Giovani in fuga dal Piceno, il segretario Cgil: “Dato negativo per il futuro del territorio”

La Cgia Mestre ha pubblicato uno studio in merito alla fuga di giovani dal Piceno e il segretario Cgil ha sottolineato come questo sia un “dato negativo per il futuro del territorio”.

Continua a far discutere lo studio della Cgia Mestre in merito alla fuga di giovani dal Piceno. Secondo questa ricerca, in 10 anni Ascoli Piceno ha perso oltre 5000 giovani e ha fatto registrare un calo demografico impressionante.

Giovani in fuga dal Piceno, parla il segretario Cgil
Giovani e Piceno, in molti fuggono perché senza lavoro (AscoliCityRumors.it)

Il segretario Cgil Daniele Lanni ha commentato questa notizia e ha cercato di analizzare le ragioni dietro questo dato negativo. Ecco quali sono state le sue parole e quale potrebbe essere una soluzione per invertire il trend.

Giovani in fuga dal Piceno, le parole del segretario Cgil

I dati in merito alla fuga dei giovani dal Piceno hanno spaventato in molti. Senza un buon ricambio generazionale, il futuro del territorio sembra essere compromesso e l’economia locale potrebbe risentirne.

Giovani in fuga dal Piceno, parla il segretario Cgil
Giovani in fuga dal Piceno, mancano lavoro e infrastrutture secondo il segretario Cgil Lanni (AscoliCityRumors.it)

Proprio su questi punti ha parlato Daniele Lanni, segretario Cgil. Le sue parole, riportate anche dal giornale Il Resto del Carlino, sono state: “Un dato estremamente negativo, che ci deve preoccupare moltissimo rispetto al futuro del territorio”.

Lanni ha poi continuato dicendo: “Un dato che evidenzia un calo drammatico della presenza dei giovani nel nostro territorio. E che impone una riflessione, in quanto è chiaro che una diminuzione di queste dimensioni non può essere derubricata come una situazione naturale, ma bensì ci dice qualcosa di chiaro: la nostra provincia non è accogliente per i giovani under 35“.

Il segretario Cgil ha anche evidenziato le ragioni per questo dato negativo: “Non solo mancano le infrastrutture, ma soprattutto non c’è un mercato del lavoro adatto ad attrarre le professionalità dei più giovani, con particolare riferimento a chi se ne va per studiare, ma poi sul territorio torna con grande difficoltà, perché la propria professionalità non viene valorizzata, né in termini economici, né di possibilità di crescita”.

Lanni ha detto che non bisogna stupirsi di questo dato: “Non ci può stupire che, se i giovani sono spesso precari, sono spesso inquadrati a livelli contrattuali più bassi di ciò che sarebbe giusto, sono trattati spesso come l’ultima ruota del carro nel mercato del lavoro del territorio, decidano di cercare migliori impieghi e miglior futuro altrove, e questo noi non lo possiamo assolutamente permettere, per il domani della nostra provincia”.

Infine, il segretario Cgil ha cercato una soluzione per rimediare a questo trend negativo: “Chiediamo alla politica locale di ragionare insieme perché i giovani del territorio trovino nel Piceno un luogo dove costruire un futuro stabile e appagante. Il futuro dei ragazzi che passa per l’abolizione della precarietà sarà, non a caso, uno dei temi centrali della mobilitazione generale che la Cgil sta mettendo in campo e che ci porterà, intanto, alla data del 7 ottobre”.

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