Matteo Ricci, candidato alle elezioni regionali delle Marche, ha ricevuto un avviso di garanzia. La reazione della politica.
Un avviso di garanzia si abbatte sul candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali nelle Marche. Matteo Ricci è indagato per fatti che risalgono all’epoca in cui era sindaco di Pesaro. L’inchiesta verte su alcuni affidamenti illeciti avvenuti sotto la sua amministrazione, già ribattezzata dai media “Affidopoli“.

Ricci è indagato insieme ad altre persone. I magistrati della Procura di Pesaro indagano sull’affidamento diretto di incarichi ad alcune associazioni, senza ricorrere a u bando pubblico di gara, dunque favorendole.
È stato lo stesso Ricci ad aver annunciato pubblicamente l’avviso di garanzia a suo carico, dicendosi sereno e determinato ad andare avanti con la campagna elettorale per le regionali. Per il momento le reazioni degli avversari politici restano garantiste.
Matteo Ricci indagato a Pesaro, le reazioni all’avviso di garanzia
L’inchiesta “Affidopoli” verte su un caso di presunta corruzione al Comune di Pesaro, che è nato da una inchiesta giornalistica del Resto del Carlino. Secondo le accuse, Matteo Ricci avrebbe gestito in modo illecito affidamenti diretti, fondi pubblici e sponsorizzazioni nell’ambito di una sorta di accordo segreto con il suo collaboratore di fiducia Massimiliano Santini e con Stefano Esposito, presidente di due associazioni culturali.
I tre avrebbero pilotato affidamenti diretti, favori personali, contratti pubblici e incarichi verso le associazioni beneficiarie in cambio di consenso politico. Dunque, non per soldi. Secondo la Procura si sarebbe trattato di un “sistema reiterato”, i cui sono indagate altre 21 persone, tra dirigenti, funzionari, collaboratori, direttori di fondazioni e partecipate, imprenditori e l’ex capo di gabinetto.

Un sistema di favori tra amici, in cui Ricci avrebbe ” compiva direttamente o comunque faceva compiere atti contrari ai doveri d’ufficio ai dirigenti o funzionari in servizio all’epoca dei fatti in Comune, abusando della propria influenza e qualità in violazione dei propri doveri di controllo nonché in violazione delle regole di trasparenza, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione in cambio di utilità per sé e per Santini Massimiliano ed Esposto Stefano”. Si legge nelle carte dell’accusa.
Il nome di Ricci è presente nel fascicolo dell’inchiesta già da ottobre 2024 ma il suo coinvolgimento è diventato pubblico solo il 22 luglio, quando ha ricevuto l’avviso di garanzia. L’ex sindaco di Pesaro è accusato di concorso in corruzione e, secondo la Procura, avrebbe sostenuto e legittimato il sistema per ottenere consenso personale e per consentire ai due presunti complici di “ricevere denaro e altre utilità patrimoniali”.
Massimiliano Santini, nello staff dell’ex sindaco, è indagato per concorso in corruzione, turbativa d’asta, induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato e falso ideologico commesso da privato in atto pubblico. Secondo l’accusa sarebbe stato il regista operativo dl sistema, sostituendosi ai dirigenti comunali e veicolando denaro e incarichi alle associazioni gestite da Esposto.
Stefano Esposito, beneficiario degli affidamenti diretti, è indagato per concorso in corruzione e indebita percezione di erogazioni pubbliche e turbativa d’asta.
I primi interrogatori davanti ai magistrati cominceranno sabato 26 luglio, quando sarà ascoltata dai magistrati la maggior parte degli indagati. Mentre Ricci mercoledì 30 luglio.
Inutile dire che l’inchiesta è un duro colpo alla campagna elettorale dell’ex sindaco di Pesaro che, tuttavia, ha dichiarato che non si lascerà intimorire dalla vicenda. Anzi, sarà un boomerang per la destra. Nel frattempo, il candidato ha ricevuto il sostegno del suo partito, il PD, e delle altre forze di coalizione, mentre non si conoscono ancora le reali intenzioni dei Cinque Stelle.
Lapidario l’avversario di Ricci, il presidente uscente Francesco Acquaroli: “I cittadini meritano contenuti, non polemiche“, ha dichiarato Acquaroli, mostrando di non essere interessato alla vicenda giudiziaria del suo avversario.