Emergenza Coronavirus, lettera aperta del sindaco Marco Fioravanti

Il sindaco di Ascoli Piceno pubblica sulla sua pagina social una lettera aperta ai suoi cittadini, chiedendo senso di responsabilità e rispetto delle regole.

La fase di emergenza epidemiologica da Coronavirus richiede ora il buon senso dei singoli individui, al fine di salvaguardare l’intera comunità.

La lettera dice: «Dobbiamo scegliere chi curare e chi no, come in ogni guerra. Restate a casa».

Credo che questa frase pronunciata da un medico di Bergamo sia emblematica della situazione che stiamo purtroppo vivendo nel nostro Paese.

Ad Ascoli e nel Piceno, fortunatamente, non si registrano ancora casi confermati di contagio da Coronavirus. Ma la situazione è SERIA ed è FONDAMENTALE che ciascuno di noi utilizzi le massime accortezze per prevenire e contrastare possibili contagi.

Vedo e sento ancora troppe persone prendere sottogamba la questione, spiegando come il tasso di mortalità per chi viene contagiato da Coronavirus sia piuttosto basso. Il problema, almeno per il momento, non è il tasso di mortalità da Covid-19.

Il problema è che si rischia il collasso del nostro sistema sanitario. Il problema è che il numero di persone malate, bisognose di ricovero e di terapia intensiva diventi così elevato che non sarà più possibile cercare di far guarire tutte.

Bisognerà scegliere chi curare e chi no. E questo sarebbe terrificante.

Abbiamo però un modo per evitare che questo accada: usare tutte le precauzioni possibili.

Ecco perché invito tutti a restare a casa, a evitare il più possibile contatti con altre persone e a rispettare tutte le basilari regole di igiene sanitaria. Non è vietato uscire di casa, ma bisogna farlo rispettando le norme imposte dal Governo: evitare contatti ravvicinati, restare ad almeno un metro di distanza con le altre persone, far andare un solo componente della famiglia a fare spesa.

So che queste restrizioni possono sembrare difficili da rispettare, ma ne va della salute di tutti. Perché potremmo non essere noi le persone che necessitano di cure o terapie intensive, ma rischieremmo di contagiare altri che ne avrebbero poi urgente bisogno.

Feste, aperitivi, incontri al bar, allenamenti in palestra possono e devono aspettare.

Prima viene la nostra salute. La salute di tutti.

Dimostriamo di essere pronti a vincere questa sfida.

Dimostriamo di essere una grande città, una grande regione e un grande Paese.

Sono convinto che presto torneremo a sorridere. Dimenticheremo questo brutto periodo, torneremo alla nostra normalità. E lo faremo più forti di prima.

Ma adesso serve massima responsabilità da parte di tutti. Non deludete voi stessi. Non deludete il vostro vicino.”

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