Il Tribunale di Ancona lo ha ritenuto responsabile della morte dei tre setter irlandesi con cui viveva tutti avvelenati con un topicida
Una storia che aveva profondamente colpito tutti gli amanti degli animali e non solo della regione perchè subito erano parse molto strane alcune coincidenze. Ieri il Tribunale di Ancona ha emesso la sua sentenza condannando a 8 mesi un avvocato di Macerata perche ritenuto di aver ucciso con veleno i suoi tre setter irlandesi che vivevano con lui. Avvelenati senza un apparente motivo se non quello che si è scoperto proprio durante le udienze che l’uomo era addirittura recidivo.

La legge in Italia tutela gli animali punendo chi, immotivatamente, fa loro del male o li uccide. Per queste persone il Codice penale prevede la pena del carcere ed esclude la possibilità di ottenere il “perdono” per particolare tenuità tutte le volte in cui si è agito con crudeltà.
Avvelenati senza motivo
Per la Lav, la Lega anti vivisezione, la sentenza è fin troppo mite tanto da chiedere pene più severe per chi si macchia di certe efferatezze senza motivo contro gli animali soprattutto se domestici, ma comunque ieri, dopo un lungo iter giudiziario, il Tribunale di Ancona, ha confermato 8 mesi di reclusione per l’avvocato maceratese Marco Battellini, ritenuto responsabile di aver ucciso i suoi tre cani, tutti setter irlandesi, Max, Hermes e Diva, nella sua casa di Sirolo in provincia di Macerata, avvelenandoli lentamente con del topicida comprato poco tempo prima dal ferramenta.

Una vicenda che aveva scosso l’opinione pubblica della cittadina marchigiana e non soltanto tra gli amanti degli animali che hanno scelto di averne uno per compagnia nella propria casa. Per l’uomo è stata disposta anche la liquidazione di 5.000 euro di risarcimento a ciascuna delle parti civili e il pagamento delle spese legali.
Una storia davvero cruenta
Secondo quanto ricostruito in aula durante il dibattimento, l’imputato avrebbe inserito più volte nei pasti dei cani esche contenenti una sostanza altamente tossica, provocando così un’agonia lenta e dolorosa. Inizialmente aveva persino tentato di attribuire la responsabilità ad altri, annunciando pubblicamente la morte degli animali sui social.

La Lav si era subito costituita parte civile e aveva seguito tutte le fasi dell’indagine che, mettendo insieme una serie di indizi specifici e concordanti, dall’acquisto del veleno per topi nel vicino negozio di ferramenta documentato dalle immagini della videocamera della stessa attività commerciale, fino alla somministrazione del veleno agli animali, hanno permesso così di rinviare a giudizio l’avvocato e poi giungere alla condanna definitiva. Durante il dibattimento sono emersi altri elementi abbastanza sconcertanti sulla figura dell’uomo e la violenza sugli animali, in questo caso, sia parte di un quadro più ampio. Dagli atti emerge infatti che l’uomo era già stato condannato per stalking nei confronti dell’ex compagna e del suo attuale partner.





