Il Commissario alla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma 2016, Giovanni Legnini, ha presenziato oggi alla riapertura dei cantieri del terremoto a Camerino, su invito del sindaco della città, Sandro Sborgia.
“Questa è la fase nella quale dobbiamo metterci alle spalle tutto ciò che non è andato e di dare fiducia e concretezza a un processo che non sarà breve” -afferma Legnini, durante l’incontro.
“La rinascita di Camerino è decisiva per i suoi abitanti, per tutta l’area economica dell’Alto Maceratese che vi gravita, e per il valore storico e culturale che rappresenta per l’intero Paese”, continua Legnini nel corso dell’incontro cui hanno partecipato anche l’Arcivescovo, Mons. Francesco Massara, e il Magnifico Rettore dell’Università di Camerino, Claudio Pettinari, sottolineando il ruolo centrale e di riferimento dell’Università che, con i suoi oltre 7 mila studenti, e i 100 milioni di valore economico generato ogni anno, è già una delle maggiori “aziende” della Regione.
Il terremoto dell’ottobre 2016 ha provocato danni di proporzione ingente alla città, al patrimonio dell’ateneo e in particolare su quello ecclesiastico. Su 4 mila abitazioni, quasi la metà, 2460, sono risultate inagibili. Gli sfollati, tuttora, sono 3300, in parte alloggiati nelle Soluzioni abitative d’emergenza, in parte in autonoma sistemazione con il contributo pubblico. L’intero centro storico della città, di antichissima origine, è in zona rossa ed inaccessibile. I danni alle opere pubbliche sono stati calcolati in 125 milioni di euro: ad oggi sono stati finanziati interventi per 63 milioni di euro, ma la spesa erogata è di appena un milione di euro, e si contano opere già concluse per appena 42 mila euro.
La visita di oggi di Legnini si è conclusa nella sede provvisoria del Comune, la struttura che ospita l’azienda di trasporto locale e che, dopo il sisma è rimasta l’unica struttura pubblica agibile. Delle 500 chiese dell’Arcidiocesi, che comprende i territori di Camerino e San Saverino, ed alla quale fanno capo il 70 % dei beni culturali delle intere Marche, 350 sono attualmente inagibili.