vive che progrediscono con la contaminazione di idee sociali ed imprenditoriali.
La città dei Saperi e delle arti
ASCOLI E LA SUA UNIVERSITÀ
Nell’ambito di una visione futura della città ciò che deve essere costruito – e che è stato ignorato
per troppo tempo – è il legame tra chi vive l’Università, che grazie all’intensa attività dell’opposizione
ha visto ampliare spazi ad essa dedicati, e la città stessa.
L’Amministrazione comunale dei prossimi anni deve trovare nelle professionalità e nei saperi che si
sviluppano nelle facoltà cittadine i primi interlocutori: il ripensamento degli spazi del centro e delle
periferie, la ricostruzione degli edifici pubblici dopo il terremoto, la mobilità sostenibile, la stessa
riqualificazione dell’Area Carbon sono temi sui quali il mondo universitario dovrà essere sollecitato
e coinvolto
Il coinvolgimento diretto di studenti e docenti nella progettazione e nell’elaborazione di idee nuove
per la città, assicurerà una partecipazione vera alla vita di Ascoli arricchendo soprattutto il centro
storico di nuove risorse. Stare ad Ascoli, conoscerla, viverla sarà parte essenziale del piano di studi,
e la città potrà giovarsi della presenza di tante giovani energie.
L’amministrazione comunale proporrà alla facoltà la sottoscrizione di un “patto per la città” che
impegni le due istituzioni a collaborare per il raggiungimento di questi obiettivi in maniera
continuativa e non legata a singole occasioni particolari.
ARTI E CULTURA PER LA CITTÀ
Ad oggi l’offerta culturale della città è eccessivamente delegata, disorganizzata, manca di
progettualità e di una calendarizzazione coerente, basata su singoli eventi estemporanei spesso
slegati con la tradizione cittadina. Dobbiamo spingere la città ad ospitare eventi che siano meno
esibizioni fieristiche e più momenti di crescita per le persone e la comunità, senza dimenticare lo
svago e gli appuntamenti tradizionali come il Carnevale o la Quintana.
La cura della nostra offerta culturale deve passare innanzitutto dall’attenzione agli spazi che la città
mette a disposizione per queste attività.
Crediamo sia il caso di studiare le potenzialità e la fattibilità giuridica di un soggetto unico per la
gestione dei teatri cittadini, che possa dare maggiore libertà di gestione, con beneficio alla
progettazione e alla ricerca di ulteriori finanziamenti privati. Il comune, che rimarrebbe nelle nostre
intenzioni in ogni caso socio principale, potrebbe coinvolgere altre partecipazioni pubbliche e
private, migliorando sia la capacità promozionale dell’offerta teatrale, sia la capacità di trovare
sponsor privati.
Come per altre situazioni, anche i teatri Ventidio Basso e Filarmonici dovranno essere elementi
pregiati di un quadro di collaborazione culturale più ampio: il comune deve farsi promotore della
collaborazione fra i teatri, l’università, il Liceo Artistico Licini e l’Istituto Musicale Spontini, per non
sprecare nessuna delle preziose risorse umane e artistiche presenti in ciascuna di queste realtà.
In linea con quanto detto in precedenza sugli spazi di coworking e imprenditorialità sarà necessario
adibire detti spazi anche per il lavoro creativo di chi fa della cultura non soltanto una attività di
arricchimento della propria vita e di quella della città ma un vero e proprio lavoro.
Ascoli può essere la città dello smart working ma anche la città delle imprese culturali e creative. Si
tratta di un trend imprenditoriale che sta finalmente guadagnando importanza nel panorama
economico italiano e Ascoli non può rimanere indietro in un settore del genere. Le Imprese culturali
e creative producono reddito lavorando sull’arte, la letteratura, gli eventi culturali ad ampio respiro
e ormai producono annualmente quasi 90 miliardi di Euro di fatturato e centinaia di posti di lavoro.
Ascoli è già una città ricca di storia e cultura, renderla centro di attrazione per una cultura che
produce reddito e posti di lavoro sarebbe il mezzo migliore per garantire un futuro per i giovani che
vogliono vivere e lavorare nella nostra città.
Ci sono ulteriori spazi da recuperare e riconsegnare alla vita artistica e culturale della città. Pensiamo
soprattutto al Giardino Colucci che per spazio e dimensioni potrebbe, con i giusti adeguamenti,
ospitare eventi medio-grandi come concerti e manifestazioni all’aperto. Discorso simile va fatto per
Piazza della Viola, bellissimo spazio in pieno centro storico per nulla valorizzato, soffocato dai
parcheggi, che con una completa revisione potrebbe ospitare eventi diversissimi a due passi dalle
piazze principali della città.
LA CULTURA COME SISTEMA
Come per le già citate istituzioni culturali cittadine, sarà fondamentale mettere in rete le tante
esperienze artistiche, letterarie, associative e di volontariato culturale che la caratterizzano.
Crediamo che sia fondamentale creare un altro luogo di ascolto e di democrazia partecipativa che
riunisca tutte le associazioni del settore, per alimentare un dialogo costruttivo con
l’amministrazione. In questo modo sarà possibile programmare gli eventi cittadini con anticipo,
addirittura di qualche anno nel caso di eventi di alto livello, e con un maggior dettaglio, evitando
sovrapposizioni inutili, migliorando la promozione dei singoli eventi all’interno di una pianificazione
cittadina più ampia. Questo fornirà non solo alla cittadinanza un quadro più chiaro dell’offerta di
eventi cittadina ma permetterà ai turisti di godere appieno della vita culturale della nostra Ascoli.
Ascoli città d’Europa
Crediamo che la nostra città sia rimasta sin troppo isolata da positive influenze esterne, come pure
da opportunità di finanziamento e progettualità esterne, soprattutto dall’Europa.
Non abbiamo notizia di progetti finanziati da fondi europei diretti dove il comune di Ascoli sia stato
protagonista in modo rilevante e dire che realtà molto più piccole ma virtuose, come Appignano,
sono partner di grandi progetti finanziati da Bruxelles con centinaia di migliaia di euro, nell’ambito
di un programma di finanziamento importante come Horizon 2020. Si tratta di colmare il gap di
attenzione che l’amministrazione non ha dedicato ad una possibile fonte di entrate per attivare
progettualità importanti senza gravare ulteriormente sulle casse comunali. Crediamo che voler
trasformare la città in un luogo di creatività imprenditoriale in grado di attrarre professionisti da
tutta Europa potrebbe essere finanziato da progetti di formazione all’interno di Erasmus+ o del
bando per le idee creative e multimediali Creative Europe da sempre punto di riferimento per gli
operatori culturali di tutto il continente. Se volessimo studiare la riqualificazione ambientale delle
aree fluviali, ad esempio, si potrebbe essere più attivi nel network del programma LIFE come hanno
fatto Senigallia e San Benedetto del Tronto nell’ambito di un progetto vinto da Regione Marche.
Che dire infine delle opportunità che la macroregione Adriatico-Ionica offre a città d’arte e
tradizione come la nostra, per migliorare l’efficacia delle politiche turistiche, ambientali e per lo
sviluppo? Puntare sulla cooperazione con i Balcani (non solo attraverso ADRION, il fondo per i
progetti afferenti alla macroregione adriatico-ionica, ma anche ai vari fondi di cooperazione dove
Ascoli è eleggibile come quello per la cooperazione italo-croata) può aprire nuovi spazi di
innovazione ma soprattutto possibilità di marketing turistico e visibilità per la città e i suoi prodotti.
In questa fase storica è assolutamente necessario, a nostro giudizio, aprirsi al mondo e confrontarsi
con altre esperienze cittadine e di comunità. In passato erano state inaugurate esperienze
interessanti con alcune città d’Europa, gemellate con la nostra per affinità storiche o sociali. Quei
legami vanno recuperati e altri vanno costruiti, puntando sulle tradizioni enogastronomiche, la
storia e le tradizioni antiche e recenti. Anche sotto questo aspetto sarà fondamentale utilizzare un
programma di finanziamento apposito che l’Unione Europea mette a disposizione, Europe for
Citizens, per finanziare gemellaggi e reti di città basate su memorie e storie comuni del recente
passato europeo.
Infine, l’idea di dotare il comune di un ufficio Europa, sulla scia di esperienze simili, si è rivelata
sostanzialmente priva di un reale impatto. Aprire un punto di riferimento dove venire a conoscenza
di bandi ed opportunità finanziate da Bruxelles è solo parzialmente utile poiché le tecnologie
contemporanee consentono di avere informazioni dettagliate in tempo reale e personalizzate sui
bisogni del singolo utente con pochi clic. Quello che invece sarebbe necessario è uno sportello con
delle competenze di progettazione europea vera, che sappiano non solo indirizzare verso possibilità
di finanziamento ma che riescano a guidare l’utente in un percorso, spesso ostico, di progettazione
che valorizzi le idee nate sul nostro territorio.
La città governata – Le istituzioni, la
democrazia e i beni comuni
PARTECIPAZIONE E DEMOCRAZIA IN COMUNE
Per troppi anni, e in particolare negli ultimi cinque, il centrodestra ascolano ha ridotto il Consiglio
comunale a semplice strumento burocratico di ratifica di decisioni prese altrove. Per questa finalità
è stato annullato il dibattito e cancellato ogni spazio della discussione e del confronto, per mezzo di
una conduzione personalistica, sbrigativa e improvvisata dei lavori consiliari.
L’ opposizione ha tenuto costantemente viva l’attenzione su alcuni temi di rilievo nella convinzione
che su questi sia necessario disegnare percorsi di cambiamento reale per la città.
Questo atteggiamento nei confronti delle istituzioni comunali ci ha convinti che è necessario
rafforzare l’intero assetto istituzionale dell’amministrazione cittadina, costruendo un nuovo
modello decisionale, che dia all’attività della giunta un più alto livello di trasparenza e consenta una
maggiore partecipazione dal basso.
Siamo convinti che l’abolizione delle circoscrizioni abbia causato un vuoto di rappresentanza,
soprattutto nelle frazioni e nelle zone periferiche della città. È necessario ridare a queste zone una
voce diretta con il consiglio comunale. Su questo tema è giunto il momento di dare seguito ad una
mancata promessa della scorsa amministrazione, che l’opposizione ha più volte promosso come
battaglia propria con diverse mozioni.
Ci impegniamo, infatti, a studiare una soluzione per incentivare la partecipazione tramite la
creazione, presso i quartieri cittadini, di comitati rappresentativi delle istanze del territorio e del
tessuto sociale, prevedendo ad esempio l’approvazione di un regolamento ad hoc, per l’istituzione
dei Comitati di Quartiere/frazioni e l’attivazione di quelle procedure utili al legittimo riconoscimento
giuridico degli stessi comitati attraverso le elezioni dei componenti e/o rappresentanti degli stessi.
Tali comitati saranno interlocutori diretti dell’amministrazione, sia in fase propositiva che consultiva
e informativa, sempre che risultino organizzati e regolamentati in modo democratico e svincolati da
dipendenza diretta o indiretta rispetto ad altri interlocutori istituzionali, quali ad esempio partiti,
associazioni sportive, sociali o culturali.
D’altra parte la giunta dovrà far sentire la sua presenza direttamente in tutti i luoghi della città
organizzando sessioni itineranti aperte alla partecipazione dei cittadini, in particolare nelle fasi di
pianificazione delle spese per la città, seguendo le buone pratiche di bilancio partecipativo già
attuate con successo in altre realtà governate dal centrosinistra, come Grottammare.
Se è vero, come crediamo, che Ascoli rinasce solo riportando la persona al centro, allora è necessario
che ciascun cittadino sia riferimento dell’attività amministrativa cittadina, rendendolo partecipe e
consapevole delle scelte effettuate
Soltanto una giunta aperta ad un dialogo costante e costruttivo riuscirà a dedicare maggiore
attenzione a tutti i bisogni della città, senza rinunciare al confronto dovremo dedicare maggiore
cura alla periferia ascolana e a quelle frazioni di cui abbiamo già parlato, per troppi anni
abbandonate dalle amministrazioni di centrodestra.
UN PATRIMONIO DI BENI COMUNI
L’interesse e la preminenza del bene pubblico devono essere sempre le direttrici della gestione del
patrimonio comunale. Il coinvolgimento di risorse private, tuttavia, non ci scandalizza, al contrario:
è una via cui un’Amministrazione virtuosa deve poter ricorrere vista la scarsità di risorse pubbliche
cui devono far fronte gli Enti locali in questa fase storica.
Garantire i giusti introiti ad aziende private è sacrosanto, ma chi gestisce i beni dei cittadini deve
indirizzare l’attività degli imprenditori verso il bene della collettività; gli utili si costruiscono con
l’innovazione, la lotta agli sprechi, la ricerca, la sperimentazione di buone pratiche, mai, in nessun
caso con lo svilimento della qualità dei servizi a danno del cittadino. Una amministrazione attenta
agli interessi dei cittadini deve considerare questa attività di controllo e stimolo nei confronti delle
imprese a cui si cedono beni pubblici una priorità assoluta.
Negli anni abbiamo assistito a una gestione del patrimonio pubblico portata avanti senza una reale
prospettiva se non quella di fare cassa, vanificando quindi l’utilità del patrimonio stesso: la vendita
delle farmacie comunali, della Piceno Gas e la futura cessione di Palazzo Guiderocchi.
A questo si aggiungono il mancato riacquisto dei parcheggi, la privatizzazione completa della
gestione della raccolta dei rifiuti, il contratto ventennale ad una società privata per la gestione
dell’illuminazione. Punti fondamentali sui quali dobbiamo lavorare con attenzione, per garantire ai
cittadini i servizi che meritano.
Vale la pena tornare in particolare sul caso dei parcheggi e della relazione fra l’amministrazione e la
SABA. La convenzione con la Saba è stata e continua a essere un peso per le casse comunali, con
previsioni di entrate non in linea con la realtà e la creazione di un debito enorme nei confronti del
privato.
È necessario, per riportare al centro la funzione pubblica del servizio, studiare qualunque spazio
legale di trattativa con la società per recedere in tutto o in parte dal contratto, per riappropriarsi
della gestione dei parcheggi, limitando il disavanzo storico, liberando alcune zone strategiche dalla
stretta dei parcheggi a pagamento e proponendo uno schema di prezzi più flessibile e conveniente
per i cittadini.
Qualora non fosse possibile attuare una gestione principalmente pubblica, si deve valutare la
possibilità di aprire al mercato e alla concorrenza tenendo fermo come parametro irrinunciabile il
vantaggio per gli utenti e l’accessibilità della città in tutte le sue aree.
LE LUCI DELLA CITTÀ
La scorsa amministrazione ha adempiuto al dovere di legge di adeguare l’illuminazione cittadina con
tecnologie a basso impatto energetico. Quella che doveva essere un’opportunità di risparmio e di
contributo alla riduzione della produzione di CO2, si è rivelata un fallimento pressoché totale: la
città tutta è diventata solo più buia di aspetto tetro e molti angoli del centro, che dovrebbero essere
impreziositi da una giusta illuminazione per valorizzarne il valore architettonico, sono seminascosti
nell’ombra. La percezione di un abbassamento della qualità dell’illuminazione pubblica è stata
immediata e pressoché unanime.
La nuova Amministrazione, con l’aiuto dell’ufficio legale del Comune, dovrà esaminare
attentamente tutte le possibilità per migliorare le condizioni del contratto a vantaggio dei cittadini:
l’utilizzo dell’illuminazione a Led non comporta necessariamente che le strade siano meno
illuminate. Al contrario! Le tecnologie in continuo miglioramento possono garantire standard di
qualità molto alti; è anche necessario diversificare le tipologie di illuminazione a seconda della zona
della città. Una strada ad alto scorrimento, come a Monticelli, necessita di una illuminazione ben
diversa di quella di angoli del centro storico dove si deve puntare soprattutto a creare un’atmosfera
suggestiva che aumenti il fascino dei luoghi più suggestivi della città. Anche su questo punto deve
essere essenziale la collaborazione delle professionalità dell’Università.
IL FUTURO DELL’AREA CARBON
Non è possibile disegnare la città del domani senza dare un ruolo definito ad uno spazio strategico
come l’area Carbon. Inevitabile accelerare il più possibile il processo di bonifica per dare
immediatamente valore a un terreno inquinato che si dice di voler bonificare ormai dal 2009. Va
messo al centro l’interesse dei cittadini, quello pubblico. bisogna pensare a una nuova visione
sull’area Carbon che non può essere ancora strozzare quell’area urbana con appartamenti e blocchi
residenziali.
Una prima soluzione, che starebbe all’interno di una logica di collaborazione con la facoltà di
architettura più volte auspicata, è la promozione di un concorso di idee di livello internazionale per
l’area Carbon. L’Università dovrà supportare l’amministrazione nella predisposizione e nel lancio di
questa iniziativa per garantirne serietà e livello di qualità.
Abbiamo più volte dichiarato di voler trasformare Ascoli nella città degli spazi imprenditoriali, dei
professionisti del futuro che lavorano in spazi comuni, nel luogo dove possano sorgere e
contaminarsi le imprese creative e culturali. Allora forse, anziché appartamenti e cemento armato,
pensiamo ad utilizzare l’area Carbon come spazio della creatività imprenditoriale e del lavoro
giovanile. Pensiamo inoltre ad una cittadella delle scuole e immersa in una cintura di verde
attrezzato per lo sport e per manifestazioni en plein air, collegata alla città e ai quartieri da minibus
elettrici e da percorsi pedonali.
Restiamo sempre rispettosi dell’interesse dei privati, che va armonizzato con l’interesse pubblico
strategico, l’amministrazione dovrebbe valutare processi di diminuzione dei volumi previsti nell’area
con interventi dei privati stessi volti a riqualificare stabili e spazi del centro storico ad oggi non
sfruttati.
L’area Carbon, oltre a poter disegnare Ascoli del futuro, è l’occasione per determinare una
caratterizzazione innovativa di lavoro e sviluppo della città, tramandando l’importanza storica di
uno stabilimento che ha segnato la vita della città.