Il 30 gennaio 1944 una squadriglia di aerei inglesi, provenienti dalla base di Termoli, sorvola i cieli di Ascoli Piceno abbandonandosi a smitragliamenti indiscriminati e immotivati lungo le principali vie di comunicazione urbana.
Nei pressi di Campolungo fu volontariamente colpito “il gasogeno”, l’autobus in servizio tra Fermo e Ascoli, carico di studenti pronti a raggiungere il capoluogo. Nella tragedia si conteranno 19 morti, tutti civili, e un numero imprecisato di feriti, la pagina più sanguinosa della seconda guerra mondiale ascolana per ciò che riguarda i civili.
Questa mattina, nell’ anniversario dei fatti, i militanti di CasaPound Italia hanno installato una targa che ricorda le vittime. La targa, realizzata artigianalmente dagli stessi e avvolta nel tricolore è stata scoperta durante una piccola cerimonia.
“Non esisteva una lapide, una pianta, un cippo, nulla che ricordasse questa brutta vicenda – spiega Giorgio Ferretti, responsabile di CasaPound – ancora oggi quasi nessuno conosce questa storia, nessuno si è mai scusato per questo crimine, e 19 innocenti non hanno mai avuto nè giustizia e nè il doveroso ricordo istituzionale. Niente di niente. Abbiamo cercato noi stessi di sopperire a questa carenza, ma viene da pensare che non sia comodo alla narrazione storica macchiare l’immagine degli ‘Alleati’ che ‘liberarono’ l’Italia raccontando crimini immondi come questi, di cui pur la nostra storia è costellata.”
“Suscita rabbia e sdegno anche il fatto che l’Anpi, l’Associazione dei partigiani, sul proprio sito ufficiale menzioni le vittime nell’ ‘ELENCO CADUTI NELLA GUERRA PARTIGIANA E DI LIBERAZIONE’, come se questi civili – conclude Ferretti – fossero degli appartenenti alle loro bande. E’ una chiara falsificazione storica della vicenda che va avanti da oltre 70 anni.”